Maiali
allo stato brado
Si parla da tempo di allevamento
del suino allo stato brado o semibrado per sfruttare i boschi di castagno
abbandonati del nostro entroterra. Noi stessi sosteniamo l’opportunità
di promuovere questo tipo di allevamento al fine di recuperare produttivamente
vaste aree soggette da anni ad abbandono ottenendo, oltretutto, un prodotto
di elevato valore qualitativo.
Nel patrimonio gastronomico dei nostri monti hanno sempre figurato le
produzioni di insaccati di suino, che in alcuni casi si sono affermate
come vere e proprie specialità largamente apprezzate.
Oggi la situazione dell’entroterra genovese, comune a quasi tutto
il territorio ligure, vede ampie fasce montane occupate da boschi di
castagno abbandonati che attendono una riconversione produttiva. In
se la richiesta di castagne è relativamente scarsa e comunque
il margine di incremento di questa produzione non consentirebbe di giungere
al recupero produttivo di un significativo numero di castagneti, almeno
finché non sarà avviata una seria campagna di rivalutazione
della castagna nella cucina tradizionale che, a parte qualche caso isolato,
versa nel più totale abbandono. Ecco perché l’allevamento
brado o semibrado di suini può davvero costituire una seria opportunità
per un’ampia fascia di territorio montano.
Semmai il problema è dato dalla frammentazione della proprietà,
anche se esistono ancora boschi demaniali, parrocchiali o comunali che
potrebbero rappresentare i punti di partenza di una sperimentazione
su scala un po’ più ampia. Perché un primo esperimento
è già stato condotto in un’azienda agricola del
levante, dove da qualche anno si stanno allevando maiali allo stato
semibrado con buona soddisfazione da parte dell’allevatore.
E gli esiti della prova sono interessanti sia sotto il profilo del recupero
ambientale, sia per la qualità della carne e degli insaccati
derivati.
Se proviamo a proiettare questi risultati sul territorio recuperabile
dell’entroterra, possiamo identificare diversi benefici quali:
la pulitura del sottobosco dei castagneti per un eventuale recupero
della coltura dei castagni da frutto, il recupero di terreni a prato
pascolo, oggi ridotti a macchie impenetrabili, e comunque la riconversione
produttiva di molti castagneti con il beneficio economico e ambientale
che ne consegue. Ci sono peraltro esempi concreti di allevamento di
un controllato numero di maiali allo stato semibrado nei castagneti
da frutto (Corsica).
Pare inoltre che l’esperimento effettuato nel levante genovese
non abbia minimamente stravolto il delicato equilibrio dei rapporti
contadini-cacciatori, offrendo così ulteriori garanzie di successo
anche per il futuro.
Abbiamo creduto di fare cosa gradita ai nostri lettori, pubblicando
una breve scheda redatta direttamente da Roberto Del Tufo, titolare
dell’azienda agricola che ha sperimentato e tuttora alleva i maiali
allo stato semibrado.
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Esperienza
di allevamento in brado dell’azienda agricola VALLE CHIAPPELLA sita
nel comune di SAN COLOMBANO CERTENOLI (GE)
Siamo situati
a circa 260 m.s.l, completamente attorniati da bosco di castagno, quercia,
rovere, frassino e da arbusti di erica arborea e corbezzolo.
Abbiamo iniziato questa esperienza nel 1998 con sei scrofette ed un verro,
acquistati a Villa di Corsano (Siena), dall’Azienda Zanda Nicola.
Abbiamo inserito i soggetti nel bosco costruendo un riparo molto semplice
contro la pioggia, una zona (bottazzo) per i bagni di fango e recintando
circa tre ettari di bosco con rete da pecora e recinto elettrificato (poi
risultato più comodo ed efficiente).
Siamo arrivati ad avere circa settanta soggetti divisi in due recinti
(zona parto e zona ingrasso).
Diamo un’integrazione alimentare che ci permette il controllo dei
capi che vengono a mangiare sempre alla stessa ora.
Nel recinto di ingrasso, dopo un periodo di tre anni, il bosco di arbusti
è scomparso e sono rimasti solo alberi ad alto fusto. Abbiamo perciò
riportato questo terreno a prato pascolo e, con la concimazione già
effettuata dai maiali, è stato possibile un ottimo lavoro di pulizia
e zappatura.
In circa sei anni non è mai scappato un capo anche avendone la
possibilità.
Si è potuto osservare il branco in libertà ed il loro comportamento
e siamo rimasti meravigliati dal loro spirito di gruppo che ne semplifica,
fra l’altro, l’allevamento brado.
Riteniamo che ci siano buonissime possibilità di utilizzo del bosco,
dove gli animali esprimono la loro libertà che poi si ritroverà
nella struttura delle loro carni.
Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere a Roberto Del Tufo
0185 345888
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Roberto Del Tufo
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