Inner Dialogue (Ranwood, 1969)
Inner Dialogue è la creatura del pianista e compositore nuyorkese Gene Dinovi, dagli onorevoli trascorsi jazz e swing; assistito qui dal paroliere Tony Velona e da due ragazze a canto e strumenti (piano, chitarra, basso, batteria).
L'omonimo esordio del 1969 è uno dei dischi soft-pop più seducenti mai concepiti, tra i più leggendari e ricercati dai collezionisti. Quintessenza angelica e angelicata, forte di una scaletta straordinaria, di composizioni che hanno fatto la storia di questo genere (storia pure "ideale", immaginaria, data la propria clandestinità), tra cui i due classici “yesterday the dog” e “little bits of paper” ma anche “within you”, “little children” e le altre, senza eccezioni.
Si alternano con indicibile sapienza trasporti e scosse a malinconie sparse, riflessioni interiori.
Inner Dialogue è un vero tripudio “stupefacente” di armonie soft-psichedeliche, di fasti d’arrangiamento “lounge” che non richiamano nulla in particolare eccetto se stesse; giusto qualche assimilazione di Brasil’66, Triste Janero, riminiscenze Free Design.
C’è chi ha perso la testa per il mix particolare di questo album irripetibile.
Sorta di concept bizzarro, una “wonderful weirdness”, cocktail di testi surreali, orchestrine deliziose e voci seducenti, celestiali.
Dopo il secondo, “Friends” (1970), lo scioglimento.