Mary Bee Cuddy è una donna di 31 anni che vive da sola nella frontiera americana. Per gli standard dell'epoca, è una zitella senza alcuna speranza di trovare marito, soprattutto fra gli uomini primordiali che popolano il Far West. Poichè però è in gamba quanto e più di loro, Mary Bee si assume l'incarico ingrato di trasportare tre donne uscite di senno attraverso il fiume Missouri e fino all'Iowa, da dove verranno rispedite negli stati dell'Est da cui provengono. Le tre donne sono impazzite in seguito alla vita durissima della frontiera: Arabella ha visto morire tre figli in tre giorni a causa della difterite; Theoline ha ucciso il figlio neonato durante un inverno particolarmente rigido; e Gro ha reagito con la follia ai continui abusi del marito. Mary Bee carica le tre donne su una diligenza che pare una prigione e si prepara a partire. Ma sa di non potercela fare da sola, e ingaggia un vagabondo cui ha salvato la vita, e che dice di chiamarsi George Biggs. Insieme, George e Mary Bee si avventurano lungo un viaggio impervio e ricco di incognite. Riusciranno nella loro missione (quasi) impossibile? The Homesman è il secondo film da regista di Tommy Lee Jones dopo Le tre sepolture, e ancora una volta il suo genere di riferimento è il western. Ma è solo una convenzione cinematografica, giacchè ciò che interessa a Jones va ben oltre il format con il quale si trova evidentemente più a suo agio. E la struttura classica del racconto western nasconde soprese, in particolare un colpo di scena davvero inaspettato che arriva a due terzi della storia, e ne cambia radicalmente il significato. The Homesman è il percorso di maturità verso una nuova consapevolezza di un uomo fino a quel momento vissuto secondo le leggi della frontiera: giorno per giorno, senza scrupoli, e badando solo a se stesso. Ma il vero protagonista è il senso profondo di ciò che è giusto o sbagliato di Mary Bee: un istinto che prescinde da ogni epoca, circostanza o genere. Jones mette a buon frutto la propria conoscenza dei codici western maturata nel suo percorso di attore, ricreando la poetica dei grandi spazi e la durezza della vita dei pionieri, e disseminando la sua storia di brevi accenni ai peccati commessi nell'edificazione del sogno americano: l'espropriazione delle terre indiane, la schiavitù, l'avidità degli imprenditori che hanno "civilizzato" il West, tutte facce della stessa medaglia, e tutte ugualmente lesive della dignità del genere umano. La narrazione procede in modo quasi scolastico, con un'aderenza al limite della reverenza verso gli standard del western: la regia di Jones e la fotografia di Rodrigo Prieto sono pulite, formali, scevre da inutili compiacimenti estetici; i dialoghi essenziali, a tratti persino didascalici, così come la caratterizzazione di Mary Bee. Tutto cospira a farci arrivare al colpo di scena impreparati, proprio quando crediamo di avere già capito qual è la storia che ci viene raccontata. È allora che The Homesman compie un salto di qualità, mettendo in gioco anche la visione del divino fino a quel momento data per acquisita. Più che di una redenzione, quel mondo apparentemente impostato sul mito della frontiera ha bisogno di una purificazione dei suoi appetiti egoistici e della sua concezione della supremazia di una razza, o un genere, o una nazionalità. Una necessità annunciata dal mutuo lavaggio di Mary Bee e George prima di intraprendere il loro viaggio, e ripetuta simbolicamente più avanti nella storia. Ma la vera potenza purificatrice risiede negli atti di gentilezza e di umana decenza distribuiti senza attesa di compenso, e in modo random, poichè se ognuno avrà quello che si merita non sarà il frutto degli atti compiuti più o meno saggiamente dai singoli, ma del naturale equilibrio morale dell'esistenza.
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DTS-HD Master Audio 5.1 / 48 kHz / 3798 kbps / 24-bit (DTS Core: 5.1 / 48 kHz / 1509 kbps / 24-bit)
MPEG-4 AVC / 31993 kbps / 1080p / 24 fps / 16:9 / High Profile 4.1
BD-Rip Full 1:1 / 34,63 GB / ENG DTS-HD Master Audio 5.1 / 48 kHz / 3867 kbps / 24-bit
35,7 Mbps