Afterhours
(Live Festa dell’Unità di Milano, EX Palatucker, 03/09/2002)
Freddo e pioggia a Milano, clima autunnale dopo un’estate non certo esaltante. Questa è la cornice che circonda il PalaTucker e la Festa dell’Unità dove sta per iniziare il live degli Afterhours.
Il tendone si affolla ben bene e intorno alle 22:30 c’è parecchia gente ad accogliere i Sux, il gruppo spalla di questa sera. Giorgio Ciccarelli si sdoppia: Voce e chitarra dei Sux e chitarra/cori/tastiere/disturbi degli Afterhours.
Il suo ingresso è quanto meno comico: cuffia da piscina in testa si pettina baffi e basette ammirandosi in uno specchietto tondo da trucco mentre simula con Davide Colombo (Chitarra) una tremolante copula. Giorgio si lancia successivamente nei suoi abituali movimenti isterici e torsioni facciali. Molto magnetico ed efficace. 40 minuti di un bel suono potente, i pezzi sono inframezzati dai commenti di Ciccarelli, auto-ironico e davvero divertente. Plauso a Christian Born alla batteria. Piero Bruni al basso completa la formazione dei Sux.
Veniamo al “concertone”, il palco è sempre il solito di tutto il tour, teli cangianti dietro al palco, con la differenza di qualche luce in più rispetto ai “concertini” di provincia. (il comitato Fioremalvagio ha seguito gli After un po’ dappertutto in questo tour). L’ingresso sul palco avviene alle 22:45 circa, gli After aprono come di consueto con “Quello che non c’è”.
Manuel, come ammetterà a fine concerto, è influenzato. Durante i primi tre pezzi la cosa appare evidente, successivamente però la voce si riscalda e lui insieme a lei. L’ultimo disco viene eseguito al completo con l’eccezione purtroppo de “Il Mio Ruolo”. Tra le canzoni “Vecchie” ci suonano 1.9.9.6, una splendida Milano Circonvallazione Esterna, Male di miele, Pelle, Rapace, Voglio una Pelle splendida, Hai Paura del Buio, Non è per Sempre, Tutto fa’ un po’ male, Dentro Marylin, Televisione (bellissima).
Il tour, come l’avevo visto partire, mi aveva un po’ preoccupato. Dopo le notizie di scioglimenti probabili la band mi era apparsa sul palco svogliata, annoiata, al di là delle normali difficoltà di ogni inizio tour (mi riferisco alla serata del Live di Trezzo). E invece le serate sono andate in crescendo sia nella precisione di esecuzione che nella partecipazione ed entusiasmo. Questa sera gli After hanno suonato bene, complice un pubblico numeroso e partecipe (ma non adorante che a Manuel non piace). Bella ed efficace come sempre la messinscena televisiva al termine di Bungee Jumping, pezzo che insieme a Varanasi Baby ha secondo me la miglior resa live tra i brani dell’ultimo disco.
Da segnalare anche Rapace, davvero suonata bene, con grande sforzo vocale di Manuel che come sempre non esita a regalarsi totalmente, oltre ogni pretesa.
Pensando alle critiche: ho trovato la voce di Manuel, già di per sé compromessa, ulteriormente penalizzata da un volume di mixer insufficiente, a tratti coperta da un volume di basso a mio parere eccessivo (encomio però all’esibizione di Andrea Viti, preciso e virtuoso dall’inizio alla fine). Unico pezzo non suonato bene è stato Ritorno a Casa dove non sono state rispettate le dinamiche di volume alto-basso in fase con la voce narrante di Manuel, la quale per tutta la parte iniziale è stata “soffocata” dal suono.
La chiusura su Vorrei una Pelle Splendida è come al solito da brivido, tre battiti ritmati di mani hanno addirittura preceduto l’attacco del pezzo e tutti abbiamo come sempre continuato a batterle per un buon minuto a far da coda alla canzone.
Non posso dire che questo sia stato il concerto più bello del tour, complice la mia avversità (così come del resto di Fioremalvagio) ai posti grandi e affollati dove si perde un po’ di intima atmosfera. E’ stata comunque un’ottima serata, in cui non ho desiderato la fine del concerto e quando è terminato ne volevo ancora. Gli After sono come sempre molto umili….sul palco sono dei signori…come li definì l’amico Ivano, che mi iniziò tempo fa con un nastro di “Germi”.
Alla prossima dunque, fino alla fine del Tour. Marcello