Gli
inquieti fantasmi di Fonti
Il
dato più singolare, a volte segnato d'ombre, della pittura di Peppe Fonti
credo vada identificato nella tenacia psicologica e figurativa con la
quale egli ininterrottamente continua la narrazione del mondo... ...La
memoria simbolica dell'oggetto trattato sembra affiorare ininterrottamente
con un sovrapporsi di onde silenziose che emergono da un crepuscolo
timbrato di pennellate livide e improvvise, come se la mano dell'autore
venisse guidata a descrivere fatti ed emozioni d'un universo celato eppur
esistente al di sotto della superficie delle cose... Il racconto si snoda
in un'atmosfera greve di eclissi, così che ad ogni frammento narrativo
parrebbe di rimanere imprigionati nella chiglia d'una nave abbandonata
dall'equipaggio, la quale affonda lentamente in un mare piceo che la
inonda senza tempesta... ...A volte, nel panorama abbandonato dagli uomini
che costituisce il proscenio irrequieto della sua avventura, il pittore
viene catturato da una smagliante pioggia di fiori, margherite a cascata e
prati invasi da arcipelaghi multicolori di petali... ...Nei paesaggi
questo dato di indecifrabilità viene illuminato da un'atmosfera sfuggente
dove l'istinto e l'improvvisazione iconografica precedono la sintesi del
pensiero e dunque della tecnica pittorica... ...Olio, tempera e tecniche
miste costituiscono la materia usata da Fonti, oltre che l'ostinazione che
nasce dall'appassionata convinzione d'essere chiamato a mediare un
messaggio.
Emilio
Argiroffi