Paul Williams - Someday Man (1970 Collectors’Choice)

Clamorosa ‘second coming’ per questo compositore, cantante e caratterista del Nebraska.
Quest’album è un’ottima prova di cantautorato pop-folk orchestrale ultramelodico (pianoforte, basso e una fissa per gli archi a pioggia come un Randy Newman ante litteram), alla Paul Simon o Harry Nilsson.

La title track “someday man” che apre l’album e di cui l'autore si riappropria dopo qualche prestito celebre (Monkees) diventa una delle le canzoni più belle dei primi anni settanta, tra quelle che hanno segnato l’immaginario di quei tempi.

In altri episodi come “so many people”, “she’s too good to me”, “mornin’ i’ll be movin” o l’esotica “time” la voce da trovatore attraversa distese arcadiche alla Al Stewart, John Lennon, Emitt Rhodes.


Disco assolutamente imperdibile per vivere e sognare utopie, sprofondare in dolci illusioni, nella fugace coscienza dell’inganno (“i know you”).