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V parte - Il Pifferaio oltre la soglia (assaggio) (Lunedì 23 Febbraio 2004 - 4:31 AM)

Un assaggio della quinta parte di "lo Stilema Errante", che ormai vari frequentatori di IFMP-F probabilmente credevano non apparisse più...

Tenete presente che nella cultura psichedelica il senso del tempo ha un valore molto relativo e molto variabile: possono apparire due articoli a un giorno di seguito l'uno dall'altro oppure a dieci anni di differenza. Il tempo è una funzione dell'Entropia, in realtà, anche se noi lo consideriamo "una dimensione".
In effetti, dall'uscita di The Division Bell sono passati ormai quasi 10 anni, e quasi 12 anni da quella di "Amused to Death": forse come "senso del tempo", quindi, i Pink Floyd e Waters sono rimasti "psichedelici"... ;-DDD

Per il momento pijatevi questo inizio dell'articolo, mentre sto cercando di sistemare il resto (non escludo che all'ultimo momento risistemi anche questa prima parte). Sono accettati commenti di vario tipo, a meno che siano "critiche totali"... ;-P

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Inizio della quinta parte di "LO STILEMA ERRANTE":
IL PIFFERAIO OLTRE LA SOGLIA.

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ARTE, CULTURA, e commercio
Anche se Syd Barrett, prima del drammatico peggioramento della sua condizione psichica, non disdegnava affatto gli obiettivi della fama, del successo e della ricchezza, fondalmentalmente era un esempio quasi perfetto, da manuale, di *artista puro*. E inadatto a relazionarsi col mondo degli affari, del business. E infatti di quel tipo di aspetti, d'altronde necessari per la sopravvivenza e ancor più per la notorietà del gruppo, se ne occupava soprattutto Roger Waters, anche quando la "stella" indiscussa del gruppo era Syd Barrett.
Per Syd Barrett era assolutamente necessario avere la libertà di poter ad ogni concerto esprimere la sua creatività, introducendo variazioni, e magari cambiando gli stessi pezzi in repertorio, o modificando in modo radicale quelli già noti al pubblico. Ma dal momento in cui i Pink Floyd divennero un gruppo professionista, soprattutto da quando uscirono dei loro 45 giri che entrarono in classifica nel mercato discografico inglese, e da quando iniziarono frequentemente a spostarsi da Londra verso città "provinciali" per i concerti, tutto inizio' a divenire più difficile, con minor spazio per spontaneità e libera sperimentazione. Aggiungiamo che proprio la loro notorietà ora "debordata" dal circuito underground londinese aveva procurato ai Pink Floyd un'improvviso e ricco aumento delle richieste di fare concerti, a condizioni economiche decisamente migliori di quelle di cui dovevano accontentarsi ancora nei primi mesi del 1967. Sia il gruppo che i loro manager non avevano affatto rifiutato, ma si ritrovarono a dover dare un numero notevolissimo di concerti, se ho contato bene furono 76 fra maggio e settembre, e tenendo presente che in agosto non si esibirono affatto (le apparizioni alla TV tedesca a cui si accenna da alcune parti, in data 1 e 2 agosto, in realtà non avvennero, perché furono annullate come il resto dei concerti ed esibizioni previste in origine per le prime due settimane di agosto); le esibizioni fra gennaio e aprile 1967 erano state 68.

Un problema accidentale era che in qualche caso il gruppo dovette *letteralmente correre* ad esibirsi due volte nella stessa serata, e purtroppo per loro l'organizzatore esecutivo delle serate, Bryan Morrison, aveva avuto la cattiva abitudine di prenotare nella stessa serata due locali in parti opposte dell'Inghilterra, o quasi: diciamo uno nella parte a nord e l'altro in quella a sud. Per cui appena finito uno spettacolo, non c'era assolutamente il tempo per riposarsi un po', e bisognava correre a "rotta-di-collo" per raggiungere la seconda località.

Come poi ho già detto nella parte precedente di "Stilema Errante", la situazione culturale nelle cittadine di provincia inglesi era ben diversa da quella della "Swingin' London": lì non c'erano gli studenti delle "Art Schools" londinesi ne' i "freak" dell'Underground di Londra. Il pubblico era quello tipicamente "pop", diciamo anche delle sale da ballo, e se conosceva qualcosa del gruppo era quasi sempre "See Emily Play", o, più raramente, "Arnold Layne" (ovviamente dopo le pubblicazioni e le entrate in classifica dei brani suddetti).
Ma i Pink Floyd invece il più delle volte non facevano quei pezzi, o li "rielaboravano" quasi stravolgendoli: si trattava di canzoni scritte apposta per "entrare in classifica discografica", ma non erano esattamente i pezzi che il gruppo preferiva eseguire in concerto, diciamo che in certo qual senso si trattava del mezzo di cui si erano serviti per "accontentare" la EMI e il pubblico Pop inglese, sia pure quello "alternativo", e per farsi conoscere a livello nazionale, ma non erano affatto "un punto d'arrivo" per il gruppo (e non lo sarebbero stati neppure i pezzi ben più sperimentali creati dopo The Piper. Questo elemento di quale sia stato "il vero obiettivo artistico" dei Pink Floyd è certamente un fattore-chiave nella discussione sulla loro mutevolezza stilistica nel corso degli anni. E non vi sono risposte semplici, si vedrà meglio più avanti il perché...).

Percio' mentre erano divenuti una specie di mito per l'ambiente alternativo londinese, nelle città di provincia il loro approccio musicale e anche "visuale" (light-show) non era affatto compreso.
Si è già detto che sul gruppo lanciavano lattine e persino bottiglie di birra, e altri oggetti vari, come quella moneta che ferì Waters in fronte. In seguito Waters disse che in quel periodo il gruppo aveva stabilito un vero record nella velocità con cui faceva *svuotare* le sale da ballo inglesi. Mentre invece trovarono un pubblico maggiormente interessato in Olanda e Danimarca.
Solamente fra il 1968 e il 1969 il resto dell'Inghilterra sarebbe divenuto "recettivo" verso le forme sperimentali di rock: I Pink Floyd, che sperimentavano dall'inizio del 1966 almeno, erano dei pionieri.

Comunque sia, questa grande attività di concerti non sempre premiati dalle risposte del pubblico, era indubbiamente anche una fonte di stress, soprattutto dopo il successo dei primi dischi singoli: un altro fattore che Syd Barrett pareva sopportare meno bene degli altri, anche perché era lui "il pilastro centrale" dei concerti. E riponiamoci la domanda: cosa portò Barrett alla sua grave crisi psichica?

IL RUOLO "LISERGICO"
Nella parte precedente avevo scritto: "Syd Barrett stava cedendo alle pressioni psicologiche, commerciali, dello spettacolo... e all'accumulo degli effetti dei suoi viaggi con l'acido." Già... quale parte ha avuto l'uso e l'abuso di LSD-25 da parte di Syd Barrett nell'originare il suo "crollo mentale"?

Perché Il Pifferaio alle Soglie dell'Alba era andato Oltre la Soglia che separa la nevrosi dalla psicosi?

Vari personaggi che avevano avuto modo di conoscere da vicino Roger Keith "Syd" Barrett erano convinti che il ruolo della LSD sia stato fondamentale nel determinare la grave crisi psichica di Barrett.
Le testimonianze comunque non sono sempre concordi. Peter Jenner diceva che attribuiva la colpa all'eccessivo uso di "acido", ma aggiungeva poi che, *comunque*, se anche non ci fosse stato l'acido, prima o poi il "brain damage" di Syd Barrett sarebbe avvenuto. June Bolan era convinta che la causa primaria fosse l'LSD.
I "compagni di avventure sonore" del gruppo non sono molto entusiasti nel parlare di questo argomento. Ho comunque raccolto dei pareri in merito soprattutto da parte di Gilmour (che in realtà non faceva parte del gruppo assieme a Syd, se non per poche settimane... e comunque *dopo* che la crisi era già avvenuta, ma conosceva Syd da quando erano ragazzi e si erano formati musicalmente insieme, si puo' dire), e di Rick Wright.
In seguito farò notare come non mi sembri una coincidenza che proprio Gilmour e Wright siano stati meno restii rispetto a Waters e a Mason a parlare delle possibili cause della grave crisi di Barrett, e soprattutto perché...

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[
Fine dell'assaggio de "IL PIFFERAIO OLTRE LA SOGLIA"]

p.s.: nel seguito dell'articolo, finalmente, parlerò dell'album The Piper At The gates Of Dawn.

Pink Floyd - Lo Stilema Errante
di Valerio HT
Newsgroup: it.fan.musica.pink-floyd