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Con Ambient viene generalmente inteso un genere di musica molto lenta e di atmosfera, fatto di suoni (spesso elettronici) sostenuti per alcuni secondi, il cui pacifico fluire non segue i consueti canoni musicali ma tende piuttosto ad assomigliare ai suoni della natura.
Non per niente
Brian Eno,
il massimo esponente di questo genere, asseriva in un'intervista di aver
composto una delle sue opere intitolate "Ambient" ascoltando il
rumore del vento proveniente dall'esterno dello studio di registrazione.
Egli cerco` di comporre della musica che "suonasse bene" insieme al
rumore del vento. In realta` il suo obiettivo era di produrre della musica
emozionalmente "neutra", della musica che potesse accompagnarsi a
qualsiasi tipo di rumore di fondo, della musica che non dovesse essere
necessariamente ASCOLTATA, ma che potesse essere di volta in volta ignorata
oppure facilmente inserita nello specifico contesto dell'ascoltatore, qualunque
esso fosse.
In questo senso la "musica per ambienti" di Brian Eno puo` essere
(per sua stessa definizione) musica per aeroporti, musica per supermercati,
musica per dentisti. Musica che puo` essere inserita in un qualunque ambiente,
ed il cui ruolo nell'ambiente non e` imposto dal compositore ma e` definito
dal fruitore stesso.
Alcuni compositori sono andati oltre ed hanno prodotto delle lunghe sessioni di suoni "naturali", ossia registrazioni dei suoni provenienti da un ruscello, da un temporale, dall'oceano, da una foresta e cosi` via. Alcune volte si tratta di registrazioni di eventi reali, piu` facilmente si tratta invece di suoni campionati e successivamente giustapposti in modo da definire un'integrita` d'opera in cui l'artista avesse un ruolo creativo invece di essere semplicemente uno "scopritore" di suoni.
La musica Ambient ha un ruolo importantissimo fra i cultori di quelle nuove forme di misticismo in voga di questi tempi con l'avvento della new age. Infatti questa musica, oltre ad avere ritmi e sonorita` tali da indurre un senso di tranquillita` e di rilassamento in chiunque, favorisce la concentrazione e l'introspezione tanto da essere spesso utilizzatata da chi pratica la meditazione.
Diversi artisti di provenienza rock si sono dedicati alla musica Ambient. Per esempio il gia` citato Brian Eno, che ha spaziato dal rock all'avanguardia ed e` stato produttore di nomi colossali come gli U2. La mia preferita tra le sue opere e` AMBIENT #1 (music for airports), in cui viene sintetizzato al massimo il ruolo di "sfondo" di questo tipo di musica.
David Sylvian, inoltre, che dopo essere stato leader del gruppo new-wave
Japan, ha approfondito certi aspetti prettamente new age del suo stile,
collaborando con nomi del calibro di
Riuichi Sakamoto
e piu` recentemente con
Robert Fripp.
Nel campo dell'Ambient ha scritto delle pagine memorabili nella sua GONE TO EARTH
ed in FLUX+MUTABILITY (in collaborazione con Holger Czukay).
La collaborazione con Sakamoto, per cui ha scritto il testo della celeberrima
MERRY CHRISTMAS MR. LAWRENCE, ha prodotto la bellissima
FORBIDDEN COLORS che e` il mio preferito fra i suoi lavori.
Vale inoltre la pena di ascoltare quel piccolo gioiello che e` RAINBOW DOME
MUSICK di Steve
Hillage, di una tale bellezza e purezza da evocare visioni dal giardino
dell'Eden.
Concludo citando
Harold Budd,
poeta, pianista e compositore, che in lavori quali THE PAVILION OF DREAMS o
LOVELY THUNDER esegue un genere di musica "onirica", ispiratrice di
quiete e serenita`.
"
Nell'intraprendere un lavoro di questa lunghezza era mia intenzione affrontare
direttamente il problema della scala (o tempo) musicale.
La musica [in quest'opera] e` al di fuori della consueta scala temporale,
sostituendo a questa un senso temporale esteso e non-narrarivo.
Puo` capitare che alcuni ascoltatori, sentendo mancare le usuali strutture
musicali (o punti di riferimento) mediante cui sono abituati ad orientarsi,
provino delle iniziali difficolta` nel percepire effettivamente questa musica.
Comunque, quando risulta chiaro che 'non succede niente' (nel senso abituale),
ma che, invece, il graduale aumento di materiale musicale puo` servire e serve
come base per l'attenzione dell'ascoltatore, allora egli puo` forse scoprire
un altro modo di ascoltare - uno in cui ne` la memoria ne` l'anticipazione
(i consueti mezzi psicologici della musica programmatica, che sia Barocca,
Classica, Romantica o Moderna) hanno un posto nel sostenere il tessuto, la
qualita` o la realta` dell'esperienza musicale.
Si spera che l'ascoltatore riesca a percepire la musica come una 'presenza',
liberata della sua struttura drammatica, un puro mezzo sonoro.
"
Nella musica minimalista frammenti musicali molto brevi (pattern) vengono ripetuti continuamente, sovrapponendosi fra di loro in diverse maniere e variando in ritmo, lunghezza, altezza, timbro e tutti gli altri modi possibili. Seguendo le tecniche esplorate da maestri quali il gia` citato Philip Glass, ed inoltre Steve Reich, Terry Riley ed altri, questi giochi d'incastro e modulazione creano l'equivalente musicale di un caleidoscopio in rotazione, le cui immagini, pur astratte e geometriche e quindi non-rappresentative, hanno un proprio fascino particolare ed accattivante. Le armonie prodotte sono, nella loro semplicita`, sempre varie ed imprevedibili.
Non e` da dimenticare inoltre il ruolo ipnotico della ripetizione, noto a tutte le civilta` e spesso utilizzato nelle danze tribali. L'ascolto della musica minimalista, accompagnato da una particolare concentrazione, puo` portare ad uno stato di coscienza di tipo meditativo, tra la veglia ed il sonno, in cui gli stimoli esterni sono annebbiati ed i pensieri sembrano scorrere piu` veloci.
Tanto e` vero che esistono collaborazioni fra esponenti del minimalismo americano
ed importanti nomi della musica etnica. Uno per tutti:
Ravi Shankar,
che ha collaborato con
Philip Glass
mescolando le sonorita` tipiche del raga indiano con lo stile inconfondibile
di Glass, ottenendo opere di grande suggestione come PASSAGES.
Di Glass sono inoltre memorabili le colonne sonore dei films di Godfrey Reggio
KOYAANISQATSI
e POWAQQATSI, che documentano la realta` e le contraddizioni
della nostra civilta`. Glass ha inoltre composto vere e proprie opere quali
AKHNATEN ed EINSTEIN ON THE BEACH ed una grandiosa esibizione tecnica di minimalismo
nella colossale MUSIC IN 12 PARTS (circa 4 ore di musica).
La mia personale preferita e`comunque GLASSWORKS, le cui lunghissime sessioni
per piano sono di una intensita` e profondita` tali da mettersi al pari con le
composizioni pianistiche piu` romantiche.
Un posto d'onore va inoltre a Terry Riley, un altro tra i padri fondatori del minimalismo, che nel 1964 precorse i tempi con la celeberrima IN C, opera-cult nel suo genere, in cui un DO ripetuto fa da filo conduttore per tutti i 70 minuti di musica, e successivamente con A RAINBOW IN CURVED AIR, stupenda suite di musica circolare che ben rappresenta i flussi della coscienza durante la meditazione.
Nella musica di
Steve Reich,
spesso, sono le percussioni a reggere l'impianto minimalista. In opere come
MUSIC FOR 18 MUSICIANS o SEXTET le voci recitanti sono xilofoni, vibrafoni o
marimbas, che interpretano gradevolissime dissonanze, mentre gli organi
accompagnano e danno continuita` all'insieme. In DRUMMING ci sono lunghe
sessioni completamente percussive, di sapore africano.
La mia preferita tra le sue opere e` MUSIC FOR A LARGE ENSEMBLE, in cui il
paradigma di Glass sul graduale accrescimento di materiale sonoro e` realizzato
con perfezione impeccabile: l'intero pezzo e` un irresistibile crescendo di
incastri ritmici e melodici che lascia col fiato sospeso per tutta la sua durata.
Un altro tra i miei preferiti e`
Wim Mertens,
pianista e compositore fiammingo, che introduce nel suo genere indubbiamente
minimalista un'onda emotiva tutta personale. Le sue interpretazioni di
petit musique de chambre come la definisce lui stesso, sono spesso
intrise di una tale drammaticita` da coinvolgere l'ascoltatore in un modo del
tutto inatteso. Sua e` la colonna sonora di un famoso film di Greenaway,
"Il ventre dell'architetto".
MAXIMIZING THE AUDIENCE, CLOSE COVER, JARDIN CLOS sono momenti rappresentativi
delle diverse fasi creative che ha attraversato, ma il suo apice e` sicuramente
stato LIR, una lunghissima composizione per solo piano colma di struggente
romanticismo.
Concludo con un nome italiano, Piero Milesi, che con THE NUCLEAR OBSERVATORY OF MR. NANOF ha realizzato una musica visionaria di stampo sinfonico, in cui e` percepibile la presenza di un'altra realta`, quella rappresentata nell'omonimo film di cui e` colonna sonora.
Molta musica, oggi, usa in un modo o nell'altro strumenti elettronici. La musica "elettronica" pero` continua ad essere un'altra cosa. Essa non si distingue solo per la prevalenza degli strumenti elettronici quali i sintetizzatori, o per l'uso di un certo tipo di suoni, secchi e meccanici. La distinzione e` invece piu` puramente estetica.
Per i cultori della musica elettronica e` un punto fermo che la tecnologia HA
una sua bellezza. Ed e` proprio dalla simbiosi tra l'impulso creativo ed
l'entusiasmo generato dalla padronanza di mezzi tecnologici nuovi ed
affascinanti che nasce lo spirito della musica elettronica.
Essi rivivono in chiave moderna quella che era l'estetica della velocita` per
Filippo Tommaso Marinetti e per i futuristi, dove l'elettronica sostituisce
la meccanica nell'identificazione con la modernita`.
E` in quest'ottica che la musica elettronica trova il suo posto: tra persone
per le quali un campionatore, un computer, o anche solo una radio, non sono
degli strumenti ma il simbolo di un'epoca, la nostra epoca.
Dei veri entusiasti in questo senso, nonche` i precursori del techno-pop negli anni '70, sono stati i Kraftwerk, ideatori e costruttori dei propri strumenti, e fanatici di un robotismo che si traduceva anche in spettacolo nei loro concerti. Da ricordare AUTOBAHN e TRANS-EUROPE-EXPRESS, accomunati dal tema del viaggio (il primo in autostrada, il secondo in treno) e COMPUTER WORLD e THE MAN-MACHINE, veri e propri manifesti della loro ammirazione per la tecnologia.
Grazie alla sua vena spesso sufficientemente pop,
Jean-Michel Jarre
ha avuto un enorme risonanza e successo (anche commerciale) a livello mondiale,
rendendolo famoso, oltre che per la musica, per dei colossali spettacoli degni
della grandeur Parigina, fatti di luci, laser, effetti speciali e fuochi
artificiali, il tutto a tempo di musica.
Non va dimenticato pero` che anche lui, quando nel 1976 realizzava OXYGENE, era
uno sperimentatore di un nuovo genere, e tuttora e` sua la maggioranza di quei
temi musicali, inconsapevolmente nelle orecchie di chiunque, che immediatamente
portano l'immaginazione verso un mondo dominato dall'elettronica.
Nel fermento culturale degli anni '70 una parte non trascurabile e` stata
scritta, nel campo della musica, dai "corrieri cosmici".
Questi gruppi, in prevalenza tedeschi, producevano musica che traeva ispirazione
dal Cosmo, e che portava la mente verso immaginari viaggi nello Spazio, in
affascinanti avventure fantascientifiche. E` musica che ben rappresenta la
meraviglia di fronte alla grandezza dell'Universo, e lo stupore che deve
procurare la scoperta di ciascuno dei suoi infiniti tesori, o addirittura
l'incontro con altri suoi abitanti.
Antesignani (e tuttora istituzioni e massimi esponenti) di questo genere sono
stati i
Tangerine Dream.
Il loro fondatore e leader indiscusso dal 1968, Edgar Froese, precedentemente
pittore e scultore, assieme a quelli che sarebbero poi diventati altrettanti
mostri sacri della musica elettronica, come
Klaus Schulze
e Peter Baumann, ha aperto la strada ad un'infinita schiera di artisti, quali i
Popol Vuh,
che trovavano nei synth il mezzo per esprimere il loro status di "
cittadini dell'Universo".
La discografia dei Tangerine Dream, comprendendo LP, colonne sonore, live,
bootlegs e tutto il resto e` virtualmente infinita. Vale la pena di menzionare
STRATOSFEAR, perla di sinfonia cosmica, FORCE MAJEURE, a tratti ipnotico ed
a tratti psichedelico, e POLAND, registrazione di un eccezionale concerto in
Varsavia, dove la performance del gruppo ha subito in modo palpabile
l'influenza della cultura est-europea, riportandone a volte alcune espressioni
malinconiche abbastanza tipiche.
Klaus Schulze, componente della prima formazione dei Tangerine Dream, dopo aver abbandonato il gruppo ha intrapreso una brillante carriera da solista, e partendo dalle sue origini di corriere cosmico, testimoniate da IRRLICHT e da PICTURE MUSIC, ha finito per sfiorare il minimalismo nella splendida DRESDEN PERFORMANCE del 1990, la mia preferita tra le sue opere: nella quarta parte, di sapore sinfonico, pianoforte, violini ed archi pizzicati, flauti, cori (tutto sintetico), ripetendo in maniera alternata lo stesso tema per 22 minuti, creano un'atmosfera di grandissima suggestione e drammaticita`.
Ma la musica elettronica non e` necessariamente fredda o aliena. Alcuni
musicisti hanno usato il mezzo elettronico in modo prettamente emozionale,
raggiungendo risultati eccellenti. E` il caso, per esempio, del compositore
greco Vangelis,
autore di celeberrime colonne sonore come quella di BLADE RUNNER, quella
di "Momenti di gloria" (CHARIOTS OF FIRE) e quella di 1492 (film su Cristoforo
Colombo).
Personalmente, pero`, preferisco ricordare Vangelis non tanto per le sue colonne
sonore, quanto per la grandissima solennita` di tutte le sue opere.
In particolare SPIRAL, ispirata dal ballo dei dervisci, la processione dai toni
epici di THE CITY, ALBEDO 0.39, dedicata alla missione Apollo, e THE MASK, con
vette di insospettabile lirismo.
Ma Vangelis scopre una seconda anima in composizioni di una delicatezza ed
austerita` uniche, come SOIL FESTIVITIES, dedicata alla vita dei piccoli insetti,
ed ancora di piu` ne L'APOCALYPSE DES ANIMAUX e OPERA SAUVAGE, piccoli capolavori
di toccante finezza.
Kitaro rappresenta un modo tutto
giapponese di interpretare la musica elettronica, dove ne` i corrieri cosmici
ne` la dedizione alla tecnologia trovano spazio. Kitaro esprime invece con la
musica elettronica la cultura del proprio Paese, ispirandosi all'armonia che
regna nella Natura, e realizzando cosi` un composto di modernismo ed esotismo
orientale decisamente affascinante.
La sua opera che preferisco e` THE LIGHT OF THE SPIRIT, un vero "ponte"
tra oriente ed occidente, dove sonorita` tipicamente giapponesi si fondono con
un sinfonismo di carattere occidentale, ottenendo il meglio da entrambi.
Da sempre i compositori scrivono partiture per strumento solo oppure partiture
dove uno strumento specifico ha una parte dominante in cui l'esecutore mostra
il suo virtuosismo e/o la sua espressivita`.
Recentemente questo tipo di musica ha assunto un nuovo ruolo, in quello che
puo` essere visto come un easy-listening di classe, e che piu` o meno tutti
classificano come new age. Si e` venuta a formare, sotto l'impulso di questa
nuova sensibilita` al lato romantico della musica, una schiera di musicisti
che riscoprono in chiave moderna la bellezza di una sonata per piano o di una
suite per chitarra acustica.
I miei preferiti sono naturalmente i pianisti, avendo io una predilezione
particolare per questo strumento.
Voglio citare quindi alcuni famosi pianisti rappresentanti di questa nuova
tendenza, primo fra tutti
George Winston, che ha realizzato una serie di dischi ispirati al trascorrere
delle stagioni. La sua musica e` colma di un pathos intenso eppure sereno, che
ricava impressioni dalla natura, dal picchiettare della pioggia, dal lento
cadere della neve, dall'agitarsi delle onde nell'oceano.
Il mio preferito fra i suoi lavori e` DECEMBER, in cui l'avvicinarsi del Natale
e` il tema dominante, e le visioni che ispira hanno la stessa limpidezza della
gioia che il Natale puo` procurare ad un bambino.
Un altro importante pianista appartente a questa moderna schiera e` David Lanz, che esprime con l'animo del poeta la romantica bellezza delle piccole cose. CRISTOFORI'S DREAM, la sua opera piu` nota e la mia preferita, e` dedicato all'italiano Bartolomeo Cristofori, inventore del pianoforte.
Affascinato esploratore delle atmosfere d'intimita` create dal suono del pianoforte e` anche Michael Jones, psicologo e sociologo oltre che pianista, anch'egli ispirato dalla bellezza della natura, come nel suo AFTER THE RAIN in cui egli esprime il senso di freschezza, di rinnovamento e di gioia nei momenti che seguono una pioggia.
Arpista svizzero,
Andreas Vollenweider
e` uno dei nomi piu` famosi della moderna musica strumentale. Figlio d'arte ed
autodidatta, in grado di suonare molti diversi strumenti, musicista istintivo
impermeabile ad ogni forma di inquadramento stilistico, ha affascinato le sue
platee di affezionati con atmosfere suggestive, ricche di richiami a mondi di
fantasia, a volte dai toni folk, a volte idilliaci, a volte esotici.
La mia opera preferita, fra le sue, e` CAVERNA MAGICA, per la sua immediatezza
e la serena semplicita` delle sue forme, che richiamano la meraviglia di fronte
al tranquillo, immobile paesaggio di una grotta sotterranea.
Infine William Ackerman il quale, oltre ad essere il fondatore di una famosa etichetta discografica "new age", e` un chitarrista di notevole sensibilita`, che nella sua PASSAGE dipinge atmosfere rarefatte, scene appena abbozzate dai colori sfocati e colme di dolcissima malinconia.
"World" e` una delle categorie dal significato molto vago, inventate
per riuscire a classificare degli autori moderni per i quali i generi esistenti
non erano mai abbastanza precisi. Comunque il suo significato letterale di
"musica dal mondo" e` abbastanza esplicito.
Per come la intendo io, la world music e` una versione "estesa" della
musica folk, proveniente da qualunque paese del mondo, comprendente anche i
numerosi riarrangiamenti moderni di classici folk, pezzi moderni scritti in
stile folk e mescolanze di folk provenienti da culture anche molto diverse fra
loro, o addirittura mescolanze di folk con generi moderni come il rock.
Alcuni "puristi" sono spesso disgustati da queste mescolanze, che vedono come un imbastardimento del patrimonio culturale del popolo da cui provengono. Dimenticandosi, cosi`, che la cultura e` viva solo quando e` in movimento, e muore quando diventa stagnante. La cultura e` anche e soprattutto comunicazione, ovvero "mettere in comune".
Uno splendido esempio di questo spirito e` stato
Astor Piazzolla,
uno dei miei musicisti preferiti in assoluto, nonche` uno dei motivi che mi
hanno spinto ad avvicinarmi al
tango argentino.
Piazzolla, che e` stato IL protagonista della rinascita del tango,
ha saputo mescolare la sua formazione classica e jazz con la sua prima passione,
il tango della sua Buenos Aires, creando negli anni '50 quello che ha definito
Tango Nuevo, per il quale e` stato rinnegato dai suoi stessi concittadini
ed ha persino rischiato la vita in piu` occasioni.
Eppure egli non ha affatto tradito lo spirito del tango, anzi lo ha arricchito
con nuovi mezzi espressivi, conservando la caratteristica passionalita`, la
stessa profonda malinconia, ed aggiungendo invece nuovo fuoco nelle sue vene,
lo stesso fuoco che arde nel cuore del tanguero piu` accanito.
Questo e` Piazzolla, e questo e` il tango: tristezza e passione, romanticismo
e fierezza, peccato ed innocenza. La sua musica si dipana, lentamente cadenzata,
fra dissonanze ed improvvisazioni, rapide e violente frasi troncate da un
subitaneo tocco gentile, che diventa poi un avvolgente crescendo di intensita`
straordinaria, il cui culmine non e` altro che l'inizio di un nuovo prologo,
come se il tango non avesse mai termine, come se tutto cio` che emana non
potesse mai esaurirsi...
Tra le numerose belle opere di Piazzolla quella che preferisco e` THE ROUGH
DANCER AND THE CYCLICAL NIGHT, il cui TANGO APASIONADO e` una perfetta sintesi
del Tango Nuevo di Piazzolla.
Un altro esempio di come conciliare la musica tradizionale del proprio Paese
con la musica moderna e`
Enya,
cantante e compositrice Irlandese, che attinge al suono soffice e nitido delle
tradizionali ballate di origine celtica per reinventarle in maniera del tutto
personale.
Le atmosfere che Enya crea, seppure con synth e riverberi moderni, hanno
quell'aria eterea e quella drammaticita` sospesa che riflette in modo preciso
l'antichita` delle loro radici. Le canzoni di Enya evocano un mondo di fantasia,
il mondo dei druidi che hanno popolato la storia e la mitologia dei celti.
Le canzoni hanno di volta in volta il suono marziale di una ballata epica o
quello delicato e romantico del sospiro di una innamorata.
La voce limpida di Enya riflette la tranquillita` e la serenita` che ispirano i
paesaggi d'Irlanda. Quella serenita` che ispira anche un profondo ottimismo,
legato ad un fervido amore per la musica, come testimoniano canzoni come
"How can I keep from singing?".
Il disco che l'ha portata al successo come solista e` stato WATERMARK, che
contiene alcuni dei piu` bei temi che Enya ha prodotto.
Di ispirazione celtica e` anche la musica dei
Nightnoise,
che pero` uniscono le esperienze dei vari componenti del loro organico, di
provenienza sia tradizionale irlandese che classica e jazz, per produrre una
miscela decisamente moderna e capace di creare atmosfere romantiche e suggestive
ma spesso anche cariche di una notevole energia.
Un altro artista che ha rinnovato la scena musicale folk degli ultimi anni e`
Ottmar Liebert,
chitarrista eclettico, che con sangue Cinese, Tedesco ed Ungherese nelle vene,
ha fatto la sua fortuna attingendo alla tradizione folk Spagnola.
Nei suoi dischi che l'hanno portato al successo, quali THE HOURS BETWEEN DAY
AND NIGHT e NOUVEAU FLAMENCO egli ha attinto a piene mani dai ritmi del
Flamenco inventando un nuovo aspetto melodico in questo genere di musica.
Il risultato e` una musica decisamente orecchiabile e ballabile, che conserva
la ricchezza ritmica tipica del flamenco. Le sue musiche cosi` solari e piene
di vita e di movimento portano subito la mente al turbinare dei coloratissimi
spettacoli andalusi: impossibile trattenere la voglia di muoversi o almeno di
battere le mani.
In Italia le musiche di NOUVEAU FLAMENCO sono anche state il tema principale
della colonna sonora del fortunatissimo film IL CICLONE.
Concludo con un gruppo che in breve tempo e` diventato oggetto di culto da
parte degli appassionati di folk e non solo:
Madredeus,
gruppo portoghese di Lisbona, amati gia` da un pubblico di affezionati prima
ancora di diventare delle celebrita` internazionali grazie ad AINDA, colonna
sonora del film di Wim Wenders LISBON STORY, un film che documenta la realta`
della citta` di Lisbona ed in cui compaiono anche i Madredeus che interpretano
se stessi.
Anche io ho scoperto questo gruppo grazie a LISBON STORY. Al termine del film
avevo solo un pensiero in testa: DOVEVO comprare quel disco.
La voce della cantante, Teresa, e` semplicemente la voce di un angelo.
La musica di questo gruppo e` talmente delicata ed emozionante da far venire
voglia di riascoltare il disco dall'inizio ogni volta che finisce. E questo
non capita solo a me: e` capitato a tutti quelli di cui ho sentito o letto
l'opinione, compreso Wim Wenders.
L'affiatamento del gruppo e` superbo, e la sensazione che ispirano, di forza
e di calma, di passione e di tranquillita`, ma soprattutto di modestia e di
grandissimo talento ed amore per la musica, ha reso indimenticabili i loro
concerti e li ha portati meritatamente ad un grande successo.
New age e` un nome diventato cosi`
commerciale che mi verrebbe quasi da cercare di usarne un altro.
Solo che identifica abbastanza bene il genere a cui mi voglio riferire.
Qualcuno la chiama "adult alternative", qualcun altro la chiama
"musica per manager stressati". Lo stesso
Brian Eno
ha ironicamente sottotitolato uno dei suoi dischi con "musica per aeroporti
".
Fatto sta che si tratta di un genere di musica a carattere prevalentemente
rilassante ed introspettivo. La categoria (di origine commerciale, ripeto)
raggruppa generi come Ambient, Elettronica,
World music, molta musica strumentale
solista, qualche Minimalista e persino alcuni seguaci del
Jazz/Fusion ma con tendenza prevalentemente melodica e soft.
In edicola si trovano alcune tonnellate di riviste che allegano CD di new age
(o millantata tale). Le selezioni che presentano sono quasi sempre diluite con
una buona dose di musica pop mascherata da new age.
La categoria musicale New Age prende il suo nome da un movimento, molto diffuso
negli Stati Uniti, che ha lo scopo di diffondere una vaga spiritualita`
non-religiosa, che mescola con disinvoltura meditazione, sciamanesimo, medicine
alternative, ecologia sui generis, filosofia e psicologia spicciole, tradizioni
popolari ed in generale tutto cio` che puo` sembrare metafisico, esotico o ascetico.
Una sorta di movimento hippie del 2000, che non disdegna affatto la tecnologia
ma cerca di conciliarla con le esigenze spirituali dell'umanita`.
Potrebbe essere stato un movimento positivo, se esso non fosse stato monopolizzato
fin dall'inizio dalle multinazionali dell'esoterismo di massa, annullando
di fatto la validita` dei suoi fondamenti ideologici e finendo per essere intriso
della piu` bieca commercialita`.
Classificare l'arte e` un controsenso. E` come classificare le persone.
Ma e` un controsenso a cui siamo abituati, ed e` accettabile a patto che si
mantenga un giusto compromesso fra la comodita` della catalogazione ed il
rispetto dell'individualita` del singolo.
Alcuni fra i musicisti che piu` mi piacciono sfuggono ad ogni genere che io
conosca.
Prendiamo
Mike Oldfield,
per esempio.
Mike Oldfield e` Mike Oldfield. Non assomiglia a nessun altro.
Dire che la sua musica e` un rock con radice folk che non disdegna un po' di
elettronica, senza peraltro trascurare una componente ambientale ne` tantomeno
sporadiche influenze blues - .. e` come dire che un albero e` un insieme di
legno, foglie e radici. E` riduttivo. Il tutto e` spesso maggiore della somma
delle sue parti (ebbene si`, sono un seguace della visione olistica dell'universo!).
Mike Oldfield e` il mio musicista preferito fra quelli di tutti i tempi.
E` fondamentalmente un chitarrista, ma sa suonare molti altri strumenti tanto
che intorno al 1970, quando aveva 17 anni, ha composto e suonato quasi interamente
da solo, usando una personale tecnica di sovraincisione, la sua mitica TUBULAR
BELLS che e` stato il primo disco pubblicato dalla -allora neonata- etichetta
Virgin.
Mike Oldfield ha uno stile caratteristico ed unico, che i suoi estimatori sono
in grado di riconoscere immediatamente. Una chitarra, in mano a lui, non e` piu`
solo una chitarra. Le sue corde vanno in risonanza con i piu` profondi recessi
dell'animo. Le sue sinfonie sono come dei viaggi, i paesaggi che dipingono
sono affascinanti, infinitamente distanti dalla realta`, immaginari eppure
nitidi e dettagliati. E la cura del dettaglio e` prerogativa delle
persone ambiziose, le cui opere tendono per natura alla perfezione.
Uno dei dettagli che identificano subito Mike Oldfield sono i climax di
chitarra, sicuramente le componenti della sua musica che danno piu` soddisfazione.
Un'emozione inesauribile, sentire l'armonia tendersi e cominciare a salire,
sapendo che quello e` l'inizio di un percorso che va inevitabilmente in alto,
sentirsi trascinare su dalle vibrazioni di una polifonia che si fa sempre piu`
complessa e tesa fino al momento del culmine, in cui la tensione esplode e si
scioglie nel ritorno ad una melodia piu` pacata...
Mike Oldfield e` un artista curioso, sempre alla ricerca di nuovi stimoli,
e la sua musica e` cambiata molto dal 1973 fino ad oggi. Ma la sua impronta
rimane la stessa, ed e` quella che spinge i suoi appassionati ad aspettare con
ansia ed accogliere con entusiasmo ogni suo nuovo lavoro.
La Penguin Cafe` Orchestra di
Simon Jeffes e` un'ensemble acustica di musicisti senza limiti. Dai violini
ai synth, dal clavicembalo ai rumori sperimentali, dalle chitarre elettriche
anni '70 al pianoforte a coda.
Per questa orchestra ho sentito usare gli aggettivi "languida e
rilassata, demode` ed un po' decadente, intrigante e maliziosa".
Devo dire che non riesco a trovare un modo migliore per descriverli.
Ma credo che sia significativo un aneddoto che ho trovato scritto sulla loro
home page:
Un giorno del 1982 trovarono a Kyoto, in mezzo alla spazzatura, un harmonium
abbandonato. Dopo essersi accertati che nessuno lo reclamasse, lo recuperarono,
risulto` funzionante e ci composero una canzone, Music for a found harmonium,
che si puo` ascoltare nel loro disco Broadcasting from home.
Infine i
Tuxedomoon, altri personaggi impossibili da definire, capaci di produrre
delicate canzoni d'amore come In a manner of speaking ed oscuri pezzi
techno-rock come Incubus, o riproporre ironici motivi popolari russi come
la Ninoschkna, o sfiorare il Jazz/Fusion come in Roman P., e non di
rado produrre canzoncine pop decisamente orecchiabili, seguite da pezzi di
inquietante rumorismo.
Per citare la biografia di Blaine Reininger, leader e fondatore di questo gruppo,
esistono due tipi di artisti: quelli che seguono l'onda e quelli che la fanno.
I primi sono personaggi ragionevoli, che si adattano al mondo ed alle sue regole.
I secondi sono personaggi irragionevoli, che pretendono che il mondo si adatti a
loro. Sono incontrollabili, privi di inibizioni creative, in un certo senso sono
dei barbari anarchici.
E sono i geni innovatori di questo mondo.
Jazz/Fusion | Classica | N.C. | ||
World music | Strumentale | Progressive Rock | Rock | |
New Age | Elettronica | New wave | ||
Ambient | Minimal | '80s Pop |
Chi e` interessato puo` vedere la lista dei miei CD, dischi, cassette ecc. (aggiornata al 5 Gennaio 1998).
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