Fa caldo.
Di bestia.
Ma son qui. Con la mia lampada con le bolle rosse accesa e con Live at
Pompei in sottofondo. L'ho recuperato da poco e in mp3 in attesa di acquistare
il DVD. Avevo visto il film da ragazzo in un video-bar di Milano che si
chiamava 'Pink Floyd Pub'. Chissa' se esiste ancora....
La videoproiezione, privilegio di pochi, era a dir vero stupefacente ai
tempi ma dall'efficacia non proprio esaltante. Piu' che altro si intuiva
qualche contorno attraverso le coltri di fumo (di sigarette) che rendevano
senz'altro mistica l'atmosfera ma improbabile la percezione dei dettagli
sullo schermo. Avevo sedici anni ed erano le prime uscite al sabato sera
in citta'. D'estate al mare era normale, ma d'inverno e in citta' no.
Si apriva un nuovo ciclo. Ci si metteva d'accordo per l'orario e si aspettava
l'autobus sul quale, qualche fermata prima, gli altri amici erano gia'
saliti. Era normale che ci fosse la nebbia, quella che aveva quello strano
odore che, grazie a Dio, adesso non si sente piu'. Il suppostone arancione
lasciava il posto ad un altro appeso ai fili e si arrivava la' in zona
Lambrate, e sembrava di essere lontanissimi. Lo eravamo con gli animi.
C'era il senso dell'avventura, sembra assurdo ma quella era l'atmosfera.
E c'era il senso pseudo-mistico. Il film dei PF girato in Italia in un
bar di Milano chiamato PF Pub.
Entriamo.
Il solito bancone da bar. Per loro, il solito. Per noi con scritto in
faccia 'siam pischelli' (non pinkschelli, non lo sapevamo ancora di esserlo)
sembrava piu' un posto da raduno di bikers. Sul bancono gli adesivi del
pub. Col logo del pub con i caratteri di TW e sullo sfondo un muro di
mattoni rossi. E un paio di martelli! Ci sediamo. Ordiniamo birra. Media.
Scura doppio malto. Ekkekkazzo! Fuori il pacchetto e vai con la prima
sigaretta! Ci uniamo al rito che imponeva l'uso tassativo di uno Zippo
comprato al mercatino (io ho quattro tacche
e tu? Bastardo, sette! Non se ne trovano da sette!) Sulle
pareti i poster, le foto, gli articoli di giornale, mucche, triangoli,
strette di mani, maiali, muri e martelli. E mentre pensiamo che 'cazzo
se non inizia poi ci tocca scappare a prendere l'ultimo filobus e ci perdiamo
la fine...' e la nuvola di fumo all'interno raggiunge la consistenza della
nebbia fuori, inizia...... Non ricordo
dettagli ma emozioni. E non che fossi obnubilato da Bacco e Tabacco (di
Venere manco l'ombra. Le soluzioni erano ancora 'manuali' piu' che altro...)
La percezione della psichedelia era in tutto quell'evento, quell'occasione.
Cosi' voluta, cercata e ottenuta. E gustata. Non era ascoltare musica,
punto. Ma qualcos'altro. Cosa fosse non mi interessava definirlo. Analizzarlo
magari lo si faceva. In ogni caso faceva strettamente parte della nostra
storia, della nostra eta'. Questo valeva per noi e in quel momento. E
tanto bastava.
Ma ora fa caldo. Niente
nebbia ne' dentro ne' fuori. Ma il piacere di sentire la colonna sonora
di una serata importante e' una finestra su me stesso dalla quale mi affaccio
volentieri. Solo una cosa:
ma chi la suonava
l'armonica a bocca su Mademoiselle Nobbs
che non si vedeva niente su quello schermo?!?!?
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scritto ma non riletto
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Shine on
Andrea
http://members.xoom.virgilio.it/drivestudio/andersoncouncil.htm
'but the music make her wanna be the story
and the story was whatever was the song, what it was'
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