Informazioni
Ritorna all'HOMEPAGE
SCONFINANDO

COLONIALISMO

Colonialismo

E' un termine più recente e indica soprattutto il complesso di regolamenti e di operazioni politiche e militari con le quali gli Europei asservirono le popolazioni indigene delle loro colonie per sfruttarle come manodopera locale e per impossessarsi delle loro risorse.

Nella seconda metà del Settecento molte colonie erano ancora semplici basi commerciali poste lungo le rotte dei grandi viaggi transoceanici; solo Spagnoli e Portoghesi possedevano realmente i territori dell'America Latina, che governavano attraverso funzionari mandati dall'Europa. Era però già ben radicato l'atteggiamento mentale che fu poi alla base dei futuri sviluppi del colonialismo: il senso di superiorità dell'Europa rispetto al resto del mondo.

Nel Cinquecento e nel Seicento questo senso di superiorità si era identificato con il Cristianesimo.

La grande missione di portare la parola di Cristo tra i pagani aveva giustificato le conquiste e persino i massacri: chi resisteva alla conversione poteva essere identificato con Satana e la sua persecuzione era legittima agli occhi di Dio.

Nel Settecento il senso di superiorità si arricchì di un altro elemento: il progresso tecnico e scientifico. Non solo i "selvaggi" americani o africani, ma anche i civilissimi popoli dell'India o della Cina apparivano immobili rispetto alla velocità del progresso europeo.

Gli antropologi odierni chiamano questo atteggiamento eurocentrismo, cioè una visione del mondo che pone l'Europa in posizione centrale e privilegiata. Esso divenne ben presto la giustificazione morale delle conquiste e "portare il progresso" fu la parola d'ordine con cui le coscienze europee placarono ogni dubbio sulla loro politica coloniale.