Triste Janero - Meet Triste Janero (1968, Rev-Ola, 2003)
Il quintetto di Dallas Triste Janero è un nome ricorrente e ben noto ai feticisti del pop anni sessanta, melodie contaminate di bossa a’la Sergio Mendes & Brasil ’66. Arie lounge, organi di ogni schiera, tastiere, cori femminili o misti, amabili oltre ogni descrizione, e corde soavemente evocative fanno di questo disco un vero classico.
Tutto fuorché triste nel senso di depresso, quest’album invero agisce come balsamo e velluto, forte di una strepitosa pastiglia lounge-pop come “rene de marie”, wet dream che s'augura di conoscere ogni appassionato, tra le più incandescenti di sempre.
Essa anticipa, per sè, i migliori dischi anni ’80 della britannica El Records (King Of Luxembourg, Louis Philippe).
Un altro grande capolavoro arriva con “You Didn't Have To Be So Nice” di Lovin’ Spoonful, ben prima del greco Yellow Balloon su Siesta, sommità altrettanto romanticamente appassionata, forte di uno strepitoso incipit di corde.
Passando per le cover “walk on by” di Bacharach/David, e la jazzata “Today it’s you” di F.Lai.
Pertanto quella di Triste Janero è una tristezza repentinamente declinata in dolcezza ineffabile, trasparente umida “saudade" (si osa persino una cover di “Somba de Orphia” di L.Bonfa, la si ricorderà, velocizzata nella nostrana telenovela trash “Beruscao”), tornando a legittimarsi nel prematuro scioglimento del gruppo, avvenuto nel 1970.
Molto consigliato.