Brevi riflessioni



-- La verità (il cui concetto è tra l'altro molto difficile da spiegare e definire) è la cosa più importante; solo sulle sue solide fondamenta è possibile costruire qualcosa di non effimero e duraturo, forse di definitivo. La verità a volte (anzi spesso) non è chiara ed evidente, ma qualcosa che va ricercata ed indagata; chiudersi nel dogmatismo o nell'acriticità, l'atteggiamento e la tendenza a non vagliare ed analizzare, a non prendere in considerazione ipotesi alternative, non costituiscono una valida metodologia di ricerca della verità.
     E' bello considerare anche una dimensione spirituale delle cose, e questa è senz'altro più bella se poggia sulla verità. A volte è così difficile rinunciare ad una visione spirituale dell'esistenza (cosa che si renderebbe opportuna se questa dimensione spirituale entrasse in conflitto con la percezione della verità), che una mente razionalizzante può mantenerla in vita considerandola ed accettandola come un'illusione, e separandola dalla realtà.

-- Ci sono dei posti, e dei momenti della vita, in cui ti sembra di essere in una dimensione diversa. Ci sono dei posti dove lo spirito riesce ad elevarsi al di sopra del banale e del quotidiano, fino a raggiungere le vette più alte della percezione; dei posti dove ti sembra possibile parlare con Dio e contemplare una bellezza sconfinata, fino a doverti chiedere: "Da dove viene tutta questa bellezza?", senza riuscire a dare una risposta, nonostante la concretezza e la necessità della domanda. In qualcuno di quei momenti capisci persino il significato della sofferenza, e persino questa acquista un senso. Ti sembrano dei momenti eterni, momenti di illuminazione in cui il dubbio e l'incertezza sono banditi, dei momenti destinati a lasciare un ricordo ed un'impronta perenne sul tuo spirito, e in parte è così; perchè dopo niente è più come prima. Certo, prima o poi precipiti nella solita banalità della vita quotidiana, nel disagio e nella sofferenza abissale in cui ti costringe la follia dell'uomo, ma puoi rifugiarti nel pensiero di quei momenti straordinari. E anche se non percepisci più quella dimensione, sai che una volta l'hai fatto, quindi è possibile, qualcosa c'è. E questo è consolante.

-- Quando questo freddo finirà, ed il sole con il suo tepore accarezzerà i fiori che con i loro colori costelleranno i prati verdi di una nuova primavera e con il loro profumo soave addolciranno l'aria; quando la sofferenza sarà stata bandita dal mondo ed il cinismo e la cattiveria lasceranno posto alla fratellanza e all'amore; quando il lamento ed il pianto dei sofferenti saranno un ricordo del passato; quando a tutte le creature e a tutti gli esseri viventi sarà stato riconosciuto il diritto alla vita e a non soffrire, allora, e solo allora, l'armonia potrà regnare nel mondo.

-- Dove prima c'erano prati verdi, alberi, ruscelli e sorgenti, ora c'è asfalto, fumo, capannoni industriali e cemento. L'uomo, per procurarsi delle cose di cui non ha bisogno e che in sostanza lo alienano e lo rendono schiavo, è costretto a rinunciare ad altre di cui invece ha veramente bisogno e che sono essenziali per la sua crescita spirituale e per la sua felicità. E così rinuncia al verde, ai prati e agli alberi, ad un utilizzo appropriato del tempo, per poter costruire macchine infernali che distruggono l'ambiente e disumanizzano i rapporti tra gli individui. Solo un cambiamento radicale degli stili di vita, una concezione rinnovata dei rapporti con il mondo e gli altri esseri viventi, una rinuncia al comportamento di superpredatore, può salvare il pianeta dalla distruzione. La felicità deve essere cercata in una passeggiata nei boschi, nell'ascoltare il canto degli uccelli, una musica di Beethoven o di Schumann, una bella canzone, nello studiare le conquiste del pensiero umano, la teoria della relatività, la meccanica quantistica; la felicità deve essere cercata nello stabilire rapporti di fratellanza ed amicizia con i propri simili, di rispetto e amore nei confronti delle altre creature, nella contemplazione della Bellezza. Invece molti la cercano comprando un'automobile più potente che consuma di più, facendo shopping in un centro commerciale, comprando un appartamento in un alveare, facendo un viaggio in una località turistica esotica. Bisognerebbe invece cercare di dare un senso alla vita impegnandosi e dando il proprio contributo per costruire un mondo più civile e rispettoso, comportandosi in modo tale da non arrecare danno alle creature indifese, misurando e soppesando ogni azione ed ogni pensiero, per poter apprezzare ogni cosa. Bisognerebbe cercare di dare un senso alla vita combattendo insieme tutto ciò che è sbagliato, tutto ciò che è male, tutto ciò che è distruzione.

-- Vagando in quei luoghi solitari e misteriosi dove si aggirano solo pochi spiriti inquieti alla ricerca di qualcosa di inafferrabile, ho incontrato la Bellezza. E questo è stato uno dei doni più belli e preziosi che abbia ricevuto. Quando si incontra la Bellezza si ha anche la percezione di qualcosa di profondo che l'accompagna, di talmente profondo da essere imperscrutabile. La percezione della Bellezza, nella sua forma più pura e più profonda, è accompagnata dalla sensazione che essa non sia qualcosa di soggettivo, ma che abbia un'esistenza propria, assoluta, indipendente dall'osservatore. Qualche volta mi soffermerò a parlare con qualcuno di quegli spiriti solitari, e percorreremo insieme un tratto di cammino, sulla strada che conduce laddove sarà possibile afferrare l'Equazione della Bellezza.

-- Il mondo, si sa, è dominato dal commercio e dagli interessi economici. E così, quando qualcosa di nuovo viene scoperto o inventato, immediatamente un nuovo prodotto è immesso nel mercato, per produrre profitto. Le conseguenze di questa commercializzazione non vengono prese in considerazione; non vengono valutati e tenuti in debito conto l'impatto ambientale, l'impatto sociale, l'impatto culturale, le conseguenze sul piano spirituale della diffusione del nuovo strumento. In una società razionale tutti questi fattori dovrebbero essere attentamente analizzati e presi in considerazione, se si intende perseguire il bene dell'umanità. Le masse non sono in grado di autoregolamentarsi, e quando hanno in mano un nuovo giocattolo o un nuovo gingillo, ne fanno un uso indiscriminato e deleterio. Solo qualche individuo dotato di senso morale ed autodisciplina, che persegue la propria crescita personale ed il bene comune, è in grado di comportarsi in modo corretto e di discernere tra il vero bene ed il male.

-- La risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto, che ciascun individuo tenta di darsi, non è funzione soltanto della propria intelligenza, delle capacità di sintesi e di analisi, dei dati oggettivi in possesso, ma è anche fortemente influenzata da fattori soggettivi e personali quali l'orientamento psicologico e il patrimonio esperienziale. Tuttavia l'uso della ragione può contribuire ad individuare ed isolare i fattori soggettivi e personali e, pur se resta comunque molto difficile e forse, allo stato attuale, date anche le circostanze e i limiti presenti, privo di senso darsi una risposta caratterizzata da certezze assolute, si può in una certa misura tentare di analizzare il problema. Per quanto mi riguarda, mi riesce quasi impossibile giungere a conclusioni certe: ritengo che ciò potrebbe essere causato anche da fattori psicologici e aspettative irrazionali.
     Se si è interessati a cercare una risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto, può essere utile leggere, tra i tanti che trattano questa problematica, i seguenti libri:
R. Dawkins, L'illusione di Dio;
P. Davies, Una fortuna cosmica.
     Il primo contiene una analisi del problema dal punto di vista di uno scienziato (biologo evoluzionista) dichiaratamente ateo, mentre la posizione di Paul Davies (fisico) è decisamente più possibilista.

-- Sin dalla nascita, durante tutta l'infanzia e oltre, noi esseri umani veniamo abituati ad essere soccorsi nei momenti di sofferenza e difficoltà. Quando un bambino piange, di solito accorre un genitore a consolarlo; quando si fa male, interviene qualcuno che lo cura e lo consola. Man mano che cresce, gradualmente, il ruolo delle attenzioni parentali viene spostato verso la società. Si può ipotizzare che queste circostante generino una sorta di imprinting, di atteggiamento psicologico orientato verso l'ottimismo, un'aspettativa di soccorso nei momenti di bisogno? E questo atteggiamento psicologico, queste aspettative, si possono proiettare anche sulle convinzioni che riguardano il destino escatologico dell'uomo, le sue attese nei confronti di ciò che lo aspetta dopo la morte?

-- Se all'uomo fosse destinato di continuare ad esistere dopo la morte, sembra plausibile pensare che dovrebbe essere possibile acquisirne la corrispondente consapevolezza. L'incapacità di convincersi della realtà di questo destino, potrebbe, molto semplicemente, essere causata dal fatto che le cose stanno in modo diverso. Se così fosse, appare più difficile l'acquisizione di una corrispondente consapevolezza; in questo caso sembra più facile pervenire ad una plausibilità dell'idea. L'incapacità di fare il passo dalla plausibilità (anche molto evidente) alla consapevolezza potrebbe essere dovuta a fattori psicologici ed alla coltivazione di aspettative a cui è difficile rinunciare, oltre alla impossibilità di avere un'esperienza diretta della realtà corrispondente.



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