Dott. Ottalevi Flavio
Medico Nucleare
La Medicina Nucleare / Immagini Scintigrafiche |
La Medicina Nucleare è la branca specialistica della medicina che si avvale dell'uso di radionuclidi artificiali impiegandoli in forma non sigillata (ossia non racchiusi in involucri a tenuta né fisicamente adesi a supporti) a scopo diagnostico, terapeutico e di ricerca biomedica.
· In una opportuna forma chimica o coniugati a molecole o cellule che fungono da vettori, i radionuclidi vengono introdotti nell'organismo sotto forma di soluzioni, sospensioni, aerosol o altro e possono comportarsi come traccianti funzionali, permettendo studi diagnostici "in vivo", o concentrarsi in tessuti patologici, permettendone sia il riconoscimento sia - a volte - l'irradiazione terapeutica.
·
La medicina
nucleare è prima di tutto un servizio diagnostico spesso
insostituibile, a disposizione della medicina generale e
specialistica, in grado di fornire valide risposte a numerosi quesiti
diagnostici. Perchè ciò sia possibile è
necessario che il medico nucleare abbia una approfondita conoscenza
delle moderne problematiche medico-chirurgiche e un costante dialogo
con i medici che ne sono fruitori.
La medicina nucleare deve
quindi progredire insieme alle altre branche della medicina, anche
sfruttando le possibilità di sviluppo tecnologico offerte
dalla collaborazione di ingegneri, programmatori, fisici,
radiochimici e radiofarmacologi.
·
Al contrario delle
immagini radiologiche, che vengono ottenute sfruttando l'attenuazione
del fascio di radiazioni "x" da parte dei tessuti
interposti tra l'apparecchiatura che le ha prodotte e il sistema di
rilevazione, le immagini medico-nucleari vengono ottenute per mezzo
della rilevazione di radiazioni emesse da radiofarmaci distribuiti
nell'organismo.
E' quindi il paziente che emette le radiazioni
("gamma" o "x") che vengono registrate da
apposite apparecchiature in grado di ricreare l'immagine
corrispondente. Dal termine "scintillazione", che
definisce il fenomeno fisico sfruttato da queste apparecchiature per
trasformare in energia elettrica l'energia quantica dei fotoni
"gamma" o "x", le immagini da esse fornite
vengono dette "SCINTIGRAFIE".
·
Le varie metodiche
medico nucleari prevedono la somministrazione ai pazienti di un
radiofarmaco (un radionuclide o una molecola che incorpori o che sia
legata ad esso), scelto opportunamente in modo che si concentri
nell'organo oggetto di studio o che si comporti come tracciante di
una particolare funzione biologica.
La distribuzione
nell'organismo del radiofarmaco dipende dalla costituzione
chimico-fisica dello stesso, dalla via di somministrazione, dalla
capacità di attraversare barriere biologiche e di essere
trasportato dai carrier, dalle condizioni metaboliche del paziente.
·
La immagini
scintigrafiche esprimono la distribuzione spaziale o spazio-temporale
del radiofarmaco. Spesso le informazioni ricavate sono esprimibili
anche in forma di parametri numerici, permettendo di ottenere dati di
ordine semiquantitativo o quantitativo.
La peculiarità di
queste immagini è, quindi, di essere "funzionali",
cioè l'espressione morfologica di una funzione vitale.
Perchè, infatti, una sostanza radioattiva possa concentrarsi
in un tessuto qualsiasi dell'organismo è necessario che il
tessuto stesso sia vivo e funzionante.
Rispetto alle altre
metodiche di "imaging" (Radiologia, ECO e RMN), le immagini
medico-nucleari sono caratterizzate, in genere, da un dettaglio
morfologico nettamente inferiore, ma sono molto più ricche di
informazioni funzionali.
Nata nei primi anni '30 con l'uso dei radionuclidi per studi di fisiologia, la medicina nucleare è ha sviluppato numerose metodiche correntemente utilizzate in diagnostica ("in vivo" e "in vitro"), nella ricerca scientifica e, per alcune forme patologiche, in terapia.
· L'impiego per uso DIAGNOSTICO comprende:
o applicazioni di laboratorio, totalmente "in vitro" (es. dosaggi RIA);
· applicazioni "in vivo" e "in vitro", ossia studi di patologie mediante conteggi della radioattività nei fluidi corporei dopo aver somministrato opportuni radiofarmaci ai pazienti da esaminare (es. determinazione del volume ematico e plasmatico, calcolo della massa eritrocitaria, test di assorbimento della vit. B12);
· applicazioni "in vivo", di imaging morfo-funzionale, comunemente chiamate scintigrafie, che presentano un campo di applicazione potenzialmente vastissimo in quanto, utilizzando il radiofarmaco adatto, possono essere studiate numerose funzioni fisiologiche e le loro eventuali alterazioni.
L'imaging scintigrafico si contraddistingue, rispetto alle altre metodiche di imaging, per la capacità di mettere in evidenza una compromissione funzionale anche prima che siano riconoscibili alterazioni anatomiche.
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Il razionale
dell'uso della medicina nucleare in TERAPIA è
che il radiofarmaco somministrato al paziente, concentrandosi nei
tessuti patogici, possa irradiarli e distruggerli risparmiando, per
quanto possibile, quelli sani.
I radiofarmaci che vengono usati in
terapia sono, per lo più, differenti rispetto a quelli usati
in diagnostica perchè emettono radiazioni corpuscolate in
grado di dissipare tutta la loro energia in uno spazio molto piccolo
(<1 cm); ciò permette una radioterapia metabolica selettiva
e mirata. Ovviamente, come per gli usi diagnostici anche per gli usi
terapeutici è fondamentale una costante ricerca per la messa a
punto di nuovi radiofarmaci che presentino sempre migliori
caratteristiche fisiche e farmacologiche.
Esempi di applicazioni
di radioterapia metabolica sono:
o in campo endocrinologico: la terapia dell'ipertiroidismo, con radioiodio;
· in campo ematologico: la terapia della policitemia vera (Morbo di Vaquez), con radiofosforo;
· in campo reumatologico: la terapia intra-articolare della sinovite cronica da artrite reumatoide, con radiocolloidi;
· in campo oncologico: la radioterapia metabolica del carcinoma tiroideo con radioiodio, la terapia delle metastasi ossee con radiostronzio, la terapia palliativa dei versamenti sierosi neoplastici con radiocolloidi.
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Le metodiche
medico nucleari hanno avuto ed hanno un ruolo di primaria importanza
nella RICERCA biomedica.
Di particolare interesse, a
questo riguardo, sono le nuove possibilità fornite dalla
tomografia ad emissione di positroni (PET) che può utilizzare
le stesse molecole che normalmente entrano nel metabolismo dei
tessuti, come ad esempio il glucosio. Infatti, l'uso di radionuclidi
emittenti positroni, come il Carbonio-11, l'Azoto-13, l'Ossigeno-15,
il Fluoro-18, permette di marcare le molecole biologiche sostituendo
uno o più isotopi stabili con il loro isotopo radioattivo, con
il pregio di non modificarne in alcun modo le altre caratteristiche
fisiche e chimiche, mantenendo quindi invariate la biodistribuzione e
la funzione. Ciò permette di superare l'inconveniente
dell'alterazione della molecola che si provoca quando viene marcata
con i classici radionuclidi che, essendo in genere di peso atomico
elevato ed estranei alla molecola naturale, ne possono modificare più
o meno pesantemente il comportamento biologico. E' quindi prevedibile
un importante impulso nell'impiego di queste metodiche per la ricerca
farmacologica, poichè sono in grado di fornire dati precisi
sulla farmacocinetica delle molecole prodotte dall'industria.
IMMAGINI SCINTIGRAFICHE
A) TOMOSCINTIGRAFIA MIOCARDICA
B) SCINTIGRAFIA OSSEA TOTAL BODY
C) SCINTIGRAFIA CON LEUCOCITI MARCATI
ULTIMO AGGIORNAMENTO 24.1.2010