Bread – Baby I'm-A Want You (Elektra 1972)
La particolare qualità di questo disco ne fa uno dei ‘commiati’ del 'soft-pop' storico, con tutti i crismi del caso.
È il gennaio del '72 e gli anni settanta musicalmente avanzano (o indietreggiano a seconda di che genere voglia intendersi e perlustrarsi); anche il soft-pop andava trasfigurando secondo i segni dei tempi. Ma ci sono gruppi come questo, non allineati e piuttosto liberi nella propria variegata ricognizione floreale.
Terzetto poi quartetto, dal ’69 in attività, i californiani Bread con la quarta prova discografica realizzano la propria migliore raccolta di melodie, dolcissime e struggenti, diremmo McCartneyane ma anche grintose, come faranno Raspberries e Faces.
Bread è farina del sacco dei due leader, cantanti e tastieristi, David Gates (compositore principale) e James Griffin. Un duo che in questo Baby I'm-A Want You appaia un’altra coppia vincente di quei tempi come i Daryl Hall e John Oates dei primi album targati Atlantic.
Di questo disco si fa immediatamente notare la title track per la propria avvenente, fresca immagine di bellezza, un’immota melodia che svela in sé un’altra luminosa-desolata “Abandoned Luncheonette”. Uno dei classici pop dei primi '70 nonché sottile omaggio, nel proprio richiamo fonetico, alla Maybe i’m amazed di McCartney.
È poi la volta di Everything I own, la cui distinta linea melodica acustica (vistosamente imitata anni dopo dai Toto su ‘Africa’), irraggia una malinconia che circonda l’ambiente e disarma letteralmente.
A questo punto il disco decolla per sempre: fanno eco più avanti le bucoliche arie e i quieti panneggi di Diary e Games of magic, altri due splendidi lenti indimenticabili, mentre gli impasti vocali di Daughter fanno pensare a quattro passi per un’Abbey Road lastricata dai caratteristici suoni di tastiera.
Efficaci anche brani più tirati, a presagire il power-pop che verrà, come Mother freedom e Down on my knees: mostrano ‘altre’ volontà e direzioni, i possibili convivi del gruppo, sino a planare sui tristi commiati di Dream lady.
Un disco da possedere.