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La Psichedelia (Martedì 6 gennaio 2004 - 02:34:32)

Siamo dunque giunti con la nostra ricerca storica giusto all'inizio del 1966. Ancora non si è pronunciata la parola "magica": PSICHEDELIA.
Dobbiamo fare un breve salto indietro, al 1965, per poter inquadrare le espressioni artistiche del gruppo nell'ambito dei concetti di "musica psichedelica" e più in generale "arte psichedelica".

Storicamente, la "dichiarazione programmatica" della musica psichedelica si fa risalire al debutto dei 13th Floor Elevator, appunto avvenuto circa un anno prima. Rapidamente il concetto si è diffuso ad altri gruppi della West Coast e poi anche fuori di essa, ognuno dei quali ha interpretato a suo modo lo "spirito psichedelico": ovviamente parliamo degli altri Californiani, soprattutto Jefferson Airplane e Grateful Dead, ma anche dei Texani "Red Crayola", ad esempio.

Però ci volle un po' di tempo prima che i dischi dei gruppi suddetti fossero realmente disponibili, e in particolare nei negozi inglesi. E la nota trasmissione radiofonica "Perfumed Garden" che qualcuno tira in ballo, inizio' i suoi programmi nel 1967: si trasmettevano appunto i vari pezzi di tutti i gruppi psichedelici USA (e non solo) di cui fossero reperibili dei dischi (spesso solo d'importazione). Ma noi stiamo parlando di ciò che facevano i Pink Floyd PRIMA che nelle radio inglesi si potessero ascoltare quei pezzi, e prima che nei negozi di dischi di London fossero in vista i dischi in questione. In un'intervista rapida che risale credo a inizio 1967, subito prima del passaggio del gruppo alla EMI, fu chiesto a Waters se conoscesse quei gruppi californiani, e Roger Waters in sostanza rispose che aveva ascoltato solamente qualcosa dei Love, per il resto di Grateful Dead, Jefferson Airplane etc. aveva solo sentito nominare i nomi...
Dunque, come fu che i Pink Floyd approdarono alla musica "psichedelica" pur non avendo conosciuta quella nativa di San Francisco e dintorni?

Ritorniamo di nuovo al 1965, e stavolta a Londra.
La cultura "alternativa" inglese si è sviluppata dentro e attorno alle "Art Schools". Certamente la fonte primaria d'ispirazione fu quella, precedente, americana: del resto, i personaggi più noti del movimento Beat, ossia Allen Ginsberg e William Burroughs, erano assai spesso a Londra nei primi anni '60.
Intanto in California dal Beat di partenza si sviluppò una "controcultura", quella che poi si sarebbe detta degli *hippies* (i "figli dei fiori"), in cui l'utilizzo di Cannabis e altre droghe psicodislettiche, compreso l'LSD, veniva visto come un mezzo per "l'espansione della coscienza". Ferveva un certo interesse per il misticismo orientale e s'affermava il concetto di "pacifismo". Questo fu il terreno della cultura "psichedelica", le cui espressioni musicali divennero i gruppi già citati.

Nel giugno 1965 si organizzo' una lettura di poesie alla Royal Albert Hall; ad essa parteciparono direttamente i celebri poeti Beat Gregory Corso e Lawrence Ferlinghetti, americani, e i loro emuli inglesi Pete Brown e Adrian Mitchell, ma soprattutto alla fine arrivò la recitazione da parte dello stesso Allen Ginsberg della sua "Tonight Let's All Make Love In London". Convenzionalmente talvolta si pone quella manifestazione come "inizio ufficiale" della cultura "alternativa" inglese, o come si diceva allora, "Underground".

Nacque quindi una comunità alternativa anche a Londra, della quale due personaggi di spicco erano Peter Jenner e John Hopkins, entrambi laureati a Cambridge, interessatissimi al Beat e al Jazz (e alla sperimentazione con Cannabis, si dice). Essi crearono percio' un'etichetta discografica "Underground", la DNA. Fu prodotto un unico album, "AMMusic" del gruppo AMM, che potremmo considerare band di "free jazz" ma con palesi influenze di musica colta contemporanea.
Essi sul palco si avvalevano di effetti di luce e di vari accorgimenti scenografici, inoltre utilizzavano particolari strumenti costruiti da loro, come un pedale attivante una radio posta sul palco, e tecniche peculiari per suonare strumenti "convenzionali", come faceva Keith Rowe quando lasciava scivolare delle biglie sulle corde della chitarra elettrica. Chi conosce le esibizioni dei Pink Floyd dei primi anni avrà già ravvisato degli elementi comuni: infatti, e non a caso, poichè Peter Jenner, già manager degli AMM, nel
1966 lo divenne anche dei Pink Floyd, assieme ad Andrew King.

Un fulcro della "Swingin' London" del 1966 era il Marquee Club, un locale di Soho ben noto nella cultura rock inglese. I gruppi musicali che si esibivano in quel periodo avevano alle spalle la proiezione di filmati, e il pubblico partecipava attivamente in vari bizzarri modi, dai vestiti stravaganti al lanciare fiori sul pavimento, al rotolarsi dentro grossi cubi di gelatina rosa (all'uopo, era anche commestibile).
Si stava insomma manifestando un "movimento psichedelico inglese", che certamente aveva come fonti culturali le stesse di quello californiano, ma era "rielaborato" sulla base della situazione socio-culturale inglese e londinese in particolare.
Il 13 marzo del 1966 era presente una band pressoché ignota ancora, tali Pink Floyd Sound. John Hopkins (l'amico di Peter Jenner) era presente, e fu colpito dalla peculiarità di ciò che l gruppo faceva: "non faceva musica, produceva *suoni*, onde e muri di suono, assai diversi da qualsiasi cosa mai suonata prima, almeno all'interno del rock. Era come la musica seria, non come quella di consumo, una serie di esperimenti coi suoni più folli. John Cage aveva fatto cose simili".

I Pink Floyd impressionarono molto il sia pur ridotto pubblico del tardo pomeriggio di quel giorno, e durante la primavera divennero una presenza regolare al Marquee e ai suoi domenica pomeriggio di "Spontaneous Underground". Barry Miles, considerato il primo "discepolo" inglese di Allen Ginsberg, fu invitato a scrivere un articolo sulla nuova scena "underground" inglese per la rivista "Underground East Village Other", di New York, e nell'articolo pose in evidenza proprio i Pink Floyd (così gli "alternativi" della East Coast seppero del gruppo oltre un anno prima della uscita di "The Piper at the gates of dawn")

Peter Jenner dal canto suo fu colpito dal modo in cui il gruppo iniziava a suonare versioni "canoniche" di brani Blues per poi scivolare in "incredibili interludi psichedelici".

Pure, quando Jenner offrì al gruppo di registrare per la DNA Records, seppe che tenevano in considerazione l'idea di sciogliersi entro l'estate o subito dopo. Non era facile trovare ingaggi per i concerti, Waters e Mason intendevano continuare gli studi d'Architettura, e Syd Barrett era più interessato alla Pittura che all'attività musicale: l'unico che era fermamente intenzionato a proseguire la carriera come musicista era Richard Wright, che aveva anche abbandonato gli studi di Architettura per frequentare per breve tempo la London School Of Music.

Dopo un breve vacanza estiva, comunque, il gruppo si rivide con Jenner e un altro aspirante produttore, Andrew King. Waters però chiari' subito che per prima cosa al gruppo serviva avere dei manager veri e propri, cosa che Jenner e King accettarono senza problemi. Si costituì una società di nome "Blackhill Enterprises", costituita dai 4 Pink Floyd più i due nuovi manager. Il 31 ottobre 1966 furono effettuate
delle registrazioni presso un piccolo studio, il "Thompson Private Recording Company" di Hemel Hempstead, Herts, che comprendono "Let's Roll Another One", "Silas Lang?" e una versione di "Interstellar Overdrive". Peraltro ne' le esecuzioni ne' le registrazioni riuscirono molto bene, quindi tale materiale è reperibile solo su RoIO.

Più importante per la storia del gruppo fu invece una esibizione per conto della "Free School" di Jenner e Hopkins (una sorta di "università Underground"), avvenuta il 14 ottobre 1966 alla All Saints Hall (una chiesa a Powis Garden a Londra). Durante essa, una coppia di americani amici di Timothy Leary portarono un proiettore di diapositive e durante il concerto del gruppo proiettarono immagini molto "psichedeliche". Questo fatto diede il via ad una ricerca dell'effettistica luminosa da Light Show, e arrivo' tale Joe Gannon, allora solo diciassettenne "ragazzo prodigio" dell'elettronica, e assieme ad un altro creativo Wynne Willson (coninquilino di Syd Barrett) escogitarono un sistema con cui tramite uno strumento a tastiera potevano accendere e spegnere proiettori e riflettori colorati di vario tipo, inoltre svilupparono la tecnica delle "diapositive liquide".

MUSICALMENTE, però, il fatto rilevante fu un altro: nel repertorio suonato erano presenti vari pezzi nuovi, composti dal gruppo stesso (principalmente da Syd Barrett):
Let's Roll Another, Stoned Alone, The Gnome, Interstellar Overdrive, Stethoscope, Matilda Mother, Pow R Toc H, Astronomy Domine...
anche se non erano del tutto scomparsi i pezzi classici di R&B. Soprattutto pezzi come Interstellar Overdrive, Astronomy Domine e "Pow R Toc H" esprimevano palesemente i risultati delle "esplorazioni sonore" del gruppo.

LO SPAZIO:
con Astronomy Domine ed Interstellar Overdrive fu anche palesato uno degli interessi allora presenti nel gruppo, per la fantascienza e i viaggi spaziali. Si sarebbe aggiunto poi "set the controls for the heart of the sun", di Waters, in ASOS, e tanto basto' per farli identificare da molti come "il gruppo dell'Era Spaziale". E del resto, la "Moonhead" fu composta appositamente per la BBC e specificamente per lo sbarco lunare dell'Apollo 11 del 21 luglio 1969 (in orario di Greenwich, era ancora il 20 luglio a Cape Canaveral o Cape Kennedy che fosse).
In seguito gli avrebbe dato fastidio il fatto che molti avessero ravvisato nel titolo "The Dark Side Of The Moon" un riferimento astronomico, ma allora non avevano ancora quel tipo di problemi...
Del resto, questo atteggiamento dei Pink Floyd per cui Mason avrebbe parzialmente smentito il loro supposto interesse per lo spazio astronomico la fantascienza *fa a pugni* coi fatti che per cui alla realizzazione di The Division Bell uscito nel 1994 contribuirono addirittura uno degli scrittori di SF più originali e noti, Douglas Adams, che suggeri' il titolo stesso dell'album, e nientemeno che il più grande astrofisico teorico vivente, proprio Stephen Hawking, che presto' la sua voce sintetizzata per l'introduzione del pezzo "Keep Talking"; ed entrambi furono presenti sul palco in occasione di concerti dati a Londra alla fine del Tour di The Division Bell.
Per chi fosse curioso sapere quale era il libro di SF da loro preferito: si trattava di "Dune".
Ma questi atteggiamenti contradditori ci fanno rendere conto che esiste anche un elemento di AMBIGUITA' nelle scelte del gruppo. Che a quanto pare, sono state parecchio influenzate dalle *circostanze specifiche di ogni periodo* .
E mettiamo quanto appena detto anche come Input per la nostra elaborazione tesa a comprendere la logica e il senso dei cambiamenti di direzione musicale e artistica del gruppo.

Ritorniamo ai Light Show...
Jenner ci dice che lui pensava che stavano realizzando esattamente quanto era stato fatto in California per psichedelia e Light-Show, ma in realtà nessuno di loro era stato in America e tantomeno a San Francisco, e quindi si crearono la *loro* personale versione di Underground. Quando lui e i Pink Floyd arrivarono realmente in USA, scoprirono che gli impianti di luce erano molto differenti: assai più costosi e potenti quelli americani, però NON erano proprietà dei gruppi e NON erano personalizzati dai gruppi stessi: Jerry Garcia, Norma Kaukonen e soci non influivano direttamente sul Light-Show, perché gli impianti luminosi erano adattati e manovrati (in California) da tecnici indipendenti, che avevano formato ditte specializzate come il Joshua Light Show di San Francisco: tali impianti venivano affittati dai locali e NON dai gruppi. Ben diverso il caso dei Pink Floyd, che avevano si un impianto "povero" in confronto ai cugini USA, ma era stato creato *apposta* per loro, era di loro proprietà e potevano direttamente richiedere delle modifiche/aggiunte.
Jenner ci dice che seppure con qualche limite dovuto alle non grandi risorse economiche, i Light-Show dei Pink Floyd erano a loro modo più originali e fantasiosi di quelli dei loro colleghi californiani: indubbiamente il merito era in buona parte anche dei loro personali tecnici delle luci.

ROUNDHOUSE, 15 ottobre 1966.
Data ancora più importante, quella del giorno dopo, per il lancio della prima rivista Underground inglese, IT, nome nato dalla frase "what should we call IT?" (come la chiamiamo?), ma che fu subito considerato come l'acronimo di "International Time". Si organizzo' una "All Night Rave" in un grande edificio usato come magazzino e vecchio deposito di locomotori ferroviari, appunto la "Roundhouse". Hopkins ottenne l'utilizzo gratuito dell'edificio per l'evento, e naturalmente furono chiamati i Pink Floyd, pagati 15 sterline per lo spettacolo, e anche i Soft Machine, pagati 10 sterline.
All'evento furono presenti personaggi assai noti in campo artistico, fra cui Michelangelo Antonioni (a Londra per girare "Blow Up", il suo film sulla "swinging London") e persino Paul McCartney.
Quella nottata alla Roundhouse fece molta sensazione, e se ne parlo' in articoli giornalisti persino in California (peraltro quello che giunse lì fu MOLTO alterato da un giornalista che neppure si era reso conto che Pink Floyd e Soft Machine stessero facendo della musica...).

Il 12 dicembre i Pink Floyd suonarono per la prima volta nella prestigiosa "Royal Albert Hall", e il 22 dicembre ritornarono al celebre "Marquee Club".

UFO CLUB.
Il 23 dicembre 1966 fu aperto un nuovo Club ad una specie di vecchia sala da ballo, al numero 31 di Totthenam Court Road, in precedenza noto come "Blarney Club". Per quella sera il manifesto pubblicitario chiamava il club come "Night Tripper"... ma pochi giorni più tardi sarebbe stato noto come UFO CLUB. Lo scopo del Club, oltre che come centro di ritrovo "Underground", era quello di finanziare la rivista IT.
Ma comunque divenne IL centro attivo della psichedelia inglese.
I gruppi di casa all'UFO erano soprattutto i Pink Floyd e i Soft Machine.

Siamo ora alle soglie del 1967, anno in cui i Pink Floyd divennero professionisti con contratto per la EMI, e in cui successero molte altre cose, fra cui l'inizio della crisi psichica di Syd Barrett che avrebbe condotto a drastiche scelte e cambiamenti nel gruppo.

Prima di addentrarci nel 1967, però, fermiamoci ora un momento per mettere a punto quanto si possa aver capito delle motivazioni e delle scelte del gruppo.
Perché i Pink Floyd suonavano? La risposta è molto banale: perché gli piaceva farlo!
Ma sia Roger Waters che Nick Mason erano ancora iscritti alla più volte citata Regent School per il corso di Architettura. In effetti non erano affatto convinti di avere un brillante futuro da "star della musica", perlomeno non ancora...
Syd Barrett: lui pareva divertirsi molto con le sue invenzioni sonore. L'idea di poter divenire una celebrità in campo musicale non gli dispiaceva affatto, anche se non aveva affatto lasciato da parte l'originario amore per la pittura.
Richard Wright: ho già detto che proprio lui era il "più convinto" circa la sua vocazione musicale. Per lui era assolutamente essenziale per la propria realizzazione personale.

Perché i Pink Floyd divennero un gruppo sperimentale e psichedelico?
Per vari motivi:

1) Non potevano certo distinguersi per le loro "doti tecniche", e neppure per le loro conoscenze musicali: solamente Wright era capace di scrivere uno spartito, allora. Barrett era almeno capace di leggerli, gli spartiti musicali; Waters e Mason manco quello! Dunque il modo in cui potevano distinguersi era tramite la *fantasia*, la creatività di cui soprattutto Barrett abbondava.

2) Erano tutti assai aperti verso "il nuovo", il "futuribile", il "sorprendente", "l'originale" in campo artistico e soprattutto musicale.

3) Ebbero un manager, Peter Jenner, che a sua volta era attratto dalle espressioni artistiche maggiormente sperimentali, e che forni' loro anche dei nuovi spunti per le loro sperimentazioni, tramite a sua esperienza con gli AMM, gruppo che aveva molto a che fare con l'avanguardia e nulla a che fare col "Pop".

4) E perché la Psichedelia? Per il fatto che era IL movimento della cultura alternativa allora. Anche se la posizione dei vari membri del gruppo, riguardo il loro reale coinvolgimento con i concetti tipici del movimento, era assai diversa.

Syd Barrett si era "immerso in pieno" nella cultura psichedelica e nel "modus vivendi" della psichedelia, sino a divenire lui stesso l'Icona centrale della psichedelia inglese.
Roger Waters e Nick Mason, invece, si limitavano a "cavalcare l'onda" della psichedelia, per avere un loro pubblico e la possibilità di farsi conoscere. Nel gennaio del 1967 Mason disse chiaramente che:"il movimento psichedelico è accaduto *attorno a noi*, NON *dentro* a noi".
Quanto a Richard Wright, si trovava in una posizione intermedia fra quella assolutamente hippie-psichedelica di Barrett e quella di "buoni ragazzi della borghesia inglese" di Waters e Mason. Wright un po' di spinelli li faceva, ed era il più vicino a Barrett nello spirito sia musicale che ideale, mentre Waters e Mason stavano alla larga dalla Cannabis, dedicandosi semmai a qualche bevuta di birra.

Chiariamo ora un altro punto: chi conduceva i Pink Floyd nel 1966?
Ovviamente la "stella" del gruppo era Syd Barrett: da lui provenivano la maggior parte delle sonorità nuove e affascinanti del gruppo, ed era di gran lunga il "più scenico" sul palco.
Ma a trattare di affari, cercare ingaggi, organizzare materialmente e logisticamente il gruppo, rilasciare la maggior parte delle interviste dei Pink Floyd, e cercare di risolvere le varie grane che si presentavano nell'attività del gruppo, erano tutti compiti di cui si occupava già allora Roger Waters.

A questo punto siamo arrivati al 1967, l'anno in cui i Pink Floyd uscirono dall'Underground (in senso proprio) ed uscirono dei loro dischi per una Major, la EMI.
Ma di questo ci occuperemo nella prossima parte del nostro studio.

Saluti e buon compleanno a Syd Barrett (nato il 6 gennaio 1946).

Pink Floyd - Lo Stilema Errante
di Valerio HT
Newsgroup: it.fan.musica.pink-floyd