Brevi riflessioni



-- Percezione immediata ed approfondimento.
Spesso l'immagine della realtà che ci costruiamo è determinata dalla intuizione di primo livello e dalla percezione più immediata. Non facciamo intervenire, cioè, l'approfondimento e il dubbio, che spesso sono indispensabili al fine di pervenire ad una visione più corretta del mondo. La storia del progresso umano è costellata di cambiamenti di paradigma, di rivoluzioni che hanno determinato una mutazione radicale del senso comune o dell'immagine del mondo. Basti considerare che una volta si pensava che la Terra fosse piatta; basti pensare all'affermazione del sistema copernicano su quello tolemaico, o, su un livello meno intuitivo, allo stravolgimento dei concetti di spazio e di tempo apportato dalla teoria della relatività di Einstein o dalla meccanica quantistica. La lezione che dovremmo trarre da queste osservazioni è che le questioni non vanno mai liquidate troppo superficialmente o in forma definitiva, e ciò si dovrebbe applicare in ogni contesto, non solo in quello scientifico. La nostra visione delle cose, della vita, è inevitabilmente destinata a subire dei mutamenti nel corso del tempo, man mano che si capiscono meglio le cose e il velo di ingenuità che offusca la realtà viene spazzato via dalla maturità e dal maggiore approfondimento conseguito attraverso l'esperienza.

-- Ottimismo e pessimismo.
La sperimentazione di aspetti drammatici, tragici o angoscianti dell'esistenza di solito causa il venir meno della vena ottimistica relativamente al destino escatologico dell'uomo. Quando sperimentiamo gioia profonda, quando la Bellezza si dischiude alla nostra mente, ci sentiamo ottimisti e fiduciosi nel futuro, anche quello escatologico. Quando invece soffriamo, la vita ci sembra assurda, e il pessimismo prevale. Nella realtà sembrano coesistere aspetti apparentemente contraddittori, come la Bellezza, la fiducia nel futuro, le aspettative positive e dall'altra parte la sofferenza, il dolore, l'angoscia, il dramma dell'esistenza. A me sembra che questa coesistenza di aspetti contrastanti possa essere più facilmente spiegata ed interpretata pensando che essi abbiano origine dentro di noi, e non siano caratteristiche intrinseche della realtà, ma piuttosto emergono come un epifenomeno prodotto dall'attività complessa di una struttura complessa, il cervello.

-- Inferno o Paradiso.
La mente dell'Uomo ha un potere straordinario: il potere di cambiare, modellare, adattare, plasmare la realtà intorno. Questo potere ci conferisce una grande resposabilità, perchè sta a noi decidere che uso fare di questo potere. Se utilizzato nel modo giusto e più intelligente, ci dà la possibilità di costruire il Paradiso; se utilizzato nel modo più stupido e sbagliato, potrebbe precipitarci negli abissi più profondi dell'Inferno.

-- Emozioni.
Penso sia cosa buona evitare di affollare di emozioni il nostro animo e rallentare i ritmi della nostra vita, ispirandosi un pò al concetto di atarassia dei nostri antichi progenitori, ad alcuni concetti del Buddhismo o anche al titolo di un capitolo di un libro di Eckhart Tolle, dove c'era scritto che al di là della felicità e dell'infelicità c'è la Pace.
Ma forse va operata una distinzione tra vari tipi di emozioni. Ce ne sono alcune che generano dipendenza e la cui assenza, di conseguenza, causa malessere: queste emozioni non sono buone. Tra queste includerei ad es. le emozioni che si provano assumendo sostanze psicotrope, quelle che si provano di fronte al successo esteriore, quelle generate dall'abbondanza di beni materiali, quelle che ci affanniamo a rincorrere non per essere ma per apparire, e che non danno Pace. Ci sono altre emozioni che invece non generano dipendenza, perchè trasformano l'animo in positivo e lo rendono sereno, più forte. Se un'emozione, una volta cessata, mi lascia un senso di vuoto e di sofferenza, la considererei un pò con sospetto. Accetto invece l'emozione che mi trasforma e mi lascia sereno anche quando è cessata. E' comunque per me importante che gli eventi si susseguano a ritmo lento, che si abbia la possibilità di assaporare le cose, di meditarle, di soppesarle: il turbinio degli eventi genera malessere.

-- Perché il mondo esiste?
Ci sono due possibilità: o c'è il nulla, oppure c'è qualcosa. Se ci fosse il nulla, allora non ci sarebbero neanche leggi (di natura), e quindi tutto sarebbe possibile. Quindi, se ci fosse il nulla, potrebbe continuare ad esserci il nulla, oppure si potrebbe creare qualcosa. In assenza di leggi, la prima situazione sarebbe instabile, e allora verrebbe ad esserci qualcosa. L'ipotesi che ci sia il nulla è quindi inconsistente, perciò deve esserci qualcosa. Il fatto che il mondo sia così com'è, è allora un puro caso. Quindi siamo molto fortunati, perché avrebbe potuto essere molto peggio. Apprezziamo quello che abbiamo e quello che siamo, e sforziamoci di migliorare: è il nostro dovere.
(Me 19 Lug 2023, ore 13:40)

-- La coscienza non è un epifenomeno della materia.
Il fatto che gli esseri senzienti non sono grumi di sofferenza ma, almeno in condizioni normali, esistono in uno stato di relativo benessere, dovrebbe essere un indizio a favore dell'ipotesi che la coscienza può scegliere e che quindi non è un epifenomeno della materia.
(Gi 11 Gen 2024, ore 6:41)



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