pagine etiche: vegetarismo


«Non mangiar carne, e sarò tuo amico»

(Hesse, Amicizia, 82).



demagogia carnivora in via Canneto il Lungo a Genova.
"La carne macellata pare che nasca, rosea e innocente, sui banchi del supermercato"
(Remo Bodei, Il sole 24 ore : Domenica 16 marzo 2008, p. 33)



«Los animales carnívoros...
¡qué horror!»

(Joaquín Antonio Uribe:
Las plantas carnivoras,
in Cuadros de la naturaleza.
- Bogotá : Minerva, 1936. - P. 22).



fine del regal cervo nel Cacciatore di Michael Cimino



Della crudeltà dell'omo

Vedrassi animali sopra della terra, i quali sempre combatteranno infra loro e con danni grandissimi e spesso morte di ciascuna delle parte. Questi non aran termine nelle lor malignità; per le fiere membra di questi verranno a terra gran parte delli alberi delle gran selve dell'universo; e poi ch'e' saran pasciuti, il nutrimento de' lor desideri sarà di dar morte e affanno e fatiche e paure e fuga a qualunche cosa animata. E per la loro ismisurata superbia questi si vorranno levare inverso il cielo, ma la superchia gravezza delle lor membra gli terrà in basso. Nulla cosa resterà sopra la terra, o sotto la terra e l'acqua, che non sia perseguitata, remossa o guasta; e quella dell'un paese remossa nell'altro; e 'l corpo di questi si farà sepultura e transito di tutti i già da lor morti corpi animati.
O mondo, come non t'apri? e precipita nell'alte fessure de' tua gran balatri e spelonche, e non mostrare più al cielo sì crudele e dispietato monstro!
(Leonardo, Codice atlantico, 370).



demagogia carnivora-continua...



Il giardino del male

Entrate in un giardino di piante, d'erbe, di fiori. Sia pur quanto volete ridente. Sia nella più mite stagione dell'anno. Voi non potete volger lo sguardo in nessuna parte che voi non vi troviate del patimento. Tutta quella famiglia di vegetali è in istato di souffrance, qual individuo più, qual meno. Là quella rosa è offesa dal sole, che gli ha dato la vita; si corruga, langue, appassisce. Là quel giglio è succhiato crudelmente da un'ape, nelle sue parti più sensibili, più vitali. Il dolce mele non si fabbrica dalle industriose, pazienti, buone, virtuose api senza indicibili tormenti di quelle fibre delicatissime, senza strage spietata di teneri fiorellini. Quell'albero è infestato da un formicaio, quell'altro da bruchi, da mosche, da lumache, da zanzare; questo è ferito nella scorza e cruciato dall'aria o dal sole che penetra nella piaga; quello è offeso nel tronco, o nelle radici; quell'altro ha più foglie secche; quest'altro è roso, morsicato nei fiori; quello trafitto, punzecchiato nei frutti. Quella pianta ha troppo caldo, questa troppo fresco; troppa luce, troppa ombra; troppo umido, troppo secco. L'una patisce incomodo e trova ostacolo e ingombro nel crescere, nello stendersi; l'altra non trova dove appoggiarsi, o si affatica e stenta per arrivarvi. In tutto il giardino tu non trovi una pianticella sola in istato di sanità perfetta. Qua un ramicello è rotto o dal vento o dal suo proprio peso; là un zeffiretto va stracciando un fiore, vola con un brano, un filamento, una foglia, una parte viva di questa o quella pianta, staccata e strappata via. Intanto tu strazi le erbe co' tuoi passi; le stritoli, le ammacchi, ne spremi il sangue, le rompi, le uccidi. Quella donzelletta sensibile e gentile, va dolcemente sterpando e infrangendo steli. Il giardiniere va saggiamente troncando, tagliando membra sensibili, colle unghie, col ferro.
Certamente queste piante vivono; alcune perché le loro infermità non sono mortali, altre perché ancora con malattie mortali, le piante, e gli animali altresì, possono durare a vivere qualche poco di tempo. Lo spettacolo di tanta copia di vita all'entrare in questo giardino ci rallegra l'anima, e di qui è che questo ci pare essere un soggiorno di gioia. Ma in verità questa vita è trista e infelice, ogni giardino è quasi un vasto ospitale (luogo ben più deplorabile che un cemeterio), e se questi esseri sentono, o vogliamo dire, sentissero, certo è che il non essere sarebbe per loro assai meglio che l'essere
(Giacomo Leopardi, Zibaldone, Bologna, 19-22 aprile 1826).



"Nulla dà un concetto così chiaro dell'ottusità e sbadatezza degli uomini, quanto il permesso di far schioccare la frusta"
Schopenhauer, Parerga II, § 30 (Adelphi, 1998. - P. 870).



Sulla filosofia e la scienza della natura

Come il colore scuro così il cibo naturale dell'uomo è quello vegetale. Ma, come al colore, così l'uomo resta fedele a questo cibo soltanto nel clima tropicale. Quando si diffuse nelle zone più fredde dovette combattere il clima, per lui innaturale, ricorrendo a un cibo innaturale. Al Nord vero e proprio non si può vivere senza mangiar carne: mi hanno detto che già a Copenaghen una punizione di sei settimane di prigione a pane e acqua, se inflitta in modo rigido e senza transigere mai, viene considerata pericolosa per la vita. L'uomo dunque è diventato contemporaneamente bianco e carnivoro
(Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, II, §92).



er Panciera sul set di "Mamba"

A stronze, ma ve lo sapete magnà er conijo quanno annate ar ristorante. Ebbè, come ve credete che l'ammazzeno er conijo? Cor cortello da cucina l'ammazzeno! E nunn'è mejo morì d'un mozzico solo, tutto d'un botto, che scannati da 'n cortello de cucina?
(Luciano De Crescenzo, Vita di Luciano De Crescenzo scritta da lui medesimo. - Milano : Mondadori, 1989. - P. 214).



Pinocchio

I primi a ballare nell'olio furono i poveri naselli
(Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio, XXVIII: p. 142).

Voi mi avete comprato per fare con la mia pelle un tamburo!... un tamburo!...
(Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio, XXXIV: p. 184).



Guglielmo Belibasta († rogo 1321, Villerouge-Terménès)

Lo invitai a pranzo e lui rispose: «Se Dio vuole noi beviamo con voi e voi con noi». Io presi da parte Guglielma e le dissi che siccome il signore avrebbe pranzato con me l'indomani, le avrei mandato un mezzo quartaio o una lonza di montone, che lei avrebbe cucinato con i cavoli per l'eretico. Udito ciò lei si mise a ridere e mi disse: «Dio ti doni l'entendement de be, perché lui non mangia carne come fanno i bacalars, i sacerdoti, i predicatori e i minori che, benché dicano di non mangaire carni, tuttavia fanno tagliare a pezzi montoni e porci, li mettono in pentola e se trovano un morso di carne nella scodella non lo rifiutano ma se lo mangiano. Questo signore invece non mangia se non ciò che nasce sugli alberi e nell'acqua; anzi, se voi avete toccato della carne, non avvicinate in alcun modo la sua pentola, poiché egli non intende nutrire la sua persona in delicatezze, come fanno invece bacalars, sacerdoti, predicatori e minori»
(dalla deposizione di Arnaldo Sicre in: Lidia Flöss, Il caso Belibasta, p. 95).



Vangelo della pace di Gesù Cristo

Io vi dico: Non uccidete né uomini né bestie e non distruggete gli alimenti che portate alla bocca, poiché se voi mangiate degli alimenti viventi questi vi vivificheranno; ma se voi uccidete per ottenere il vostro nutrimento, la carne morta vi ucciderà a sua volta. Perché la vita procede soltanto dalla vita e dalla morte procede soltanto la morte
(in Claudia Pastorino, La centratura del tao. - Marina di Massa : Clandestine, 2000. - P. 120).



La pulce d'acqua

È la pulce d'acqua
che l'ombra ti rubò
e tu ora sei malato
e la mosca d'autunno
che hai schiacciato
non ti perdonerà.

Sull'acqua del ruscello
forse tu troppo ti sei chinato,
tu chiami la tua ombra,
ma lei non ritornerà.

È la pulce d'acqua
che l'ombra ti rubò
e tu ora sei malato
e la serpe verde
che hai schiacciato
non ti perdonerà.

E allora devi a lungo cantare
per farti perdonare
e la pulce d'acqua che lo sa
l'ombra ti renderà.

(Angelo Branduardi, La pulce d'acqua. - Milano : Polydor, 1977).



Tat twam asi!

Tu sei quello, e quello, "giovinetto e giovinetta
arbusto ed uccello e pesce muto che di tra' flutti guizza".

(Empedocle, in I presocratici. - Milano : Rizzoli, 1991. - P. 413).



L'assoluto?

Una questione di dieta

(Emil Cioran: La tentazione di esistere. - Milano : Bompiani, 1988. - P. 153).



Episodio della pecora

Un altro giorno Francesco, pellegrinando per la Marca d'Ancona con frate Paolo, che era ben felice d'accompagnarlo, s'imbatté in un uomo che portava al mercato due agnelli da vendere, legati, belanti e penzolanti dalle spalle. All'udire quei belati, il servo di Dio, vivamente commosso, si accostò accarezzandoli, come suol fare una madre con i figlioletti che piangono, con tanta compassione e disse al padrone: "Perché tormenti i miei fratelli agnelli, tenendoli così legati e penzolanti?". Rispose: "Li porto al mercato e li vendo: ho bisogno di denaro". E Francesco: "Che ne avverrà?". E quello: "I compratori li uccideranno e li mangeranno". Nell'udire questo il Santo esclamò: "Non sia mai! Prendi come compenso il mio mantello e dammi gli agnelli!"

(Celano, Vita prima, in Fonti francescane, [457]).



Sulla carestia del 1316

Molti rubavano pingui cani e mangiavano le loro carni... Alcuni rubavano i bambini altrui che uccidevano e furtivamente mangiavano

(Rerum britannicarum medii aevi scriptores, XXVIII/1, p. 145-7).



Capovolgimento tipicamente gnostico

Caino fu uomo da bene, e che meritatamente uccise Abel suo fratello, perché era un tristo e carnefice d'animali

(Anacleto Verrecchia: Giordano Bruno. - Roma : Donzelli, 2002. - P. 257).



«Ci vuole un numero infinito di Big Mac per riempire un vuoto spirituale»

(Lou Marinoff: Le pillole di Aristotele. - Casale Monferrato : Piemme, 2003. - P. 314).



«Per Natale volevo mangiarmi un gatto e farmi con la pelle un berretto»

(Mario Rigoni Stern: Il sergente nella neve. - Einaudi, 1967. - P. 10).



«So che un gentiluomo, il quale aveva convitato in casa sua una buona brigata, si vantò tre o quattro giorni dopo, per scherzo (perché non era vero nulla), di aver fatto loro mangiare un pasticcio di gatto, del che una damigella della compagnia ebbe tale orrore che fu colta da un grande travaglio di stomaco e febbre e fu impossibile salvarla»

(Michel de Montaigne: Saggi, I, 21. - Mondadori, 1970. - P. 135 e vd. anche 140, 147, 148, 268, 554-563).



«Amava le bestie e gli toccava ammazzarle»

(Luigi Pirandello: Pallino e Mimì).



«Leonte, non giocare con gli animali dei sacerdoti, lo sai che prima o poi finiscono sull'altare»

(Luciano De Crescenzo: Elena, Elena, amore mio. - Mondadori-De Agostini, 1993. - P. 15).



«Non vorrebbero essere mangiati!
Ma io me li mangio»

(Luigi Pirandello: Fuoco alla paglia, in Novelle per un anno).



«Confesso a Dio e a voi che durante questa mia infermità, mi sono cibato di carne e di brodo di carne»

(Fonti francescane, [1587]: Leggenda perugina, 39).



«Mangiano tranquillamente la carne ma disprezzano come paria chi la macella»

(riduzione da Sandro Pellegrini, 1312: le Canarie entrano nella storia moderna, ne Il giornalino, Varazze, 2012).



«Dovremmo perciò rinunciare alla carne? Personalmente io direi di sì»

(Dino Buzzati, I "perché". - Milano : ElectaJunior, 2018. - P. 73).



«Noi, oggi, non mangiamo forse i polli senza starci troppo a pensare? Non ci chiediamo certo cosa pensano i polli di noi»

(Luciano De Crescenzo, Nessuno. - Milano : Mondadori, 1997. - P. 86).



BIBLIOGRAFIA:

- Adams, Douglas: Ristorante al termine dell'universo.
- Baggini, Julian: Il maiale che vuole essere mangiato.
- Buzzati, Dino: Bestiario.
- Buzzati, Dino: Due pesi due misure.
- Cechov, Anton: Zio Vanya.
- Collodi, Carlo: Le avventure di Pinocchio. - Milano : Mursia, 1964.
- De Amicis, Edmondo: Fra due mosche, in: Cinematografo cerebrale. - Roma : Salerno, 1995.
- Enciclopedia di puericultura. - Milano : Garzanti, 1997. - P. 120.
- Flöss, Lidia: Il caso Belibasta : fine dell'ultimo perfetto cataro. - Milano ; Trento : Luni, 1997.
- Franzoso, Marco: Dolore, in: I nuovi sentimenti. - Venezia : Marsilio, 2006.
- Fucarino, Carmelo: Pitagora e il vegetarianismo. - Palermo : Giannone, 1982.
- Hesse, Hermann: Amicizia. - Roma : Newton Compton, 1992
- Hesse, Hermann: Narciso e Boccadoro.
- Leonardo da Vinci, Aforismi, novelle e profezie. - Roma : Newton Compton, 1993.
- Leopardi, Giacomo: Zibaldone. - Roma : Newton Compton, 1997.
- Marcucci, Edmondo: Che cos'è il vegetarismo?. - Perugia : Società Vegetariana Italiana, 1967.
- Michelstaedter, Carlo: Paolino. - Pastorino, Claudia: La centratura del tao. - Marina di Massa : Clandestine, 2000.
- Pastorino, Claudia: Il jainismo : la più antica dottrina della nonviolenza, della compassione e dell'ecologia. - Torino : Cosmopolis, 2002.
- Rifkin, Jeremy: Ecocidio. - Milano : Mondadori, 2001.
- Schopenhauer, Arthur: Parerga e paralipomena. - Milano : Adelphi, 1983.
- Sotis, Lina: Il colore del tempo. - Rizzoli, 2001. - Cinico galateo aggiornato a p. 175.
- Tolstoj, Lev Nikolaevic: Il primo gradino. - Genova : Manca, 1990.
- Toussaint-Samat, Maguelonne: Storia naturale & morale dell'alimentazione. - Firenze : Sansoni, 1991.
- Verrecchia, Anacleto: La catastrofe di Nietzsche a Torino. - Torino : Einaudi, 1978. - P. 56 a proposito di Mainländer, 185, 191n, 207.
- Williams, Howard: The Ethics of Diet: A Catena of Authorities Deprecatory of the Practice of Flesh-Eating. - Urbana : University of Illinois Press, 2003.
- Zanga, Giacomo: Filosofia del vegetarianesimo : al di là dell'ecologia. - Torino : L'età dell'acquario, 1987.



FILMOGRAFIA:

- Albertini, Bitto: Nudo e crudele. - Italia : Regency, 1984.
- Bergeron-Jenson-Letterman: Shark tale. - USA : UIP, 2004.
- Bergman, Ingmar: Donne in attesa. - Kvinnors väntan. - Svezia : 1952.
- Bergman, Ingmar: Persona. - Svezia : 1966.
- Buñuel, Luis: La via lattea. - La voie lactée. - Francia : 1969.
- Chaplin, Charles: Monsieur Verdoux. - USA : United Artists, 1947.
- Delforce, Chris: Dominion. - Australia : 2018.
- Fassbinder, Rainer Werner: Un anno con 13 lune. - Germania : 1978.
- Jacopetti, Gualtiero e Prosperi, Franco: Africa addio. - Italia : Rizzoli, 1966.
- Jacopetti, Gualtiero e Prosperi, Franco: Mondo cane 2. - Italia : Cineriz, 1962.
- Jonsson, Lars: Fucking Åmål. - Svezia : 1998.
- Lowenstein, Richard: E morì con un felafel in mano. - He died with a felafel in his hand. - Australia : Notorious, 2000.
- Malle, Louis: Vanya sulla 42ª strada. - Vanya on 42nd street. - USA : 1994.
- Moodysson, Lukas: Together. - Tillsammans. - Svezia : Memfis, 2000.
- Olmi, Ermanno: La circostanza. - Italia : RAI, 1974.
- Olmi, Ermanno: L'albero degli zoccoli. - Italia : 1978.
- Penn, Sean: Into the wild. - USA : 2007.
- Renoir, Jean: La grande illusione. - Francia : RAC, 1937.
- Risi, Dino: Il gaucho. - Italia : 1964.
- Roeg, Nicolas: L'inizio del cammino. - Australia : Raab, 1971.
- Rohmer, Eric: Racconto d'inverno. - Conte d'hiver. - Francia : 1991.
- Rohmer, Eric: Racconto di primavera. - Conte de printemps. - Francia : 1990.
- Rohmer, Eric: Il raggio verde. - Le rayon vert. - Francia : 1986.
- Serrau, Coline: La crisi!. - La crise. - Francia : 1992.
- Shadyac, Tom: Patch Adams. - USA : UIP, 1998.
- Solondz, Todd: Happiness. - USA : Columbia Tristar, 1998.
- Sordi, Alberto: Nestore l'ultima corsa. - Italia : Aurelia, 1994.
- Téchiné, André: Hôtel des Amériques. - Inedito in Italia. - Francia : 1981.
- Téchiné, André: Les temps qui changent. - Francia : 2004.
- Vallois, Philippe: Nous étions un seul homme. - Francia : 1979.
- Zwick, Joel: Il mio grosso grasso matrimonio greco. - My big fat greek wedding. - USA : Nexo, 2002.



DISCOGRAFIA:

- Battiato, Franco: Tramonto occidentale.



LINKOGRAFIA:

- Associazione Vegetariana Italiana.
- Macrobiotica vegana.
- Claudia Pastorino.
- Vegetariano.it.
- Vita universale sub Animali e natura.



CLASSIFICAZIONI DECIMALI DEWEY:

· 613 Igiene generale e personale.
· 613.2 Dietetica.
· 613.262 Dietetica. Regime vegetariano.
· 641.5636 Cucina vegetariana.

CLASSIFICAZIONE ASB:

· Vc.

SOGGETTARIO DI FIRENZE:

· Vegetarianismo, già Alimentazione vegetariana.




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