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SCONFINANDO

COLONIALISMO

CONSEGUENZE DELLE SCOPERTE GEOGRAFICHE

Le scoperte geografiche del XV e XVI secolo diedero inizio all'età del colonialismo.

La carta geografica della Terra uscì dall'epoca dei grandi viaggi completamente trasformata. L'orizzonte geografico degli Europei si allargò, e con esso la loro cultura. In questo senso, le scoperte geografiche contribuirono non meno dell'Umanesimo alla nascita della cultura moderna.

Perché proprio gli Europei progettarono una navigazione d'alto mare e cominciarono a percorrerne le rotte in modo regolare, organizzato e permanente?

Gli Europei avevano la caravella. Inventata dai Portoghesi grazie alla politica della dinastia dei

d' Aviz, il Portogallo si pose all'avanguardia in Europa nella scienza nautica e nella cantieristica navale. La caravella (dal latino carabum = piccola nave) univa elementi della marina nordica (timone a ruota) con elementi della marina mediterranea (le vele). Ma la spiegazione tecnologica non basta, poiché condizioni politiche e necessità economiche particolari distinguevano gli stati europei dal resto del mondo. L'esplorazione era dettata in parte da curiosità e spirito d'avventura, in parte dal bisogno di oro, che animava i sovrani europei finanziatori di queste imprese.

Con le scoperte di Cristoforo Colombo, la Spagna divenne un'antagonista del Portogallo nell'espansione marittima. Papa Alessandro VI fece da mediatore e stabilì le aree di rispettiva pertinenza dei due paesi, iquali avevano avuto nel 1454 il riconoscimento del loro diritto di conquista. Con il trattato di Tordesillas (1494) si raggiunse l'accordo definitivo. Fu tracciata una linea di demarcazione (la raya) all'incirca corrispondente al 46° meridiano ovest: le scoperte ad Ovest di essa toccarono agli Spagnoli, quelle ad Est ai Portoghesi. Al viaggio di Colombo ne seguirono molti altri, alcuni in direzione Sud, come quello di Vasco da Gama, che tra il 1497 e il 1498 riusci a doppiare l'Africa e a giungere in India; altri verso Occidente, come quelli di Amerigo Vespucci, che tra il 1499 e il 1503 esplorò le coste delle terra scoperta da Colombo e dimostrò che si trattava di un continente nuovo e di Ferdinando Magellano che tra il 1519 e il 1522 compì il primo giro del mondo. Nel frattempo anche l'America settentrionale fu raggiunta dagli Europei: nel 1497 il veneziano Giovanni Caboto, al servizio del re d'Inghilterra, toccò le coste di Terranova e quando altre potenze, come l'Inghilterra, avviarono una espansione marittima oceanica, la spartizione del mondo del 1494 entrò in crisi.

Dalle esplorazioni alla conquista - Spagna e Portogallo alla conquista del nuovo mondo

I paesi che per primi si avvantaggiarono delle nuove scoperte furono la Spagna ed il Portogallo. Quasi assenti dallo scenario europeo per tutto il Medioevo, tra il Cinquecento e il Seicento questi due paesi riuscirono invece a costruire la loro fortuna nel Nuovo Continente, dove fondarono i primi imperi coloniali. In particolare la Spagna, sfruttando le risorse delle colonie, divenne nel Cinquecento una delle maggiori potenze europee. La circumnavigazione della Terra compiuta da Magellano, fu decisiva per ridisegnare i confini. Con lui si concluse l'epoca eroica delle esplorazioni e si aprì quella più dura delle conquiste.

I "Conquistadores"

La conquista ebbe inizio non da parte della corona spagnola, ma da parte di conquistadores, di avventurieri, spinti dal miraggio di rapidi arricchimenti. Tali furono Fernando Cortés e Francisco Pizarro. Intorno al 1511 Cortés aveva conquistato Cuba e di qui, forte di 11 navi, 600 uomini e 10 cannoni era sbarcato nella zona dove poi sorgerà Vera Cruz. Una lunga marcia passata alla storia per le atrocità compiute nei confronti degli indigeni lo condusse poi a 400 chilometri dalla costa, sull'altopiano del Messico, territorio dominato allora dalla stirpe degli Aztechi. L'imperatore Montezuma II, credendolo inviato dagli dèi, gli si sottomise. Ma quando, poco dopo, gli Aztechi insorsero contro la prepotenza degli Spagnoli, questi ultimi, forti delle armi da fuoco, li massacrarono senza pietà. L'ultimo sovrano azteco, Cuauhtemoc, fu torturato e impiccato.

Francisco Pizarro, dal canto suo, volse alla conquista di un altro vasto territorio del Sud America, corrispondente agli attuali Ecuador, Perù e Cile. Pizarro si addentrò per 1500 chilometri fino a raggiungere le Ande. Qui si imbatté in un popolo di antica civiltà, gli Inca, stanziati presumibilmente dal XIII secolo. Anche Pizarro, tra il 1529 e il 1533, conquistò con atrocità e violenze i territori degli Inca, uccidendo infine il loro ultimo sovrano, Atahualpa, e fondando una nuova capitale: Ciudad de los Reyes (l'odierna Lima).
Bartolomeo de Las Casas condanna i Conquistatore (vedi scheda)