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SCONFINANDO

LE NUOVE SCHIAVITU' DELLA GLOBALIZZAZIONE


SCHEDA SULLA GLOBALIZZAZIONE

LABORATORIO - TESTI

LA SFIDA DELL'ERA GLOBALE

Definizioni

  • Globalizzazione: con questo termine si intende la standardizzazione di tutti i mercati mondiali rispetto ad un modello unico dominante, in cui è possibile la libera circolazione di capitali finanziari, commerciali e produttivi che si rendono in un certo modo indipendenti dai singoli governi politici. La globalizzazione, imprimendo un dinamismo senza precedenti al sistema economico, non ha però fatto diminuire le differenze fra le varie parti del mondo ma ha accentuato la funzione di predominio di un modello standard, quello capitalistico occidentale
  • La globalizzazione come fenomeno tecnologico e di comunicazione è stata colta da Mc Luhan che, in occasione della guerra del Vietnam diffusa tramite la televisione in tutto il mondo, ha usato per la prima volta l'espressione di "villaggio globale". La globalizzazione, fenomeno al momento essenzialmente economico, necessita di un'analisi complessa fra i cui aspetti è compreso ed è fondamentale quello tecnologico-comunicativo. Le moderne comunicazioni, in cui ormai Internet è centrale, e che in prospettiva ravvicinata dovrebbero diventare ancora più raffinate e "totali", rendono possibile l'interconnessione mondiale e la creazione di veri e propri reticoli che eludono sempre di più qualsiasi controllo, in particolare quello dello Stato-nazione. Quest'ultimo, oggi secondo taluni in crisi irreversibile e secondo altro in crisi di crescenza, poco può fare rispetto all'economia e finanza, aspetti fondamentali della globalizzazione e che hanno assunto, strada facendo, una dimensione virtuale : esse, sganciate il più possibile dall'economia reale e da qualsiasi vincolo politico, seguono infatti un proprio "piano" di svolgimento su cui gli organismi statuali hanno scarso potere di intervento.

 

Sitografia:

www.globalizzazione2000.it

(a cura di Bertipaglia Chiara 2 C Liceo Majorana Latina)

  • Globalizzazione: Processo di integrazione tra le economie della maggior parte dei paesi del mondo che si è sviluppato soprattutto a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Con il termine globalizzazione ci si riferisce a un insieme di fenomeni, tra cui i più importanti sono: aumento del commercio internazionale; diffusione delle imprese multinazionali; finanziarizzazione dell'economia. Questi fenomeni possono essere meglio compresi guardando all'evoluzione dell'economia nella seconda metà del XX secolo.

 

 

Genova 2001: protesta "no global"

Nel dicembre 1999, in occasione del vertice di Seattle del WTO (l'Organizzazione mondiale per il commercio), sulla scena internazionale fece la sua comparsa un forte movimento di critica alle politiche di globalizzazione sostenute dai massimi organismi economici e finanziari internazionali (WTO, FMI e Banca mondiale) e dalle maggiori potenze industriali riunite nel G8. Definito "popolo di Seattle" oppure "movimento no global", questo nuovo movimento è estremamente differenziato al suo interno, sia per quanto riguarda le problematiche affrontate (ambientalismo, pacifismo, solidarismo, diritti umani, lotta alla povertà, cancellazione del debito dei paesi del Terzo Mondo ecc.), sia nei metodi di lotta adottati. Diffusosi in pochi anni in tutto il mondo e in particolare nei paesi occidentali, il movimento ha avuto una clamorosa crescita in Italia. In occasione del vertice dei paesi del G8 che si svolse a Genova nel luglio 2001, il movimento "no global" italiano organizzò un "controvertice" al quale presero parte centinaia di migliaia di persone. Le manifestazioni furono purtroppo funestate da violenti incidenti e dalla morte di un giovane di 22 anni, rimasto vittima di un colpo esploso dalla pistola di un carabiniere. Nell' immagine, migliaia di mani dipinte di bianco simboleggiano il carattere pacifico della protesta

® Bibliografia:

Microsoft® Encarta® Enciclopedia. © 1993-2002 Microsoft Corporation

(a cura di Longo Roberta 2 C Liceo Majorana Latina)

  • Con il termine globalizzazione si intende si indica un complesso fenomeno economico per cui tutto il mondo è/dovrebbe/potrebbe essere un unico mercato entro il quale si scambiano merci -intese come beni finanziari, beni reali e servizi - secondo il meccanismo della domanda-offerta e la fissazione del prezzo là dove tali variabili si incontrano (teoria liberistica e neoliberistica).

    La globalizzazione, che con le sue imprese
    multinazionali può essere vista come una internazionalizzazione del capitalismo richiede, e a sua volta suscita, una crescente omologazione a livello mondiale della domanda di beni reali , una standardizzazione dei comportamenti antropologico-culturali , una crisi dello stato- nazione e della sua sovranità. Essa necessita di un'integrazione a livello mondiale delle attività e degli obiettivi di impresa che devono rispondere a richieste sempre più globali ma anche soddisfare eventuali esigenze particolari degli acquirenti : "think global, act local", da cui il neologismo "glocal ".

    La globalizzazione, che implica la delocalizzazione del lavoro , per cui esso viene richiesto e trasportato da un luogo all'altro del pianeta a seconda della convenienza , non sarebbe attuabile senza la presenza di comunicazioni veloci(internet ). A tale proposito si può infatti notare come proprio le tecniche informatiche, che non solo fanno passare le informazioni ma determinano- rafforzano richieste, rendono a loro volta praticabile la delocalizzazione del lavoro virtuale, spostandolo velocemente da una zona all'altra del globo, sempre secondo il meccanismo della domanda- offerta e del prezzo.
    Sicuramente però è la Rivoluzione informatica , dagli anni Settanta del Novecento in poi, ad avere avuto la preminenza nei processi di globalizzazione: non è infatti pensabile una globalizzazione di capitali, tecnologie, mercati senza un'informazione simultanea e senza la possibilità di comprare e vendere in tempo reale . Questo non significa che globalizzazione sia però omogeneità , o meglio, se per omogeneità si intende la riconduzione e comparazione ad uno standard, quello occidentale e tecnologico, di tutto l'orbe, questo è vero; se per globalizzazione si intende invece una messa a disposizione di eguali opportunità per tutte le parti del mondo , ciò risulta del tutto discutibile: esistono anche dentro la globalizzazione ( e a causa della globalizzazione ) zone forti e zone deboli. Quanto ai rapporti di forza dei vari paesi occorre dire che essi tendono a collocarsi sempre più su livelli diversi da quelli propriamente politici, trattandosi di ambiti addirittura metaeconomici. Non conta cioè l'economia dei vari paesi o settori internazionali ma contano i possessori dei megacapitali mondiali che , trasportabili in tempo simultaneo da un mercato all'altro, dirigono in tempo quasi reale le sorti del mondo.

Sitografia:

www.globalizzazione2000.it

(a cura di Sabatino Chiara 2 C Liceo Majorana Latina)

  • Definizioni stralciate dal Rapporto della Banca Mondiale

La globalizzazione - la crescente integrazione di economie e società nel mondo - è un processo complesso che riguarda diversi aspetti della nostra vita. L'attacco terrorista agli Stati Uniti dell'11 Settembre è un aspetto della globalizzazione. La rapida crescita economica e la riduzione della povertà in Cina, in India e in altri paesiche solo fino a 20 anni fa erano poveri ne rappresentano un altro aspetto. Un terzo aspetto è costituito dallo sviluppo di Internet, delle comunicazioni e dei trasporti nel mondo. Il diffondersi dell'AIDSfa parte della globalizzazione così come lo è lo sviluppo accelerato di sofisticate tecnologie mediche che consentono di prolungare la vita.... esiste un gruppo di paesi poveri(3 milirdi di abitanti) che sono già entrati nel mercato globale dei prodotti e dei servizi, mentre 20 anni fa la maggior parteesportazioni dai paesi in via di sviluppo erano costituite da materie prime. In questi nuovi paesi globalizzati, durante gli anni '90, il numero dei ppoveri è diminuito di 120 milioni di persone...L'integrazione economica globale ha contribuito alla riduzione della povertà, ma l'economia globale potrebbe essere molto più inclusiva: non si può continuare ad escludere dalla crescita economica il gruppo dei paesi più poveri... circa un quinto della popolazione mondiale vive con meno di un dollaro al giorno e questo è inaccettabile

( Nicholas Stern, vicepresidente senior della Banca mondiale: prefazione a Globalizzazione, crescita economica, povertà, Rapporto della Banca Mondiale, pagg. 7 -9)

Secondo tale rapporto le "ondate" di globalizzazione sono tre, due nel passato ed una in corso

  1. 1870 -1914: favorita dall'abbassamento dei costi dei trasporti e dal colonialismo
  2. 1945 - 80: dopo un'inversione di tendenza nel periodo tra le due guerre, si assiste ad una parziale riduzione delle barriere commerciali, alla diminuzione dei costi del trasporto marittimo. In questo periodo la liberalizzazione risultò asimmetrica secondo il modello del commercio Nord Sud (lo scambio di prodotti in cambio di beni primari ad alta intensità di terra). Nei paesi ricchi i risultati furono "spettacolari" ( pag. 47)
  3. 1980- oggi o "nuova ondata di globalizzazione": la partecipazione ai mercati mondiali di un numeroso gruppo di paesi in via di sviluppo determina una differenza sostanziale rispetto alle precedenti globalizzazioni ma anche una marginalizzazione di altri paesi, soprattutto in Africa con una diminuzione del reddito ed un aumento della povertà. Un aspetto di questa ondata è anche la ripresa dei flussi migratori ed il "treno perso" da parte di molti paesi.

Bibliografia

PAUL COLLIER - DAVID DOLLAR, Globalizzazione, crescita economica, povertà, Rapporto della Banca Mondiale, Il Mulino, Bologna, 2003

  • "Oggi siamo dominati da un'ideologia neoliberale basata fondamentalmente sull'affermazione che per garantire lo sviluppo è sufficiente liberalizzare l'economia e sopprimere forme degradate e superate di intervento statale. E' come dire che l'economia dev'essere regolata solo da se stessa , dalle banche, dasgli studi dgli avvocati, dalle agenzie di rating e dalle riunioni dei capi degli stati più ricchi e dei governatori delle loro banche centrali. Questa ideologia ha inventato un concetto: quello di globalizzazione. Ma si tratta di una costruzione ideologica e non della descrizione di un nuovo concetto economico. Constatare l'aumento degli scambi mondiali, lo sviluppo delle nuove tecnologie e la multipolarizzazione del sistema di produzione è una cosa; dire che questo costituisce un sistema mondiale autoregolato e, pertanto, che l'economia sfugge e deve sfuggire ai controlli politici è una cosa molto diversa.
  • ( Alain Tourain, sociologo francese, in GIOVANNA DI CARO, Il cantiere di Codice Storia,vol.III Paravia Torino 2002 pag.143)

 

  • Ma che cos'è veramente la globalizzazione? L'Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo - OCSE- definisce sobriamente la globalizzazione come "un processo attraverso cui mercati e produzione nei diversi paesi diventano sempre più dipendenti tra di loro, a causa della dinamica di scambio di beni e servizi e attraverso i movimenti di capitale e tecnologia".. in questo modo il mondo diventa un unico grande supermercato, dove gli imprenditori possono cercare ciò di cui hanno bisogno. Ma non è sempre stato così? La globalizzazione appartiene sin dal principio al capitalismo. La diminuzione dei costi dei trasporti e lo sviluppo di nuovi mezzi di comunicazione ha reso il mondo più piccolo ma se gli europei nella prima ondata di globalizzazione erano ancora in grado di controllare questo processo e potevano affermare i loro interessi politici e finanziari con cannoniere, missionari e soldati, oggi l'Europa deve stare attenta se non vuole essere dimenticata, finendo in una nicchia nascosta del mercato mondiale.
  • (Nicholaus Piper, giornalista economico tedesco in Giovanna De Caro op. Cit. pag.144)

a cura di Sparta Tosti