Tre ore di discussione in Campidoglio per trovare un accordo sulla manifestazione. Centro storico off limits
Gay pride, Colosseo meta proibita
La parata dovrà fermarsi al Circo Massimo che ospiterà altri due eventi

di ALESSANDRA SPINELLI

Niente patrocinio comunale ma neanche piazza chiusa. La mediazione sul World Gay Pride, tra chi lo voleva sotto lo stemma romano e chi invece lo chiedeva chiuso dentro uno slargo, arriva al Circo Massimo, scelto come perno delle manifestazioni dell’orgoglio omosessuale dal 1. al 9 luglio. Al termine di una blindatissima conferenza dei servizi in Campidoglio, tre ore nella piccola Protomoteca, si è trovato un accordo di massima tra il Comune e le associazioni gay, in prima fila il circolo organizzatore Mario Mieli, proprio sulla pregiata area archeologica. Ed è qui, dove Venditti cantò Grazie Roma e i tifosi della Lazio hanno festeggiato l’ultimo scudetto, che si allestirà il villaggio d’accoglienza e che si svolgeranno sia la sfilata di moda del 2 luglio, "Uno specchio per Narciso" che doveva fare passerella a piazza Santa Maria di Loreto davanti l’omonima chiesa, sia la pièce teatrale, che sarebbe dovuta andare in scena a piazza Farnese il 5 luglio. E ancora. Al Circo Massimo terminerà la parata dell’8 luglio: da piazzale Ostiense il corteo non arriverà più a largo Corrado Ricci, a metà dei Fori Imperiali. O almeno questo è quanto scaturito da un successivo incontro in Questura.
Mentre intellettuali laici e cattolici hanno gridato in un convegno «il no all’ingerenza della Chiesa» e monsignor Bettazzi, vescovo di Ivrea, rivela che «è più contrario alla parata militare del 4 giugno», a dire il vero l’ultimo vero nodo da sciogliere resta il corteo. Le associazioni gay hanno chiesto infatti di poter passare accanto il Colosseo: dopo il raggruppamento a piazzale Ostiense, davanti a Porta San Paolo, alle 14 di un sabato di sicura attrattiva balneare, partecipanti e carri allegorici dovrebbero imboccare viale Aventino, per lambire il Circo Massimo, salire su via di San Gregorio, passare sotto il Colosseo e quindi tornare al Circo Massimo. «L’importanza di poter sfilare davanti all’Anfiteatro Flavio - dice Saverio Aversa, portavoce del coordinamento omosessuali Ds di Roma che hanno scritto una lettera al Papa affinché "autorevolmente e amorevolmente ponga fine alle polemiche irriguardose nei confronti della dignità umana"- è che il World Gay Pride è contro la pena di morte e il Colosseo è il simbolo della campagna contro la pena capitale». Ci sperano al circolo Mario Mieli: «Abbiamo ancora molto da lavorare, l’incontro è stato interlocutorio» dice la presidente Imma Battaglia. Da San Vitale, da dove uscirà una posizione definitiva sull’ordine pubblico in una prossima conferenza dei servizi, si capisce che il Circo Massimo rappresenta un’ottima mediazione - è una incredibile ribalta internazionale ed è lontano dalle chiese - far arrivare il corteo ai Fori potrebbe diventare rischioso.
Proprio a piazza Santi Apostoli infatti si attesterà un sit-in organizzato da Forza Nuova, che ieri pomeriggio ha protestato sulla scala dell’arce capitolino srotolando lo striscione “Contro l’omosessualità". E ci sono stati attimi di tensione quando il responsabile di Forza Nuova, Antonio Lucarelli, ha chiesto di partecipare alla conferenza e ricevendo un rifiuto ha cominciato a battere con la mano contro il portone dell’entrata di Sisto V facendo cadere un pannello di plexiglass. «Perché gli omosessuali sì e noi no? - ha detto Lucarelli che sarà denunciato dal vicecapo di Gabinetto di Gabinetto, Fiori - noi porteremo in piazza oltre 6.000 persone, lo slogan sarà "Roma, o noi o loro". Sarà inevitabile che ci siano contatti coi gay, abbiamo già affittato un locale vicino al Circo Massimo...».

TORNA ALLA PAGINA INIZIALE