Pietro Nacchini

 

 

Petar Nakic nacque probabilmente A Bulic, presso Scardona in Dalmazia, nel 1694. Figlio di gente semplice, passò l'infanzia e la prima giovinezza facendo il pastore e, secondo la leggenda, si dilettava di costruire strumenti musicali nelle lunghe ore del pascolo. A diciassette anni entrò neLl'ordine francescano dei Minori Osservanti di S. Lorenzo a Sebenic e nel 1713 prese i voti assumendo il nome di Paolo. A questo passo lo spinse il padre, forse pertener fede ad un voto: certo è che frà Paolo non si sentiva tagliato per la vita conventuale.

Gli anni tra il 1712 e il 1729 sono scarsi di notizie; si dice che abbia studiato per tre anni filosofia a Sebenico, poi che si sia trasferito a Venezia nel convento di S. Francesco della Vigna, per studiare teologia. Nel 1729 intentò un processo per uscire dì convento, e proprio dall'incartamento processuale ricaviamo che a Venezia cominciò ad occuparsi di matematica ed arte organaria, probabilmente sotto la guida di Giovan Battista Piazza o PIaggia, la cui officina si trovava in vicinanza dei convento, a S.Giovanni di Bragora.

Nell'aprile dei 1729 venne consacrato sacerdote e poco dopo lasciò il convento venendo a far parte del clero secolare; in tale occasione, riprese il nome di Pietro e modificò il cognome in Nacchini.

Uscito dall'Ordine, venne aiutato economicamente da don Giovanni Pierantoni e da don Bartolomeo Peretti dì Vicenza, che gli regalò un possesso a Noventa Vicentina. Da quel momento trascorse la sua vita a costruire organi, vivendo sempre a Venezia. Morì attorno al 1765.

Basandosi sui numeri apposti dal Nacchini sulle sue opere, risulta che questo organaro costruì circa 350 organi: un numero senz'altro notevole. Dell'attività da lui svolta fino al 1729 si sa ben poco; tra il 1720 e il 1724 fu costruito l'organo della chiesa di Farra d'Isonzo che si vuole fatto dal Nacchini, strumento poi distrutto nel 1915 dalle bombe austriache. Delle opere del Nacchini nella nostra Regione, ricordiamo l'Organo "in cornu epistulae" del Duomo di Udine datato 1745; quello che esisteva nella chiesa dì S.Ignazio a Gorizia, del 1747 restaurato dal De Corte ai primi del XIX sec. dìstrutto durante la I Guerra mondiale, e rimpiazzato nel 1931 da un altro costruito da Zanin. Del 1750 è l'organo di S.Maria ad Udine, che ora si trova a Muzzana; del 1759 è l'organo della chiesa di Pozzo (Ud).e del 1762 è quello della chiesa di S.Martino a Tolmezzo.

Guarito da una grave malattia che lo aveva colpito nel 1760, il Nacchini non se la sentì più di riprendere il lavoro con la foga di prima. Gli allievi suoi furono senz'altro molti; il preferito fu il Francesco Dacci che succedette al maestro nella gestione dell'azienda; ma il più importante fu Gaetano Callido che, nell'officina da lui fondata nel 1763, continuò, evolvendola, l'arte dei suo grande maestro.

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