Riflessioni sull'aldilà

Riflessioni sull'aldilà




Alcune riflessioni sul problema dell'esistenza dell'aldilà.

         Sembrebbe che gli uomini, o forse almeno la maggior parte degli uomini, abbiano un forte bisogno di credere che qualcosa di se stessi sopravviva alla morte della propria struttura fisica. Questo bisogno si manifesta anche se la componente razionale della loro mente li porterebbe a pensare che nulla esista oltre la morte. Anche in questo caso l'uomo si sforza di indagare, di trovare una soluzione a questa inaccettabile condizione, quasi fosse un animale in gabbia alla ricerca di una via di fuga, incapace di arrendersi. L'uomo, cioè, non riesce ad accettare ciò che gli suggerisce il raziocinio, e anche se, da un punto di vista razionale, è convinto che nulla possa sopravvivere oltre la morte, i tentacoli del pensiero si spingono in tutte le direzioni, cercando, cercando un appiglio a cui aggrapparsi per credere che così non sarà.
         Allora, se diamo per scontato che l'uomo ha quasi sempre un bisogno interiore di credere alla perpetuazione della propria esistenza, ci possiamo chiedere: quali sono gli strumenti conoscitivi che egli ha a disposizione per pervenire all'acquisizione della verità?
         Questo desiderio di credere, questo bisogno di illudersi e di accarezzare con il pensiero scenari incompatibili con la ragione e la razionalità, hanno un valore di verità? O piuttosto gli strumenti più affidabili per pervenire al vero non sono unicamente la ragione e la razionalità? Ancora una volta sono queste ultime componenti del pensiero umano che ci forniscono la risposta, ribadendo la propria incontestabile superiorità nella ricerca di ciò che è. Non si capisce perchè ed in quale modo le spinte irrazionali della mente umana, presenti in vario modo ed in diversa forma, possano fornire un qualsiasi contributo all'acquisizione della conoscenza ed alla ricerca della verità. In una nazione come l'Italia, milioni di persone si illudono di poter vincere alla lotteria, ma solo pochissime lo faranno; ai fini pratici, per un individuo, vincere alla lotteria è praticamente impossibile, eppure quasi tutti comprano i biglietti. In fisica alcuni eventi ritenuti classicamente impossibili, come ad esempio appoggiarsi ad un muro e ritrovarsi dall'altra parte dopo averlo attraversato, sono invece teoricamenti possibili, secondo quanto messo in evidenza dalla meccanica quantistica (superamento di una barriera di potenziale mediante l'effetto tunnel). Ma la loro probabilità di verificarsi è così bassa che continuiamo a ritenerli ancora impossibili, a tutti gli effetti pratici. Per la lotteria avviene qualcosa di molto simile (pur essendo gli ordini di grandezza delle probabilità coinvolte molto diversi): anche se deve esserci necessariamente un vincitore, per il singolo individuo è praticamente impossibile vincere, e ciononostante quasi tutti si illudono di poter vincere e sognano e accarezzano questo pensiero, in maniera simile a quanto si fa con l'aldilà.
         A volte il credere razionalmente all'estinzione della propria consapevolezza che avverrà con la morte, non impedisce alla componente irrazionale della mente di illudersi che qualcosa invece sopravviverà: ad esempio i ricordi, anche se sappiamo bene quanto inestricabilmente questi ricordi siano legati alla struttura fisica che chiamiamo cervello; basti pensare che alcune persone perdono il ricordo di fette della propria esistenza o perchè hanno subito un ictus ischemico cerebrale (interruzione del flusso sanguigno con conseguente mancanza di ossigenazione di alcune parti del cervello) o per traumi di altra natura. Più in generale l'approfondimento del rapporto mente-cervello e i progressi continui ottenuti in questo settore, chiariscono con sempre maggiore evidenza il legame indissolubile ed inestricabile tra la nostra mente e la struttura fisica che chiamiamo cervello. Diventa sempre più chiaro che i nostri stati mentali sono una funzione di ciò che avviene nel cervello: dalla consapevolezza, al sonno, agli stati alterati di coscienza. Ma non c'è bisogno di essere aggiornati sulle ultime scoperte nel campo delle neuroscienze per intuire che ogni cosa di noi stessi, ogni cosa che percepiamo fuori e dentro di noi, è mediata dalla nostra struttura fisica.
         La prospettiva di estinguersi totalmente risulta alla maggior parte degli uomini inaccettabile (anche se per alcuni, in particolare in certe circostanze, non è così), ma non dobbiamo lasciarci accecare dalla sofferenza che questa prospettiva comporta rinunciando alla dignità di guardare al mondo ed a noi nella prospettiva della verità.



Indietro