Peppe Fonti Pittore d'istinto, Peppe Fonti. Non ha alle spalle studi accademici o apprendistato di bottega. Da sempre ha sentito un'attrazione sconsiderata per tele e pennelli, per tavolozze e trementina. Ed appena la vita glielo ha permesso si è messo a dipingere. Ha visto e sentito il mondo come colore e come tale lo descrive: armonie cromatiche essenziali, espressioni della "sua" realtà pittorica. Peppe Fonti dunque, narra per colori. Predilige fiori e paesaggi, anche se guarda alla figura umana ed agli animali. Eccolo a dirci di prati rosseggianti di papaveri o gialli di margherite, di campagne e paesi modulati con le sinfonie dei verdi e delle ocre, di paesaggi immersi in luminosità dorate o ammorbiditi da languori autunnali. E poi, di cieli biancheggianti di nuvole o lividi di pioggia e di marine placide o grigie sotto la tempesta. E infine, ritratti dove i colori sono l'espressione dei sentimenti nei confronti degli altri o - come nell'autoritratto-Charlot - di se stesso. Realtà filtrate dalla memoria dell'artista - Peppe Fonti non dipinge en plein air - che si serve, per esprimersi, ora di armoniche assonanze tonali, ora di accesi e intensi contrasti cromatici, che accentuano la forza dei colori. Il percorso stilistico è composito e va dal disfacimento dell'ultimo impressionismo di Van Gogh, all'espressionismo del primo Novecento a Rosai ed alla scuola romana di Scipione. Dall'impressione che la realtà esercita sull'artista all'espressione per mezzo del linguaggio pittorico, di quella che è la realtà per l'artista, tradotta sempre in cifra naturalistica. Nicola Provenzano |