VERGOGNA SENZA LIMITE
Il nichilismo imperante e la guerra contro secoli di storia
e civiltà, contro i valori, contro la famiglia e la patria messa in atto da
beceri parlamentari e politicanti ipocriti ha raggiunto un apice che definire
vergognoso è solamente riduttivo.La manifestazione degli omosessuali indetta e
organizzata a Roma in concomitanza del Giubileo è l'apoteosi del relativismo
etico raggiunto non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Dietro le
altisonanti parole pronunciate da chi pensa ai propri interessi ingannando e
tradendo le aspettative e le speranze della gente, dietro alla presunta difesa
della democrazia e della libertà sessuale si nascondono in realtà uomini che
hanno fatto dell'ipocrisia e del politically correct la propria
bandiera, sventolata in nome di un'uguaglianza che, de facto, non potrà
mai essere tale. Omosessuale lo si è per scelta: è l'uomo che si ribella a se
stesso e alla natura, che preferisce fuggire in un'oasi di diversità in quanto
incapace di lottare e di affermare se stesso. Essere omosessuale significa
rifiutare la vita e rinunciare alla realizzazione dell'uomo. Est una
nevrose. L'uomo nasce per unirsi alla donna e per procreare: chi può
mettere in discussione questo postulato universalmente riconosciuto? E con
quali tesi? Coloro che predicano la libertà sessuale non sono forse gli stessi
che negli anni settanta esultavano per la legalizzazione dell'omicidio di
stato, definito con chirurgica falsità aborto? E poi, libertà di cosa? E'
libero un uomo che si ribella alla natura? E' libero un uomo che volutamente si
procura del male, ritorcendolo anche contro le persone "normali"?
Forse, non ho ancora capito che ormai non c'è più nulla di assoluto, non esiste
più nulla in cui credere. Non può essere così. Non deve. Personalmente, nel
vedere persone che rifiutano a priori la propria, naturale e istintiva
sessualità, preferendo ad essa un atto contro la natura, contro la vita e ogni
buonsenso, mi sento offeso e leso della mia libertà. Già, libertà. Dicono che
noi non amiamo la libertà. Stolti. Ipocriti. Se libertà significa elevarsi a
divinità e giocare a proprio piacimento con la natura e con i sentimenti,
ebbene io la rifiuto. Rifiuto questa diversità, figlia del male e del
nichilismo. Non voglio crescere in una società che garantisce tutto togliendomi
quanto di vero e di bello c'è. La famiglia è (o meglio, dovrebbe essere) il
nucleo portante della società; la prima forma di unione all'interno di un Paese
è il matrimonio, vincolo indissolubile sia per motivi religiosi, sia per motivi
sociali, e proprio sull'unione fra un uomo e una donna si fonda tutta
l'esistenza. Questo non lo dico io, lo testimonia la storia. Non esistono
grandi nazioni senza grandi popoli, e un popolo altro non è che l'insieme di
tutte le famiglie. E lo Stato? Cosa fa? Invece che difendere la sacralità e
l'importanza della famiglia intesa come nucleo costitutivo e fondamentale
della nostra società, autorizza manifestazioni di uomini eretici, malati e
falsi che uccidono la storia e i valori, che insultano non solo la religione,
ma anche tutti coloro che fondano la propria esistenza su punti saldi e
certezze. Sfilare per le vie di Roma è significativo ed emblematico per due
motivi: Roma è la città che incarna i valori dell'Europa, di quell'Europa che
ha le sue radice nel concetto di patria, non quella governata dai mercanti e
dai nuoi farisei. Sfilare nel cuore della Capitale vuol dire sfidare la
civiltà. E' il nichilismo che avanza, le minoranze che, celate dalla
democrazia, attaccano la civiltà e la storia. E' l'uomo che si ribella alla
natura e a Dio. Non è quindi un caso che questa manifestazione (sarebbe più
opportuno definirla vergogna di piazza) si svolga proprio nell'anno giubilare e
nella città del Papa. Io sono credente cattolico e al solo pensare che migliaia
di pseudo-uomini scenderanno in piazza per manifestare in nome di non so
qual diritto mi vengono i brividi, ma penso che le motivazioni che ci spingono
a vergognarci delle istituzioni perbeniste e democratiche, attente alle istanze
di una minoranza che ha il sapore di una potente lobby, vadano ben oltre
la questione religiosa. Sono sicuro che qualunque uomo di buonsenso rifiuti
questo scardinamento della tradizione e questa nullificazione dell'individuo,
guardando al futuro con l'atteggiamento di chi si chiede fino a che punto si
potrà arrivare di questo passo. Facciamoli sposare, diamo loro la possibilità
di adottare dei bambini e di crescerli meglio che una famiglia normale,
permettiamo che possano insegnare negli asili e nelle scuole dei nostri figli,
ai nostri figli... Vergogna! Inefriori! Nessuna vigliacca manifestazione con il
patrocino di un governo burattinaio e falso, legato alla migliore tradizione
marxista, e nessun ripensamento di un sindaco al servizio dei potenti potrà mai
togliermi la voglia di dire no, di gridare il mio disprezzo e disappunto verso
chi odia la vita e ha pure il coraggio di venire a dirmelo da una piazza che
dovrebbe avere ben altri significati. Anche i valori più basilari vengono ormai
messi in discussione: la lotta per affermare la vita contro il nichilismo è ben
lungi dall'essere terminata, ma sono sicuro che con la forza di chi ha sempre
lottato, di chi non scende a compromessi o si nasconde fra istituzioni e bugie,
vinceremo anche questa battaglia. Non ci faremo mai schiacciare da una
minoranza (di numero e di valore) protetta da politicanti che per demagogia
svendono la vita e la famiglia al miglior offerente. Perciò non solo l'8 Luglio
2000, ma tutti i giorni che valgono la pena di essere vissuti, gridiamo in
faccia la nostra fede, il nostro essere uomini veri a chi parla di
libertà e uguaglianza salvo poi uccidere (almeno nelle intenzioni) i valori nei
quali crediamo. E nei quali crede l'Italia.
Emanuele Bonfanti