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Questa poesia di Francesco Bevilacqua, di cui non conosco il titolo, mi č stata segnalata da un caro amico, Fabio.
Tu guardi il cielo con le nubi sontuose e dimentichi la volgaritā e la confusione che ci circonda.
Tu vedi la superficie del lago ghiacciato che si frantuma e scordi i fiumi di parole inutili che volano nell'aria delle nostre cittā.
Senti il tuo respiro fiottare, provi fatica, e sparisce l'ansia del lungo tunnel oscuro in cui ci siamo infilati.
Passi accanto agli alberi immoti e silenziosi e trovi inutile ogni discorso sugli uomini.
E stai in pace.
Per un momento.
E pensi che di nient'altro avresti bisogno.
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