Ce ne fregammo un dì
della galera…
“Sono
liberi!!!”…questo è stato il messaggio che mi è
pervenuto la mattina di Lunedì 27 Gennaio.
In verità
mancavano ancora parecchie ore prima che si
formalizzasse definitivamente la scarcerazione per i nostri ragazzi, la
soddisfazione è stata grande lo stesso. Soddisfazione perché
finalmente una briciola di giustizia è stata fatta e dico scarcerazione perché
anche le mura di casa diventano troppo piccole quando si sta nella condizione
d’arresto domiciliare. Immensa è stata la gioia quando ho sentito la voce
dei Camerati liberati, ho subito pensato che se la sono
cavata molto bene nonostante abbiano commesso il più grave atto
criminoso da cinquant’ anni a questa parte in Italia,
come lo ha definito il papà Lia (da non confondere con papà Barzetti
che fa solo biscotti e non danni!) del resto per reati minori da quello
commesso dai nostri ragazzi, la giustizia si è comportata equamente come nel
caso degli assassini di Sergio Ramelli che girano
liberamente da sempre (tengo a precisare che tutto va letto con tono molto
ironico se non tragico nella sua realtà). In questo clima di repressione, in
special modo da parte delle procure del Veneto ci si potrà anche aspettare un
avviso di garanzia al signor Bauli a cui è intitolato l’Autogrill Montebaldo est, sull’autostrada A4 Milano-Venezia,
dove sugli scaffali riservati ai vini e liquori troneggia in bella vista il
“vino del Duce” con tanto di etichetta di Lui a
cavallo, oppure la famigerata birra dedicata ad Eva Braun.
Tutti reati vinicoli ascrivibili per violazione della legge Scelba,
unica attenuante è la presenza del vino “Chè
Guevara” ma vi assicuro che sa di tappo, non ci sarà
scampo, invece, per Babbo Natale che prestandosi ad interpretare la pubblicità
dei prodotti di quella azienda è da considerarsi complice, minimo rischia 7
anni di carcere. State tranquilli antagonisti, comunisti, sinistri, girotondini e disobbedienti vari, la procura dell’Artico
sta già indagando e ha inviato a Babbo Natale e le sue Renne
un avviso di garanzia. …Ce ne fregammo un dì della galera, ce ne
fregammo della brutta sorte, per preparare questa gente forte che se ne frega
adesso di morir… Mi viene da cantare come nelle parole
di quella vecchia canzone per le ultime buone notizie ricevute, meglio non
trovo per esprimere quello che i ragazzi veneti stanno insegnando a tutti noi.
Non è stata, la loro, solo una azione in difesa dei
nostri sacri valori, cultura, per sancire chiaramente e definitivamente dove
sarà la linea di demarcazione, il confine, il limite, dove oltre questo si
incontrerà il nostro disapprovo e relative conseguenze, riferendoci a coloro
che insultano, provocano e tentano di distruggerci come nazione e come civiltà.
Meschini certi programmi televisivi che hanno mandato in onda solo le
interviste di gente contro, moltissimi sono quelli soddisfatti e felici che
qualcuno abbia dato una lezione ad Adel.
Il mio
datore di lavoro, per fare un piccolo e personale esempio, il mattino
successivo allo svolgimento dei fatti di Telenovo mi
ha ringraziato, sapendo benissimo che appartengo al movimento Forza Nuova,
nonostante la differenza di vedute, il “gesto” ha suscitato in lui la forma di
un atto di giustizia, sentendosi profondamente offeso e nello stesso tempo
impotente di fronte ai comportamenti e parole che lo hanno scatenato. Quello
che comunque insegnano i ragazzi veneti, al prezzo del
sacrificio è che ci si deve mettere in gioco e fare una scelta precisa, un
sacrificio. Quindi il loro è stato anche un esempio
per tutti noi, una via…il solco. Scegliere, quindi, se continuare, come nel
caso di molti, con atteggiamenti da alta politica, con pomposi banchetti,
ricchi di volantini carichi di cultura (sempre utili comunque),
tralasciando il contatto con il popolo, i giovani e i lavoratori, le sue
esigenze, proteste, problematiche e battaglie che anche la “sinistra” e i
sindacati in prima fila si sono scrollati di dosso come un cane fa con le sue
pulci. I ragazzi veneti si sono sacrificati, per insegnare a tutti noi cosa
significa fare vera militanza a costo di rinunciare alla cosa più cara per
ognuno dopo la vita, la libertà! Libertà che molti Camerati, anche di altri movimenti, hanno donato da molti anni a questa
parte e che ora non viene richiesta come prezzo per poter “vedere l’Aurora”, si
chiede solamente di non mollare, insistere, adesso più che mai, ora che le vele
sono gonfie dal vento…la “rivoluzione” non deve per forza scoppiare, potrebbe
essere un’onda, leggera e costante che lambisce la costa e lentamente la erode.
Quello accaduto nel Veneto è stato un bel maremoto, uno di quegli eventi in cui
si dice ma a volte anche si fa, quello che un grandissimo numero di cittadini
vorrebbe fare o che venisse fatto. Altre
“perturbazioni” si sono verificate sulla nostra penisola, segnale che il
“messaggio” è stato raccolto da qualcuno con intelligenza, senso del dovere e
di solidarietà, per citare alcune fra le città più attive, ricorderei
Bologna, con un massiccio presidio in una piazza della sua periferia, perché il
centro città era, manco a dirlo, dedicato ad una manifestazione pacifista, proprio
da questa, nascosti sotto le bandiere multicolori con la scritta bianca “Pace”,
sono partiti numerosi attacchi contro le forze dell’ordine, tumulti e atti di
vandalismo, tutti tesi al tentativo di raggiungere i nostri ragazzi, che con
estrema difficoltà hanno dovuto mordere il freno per non accettare l’invito dei
pacifisti e non rispondere con le stesse argomentazioni. Per lo meno noi non ci
nascondiamo con ipocrisia dietro il pacifismo per perseguire
fini demagogici e politici, chiaramente rispondiamo a viso
aperto…sempre, anche davanti a delle telecamere. Napoli, non ha scherzato
affatto nella sua risposta il 25 Gennaio.
Con il suo
segretario Torre e quello nazionale Fiore in prima
fila, una città che vi assicuro, ha dimostrato la solidarietà verso i nostri
reclusi molto profondamente fin dai suoi primi avvenimenti con una grande
manifestazione, i giornali dicono di 600 cittadini, altre fonti 1000, non
importa quanti fossero precisamente, il loro corteo si è snodato per le vie del
Vomero per la “Giustizia sociale” e legando in un
filo unico, sotto un unico ideale due regioni che alcuni partiti
“particolaristici” vorrebbero divise come anche per il resto del sud dal nord
Italia. Ovviamente Verona non ha mancato di scendere in piazza subito dopo la
notizia della liberazione dei primi 6 ragazzi arrestati e in concomitanza con
la manifestazione napoletana, ed è proprio in questa città che ho voluto portare la mia solidarietà di persona. I quella giornata la città scaligera aveva un ricchissimo
programma: un curioso vagone ferroviario parcheggiato in piazza Brà, pagliacci, musici, menestrelli e maschere, arrivati da
tutta Europa in occasione dell’Eurocarnevale 2003
diretti all’interno dell’arena. Persone in costume sfilavano per le vie del
centro, regalando caramelle ai bambini (io ho rimediato un lecca lecca frizzante al limone, poco marziale ma immensamente
gradevole), inondando le strade di coriandoli multicolorie
sfoggiando costumi medioevali, unica nota dolente erano
i pagliacci, non che io abbia qualche cosa contro questa categoria ma quelli
dei centri sociali che si erano riuniti poco distante dall’Arena, in Piazza
delle Erbe (avrebbero voluto la loro preferita da fumare, ma per ora è illegale
e spero che lo resti per sempre), erano veramente patetici. Per quasi due ore
hanno cantato la storia di un singolare risveglio e il successivo furto di un
formaggio da parte di una certa Ciao Bella, forse una
extracomunitaria? Per capirci meglio da quello che ho sentito e si poteva
capire in piazzetta Pescatoria la canzone faceva
pressappoco così: Una mattina mi sono svegliato…uei bella Ciao!…un parmigiano mi ha portato via Bella Ciao e mi
sento di morir… Capisco che il prezzo del gustosissimo Parmigiano reggiano ha
raggiunto cifre proibitive ma morirne per questo è veramente troppo. Qualcuno
si chiederà che cosa facevo in Piazzetta Pescatoria,
quando l’appuntamento per il presidio di veronese di Forza Nuova era, prima in piazza Brà e poi trasferito
d’ufficio in Piazza Dante, ovvio è stato spostato negli ultimi minuti, manco a
dirlo “per motivi di ordine pubblico”, del resto sono solo i pagliacci
canterini che sono “pacifisti”, noi cattivissimi guerrafondai rischiamo di
poter dare ancora gli schiaffi ai vari signor Smith
di turno, nel frattempo gli Ebrei uccidono i palestinesi, il tritolo gira a
chilogrammi in Italia nelle mani di mussulmani e i brigatisti sono sempre in
libertà. Qualcuno ha le idee un poco confuse su chi siano
veramente i cattivi! Non vi ho descritto comunque la
presenza di Alemanno a Verona, sempre nello stesso giorno, alla sede dei
mutilati ed invalidi cittadina. Un gruppo di Aennini si sono riuniti per…non si sa per cosa. Bellissimi
manifesti con celtiche, prime pagine di opuscoli e
bandiere aggressive di 20 anni fa, ma neanche il tempo di mettere piede
all’interno dei locali e la polizia era già dietro di me e i ragazzi di Siena
che mi accompagnavano, questo sta a certificare l’evidenza che siamo diversi e
inconfondibili dalla specie presente in quel luogo. Piazzetta Pescatoria, nonostante il boicottaggio
era gremita di ragazzi, rappresentanze del “Veneto Fronte Skinhead”, di Forza Nuova Lombardia, Toscana, Emilia,
Liguria e di alcune altre regioni vicine. “Direttore” dei lavori era Bussinello, nostro simpaticissimo dirigente nazionale e
avvocato di noti cattivissimi schiaffeggiatori. All’appello mancavano due baldi
giovani di Bolzano del V.F.S. che hanno incrociato i
“pacifisti” e sono stati attaccati, nulla di grave per loro, qualche piccola
ecchimosi e un taglio sulla testa, mentre i primi quattro fra gli assalitori
sono rimasti stesi a terra per controllare l’intersezione fra i cubetti di
porfido per una buona mezzora, naturalmente lodiamo
l’operato delle locali forza dell’ordine per aver lasciato avvicinare i festosi
ragazzi del carnevale parallelo a quello già in atto. Superfluo dire che
nessuna denuncia è partita, nessun arresto o fermo
sono stati fatti nei confronti dei “pacifisti”…come troppo spesso accade. La
nostra manifestazione si è svolta come sempre in maniera ordinata e corretta,
nonostante questo la piazza e le vie adiacenti pullulavano di gente armata,
tanta che come ha detto il nostro buon avvocato, se fosse stata presente,
quando ce ne era bisogno a quest’ora
non eravamo in Piazzetta Pescatoria ad applaudire ma
sulla Piazza del Cremlino. Le fiamme delle fiaccole
che i militanti presenti avevano acceso andavano spegnendosi, mentre nel nostro
cuore ardeva sempre di più un fuoco di rabbia. Rabbia per
l’ingiustizia di una legge liberticida, come la “Mancino” che prestissimo
andremo ad attaccare con numerosi volantinaggi e presenze sulle piazze.
Boia chi molla!
Luca Pilli