Scheda bibliografica:

Robert J. Forbes
L'UOMO FA IL MONDO

(ed. Einaudi, Torino 1960)


1.
I resti dell'uomo primitivo sono utensili, oggetti, capanne (homo faber, uomo artefice, pag.14); la storia dell'uomo e della sua conquista della natura e' una storia di invenzioni e di scoperte piu' che di azioni politiche (pag.15), ed e' una storia ascendente. Qualsiasi invenzione parte dalle conoscenze gia' acquisite: l'inventore e' ricco di immaginazione, riesce a precedere i suoi contemporanei ma solo di poco perche' legato al loro stesso passato ed al loro stesso presente (pag.17).
L'invenzione e' una conquista intellettuale piu' della scoperta, perche' non si limita a far emergere cio' che gia' esiste in natura, ma crea qualcosa di nuovo: non sembra esservi limite alle invenzioni, la cui percentuale aumenta con la complessita' della civilta' materiale. I grandi inventori dell'antichita' sono in gran parte sconosciuti, certi sviluppi (ad esempio la metallurgia del bronzo, pag.18) furono un complesso di invenzioni e di scoperte, alcune casuali. Le scoperte e le invenzioni piu' semplici furono fatte piu' volte, anche in epoche diverse (pag.20).
Fondamentale fu la conquista dei materiali: senza recipienti di vetro non si sarebbero potute scoprire molte leggi della fisica e della chimica (pag.22); in origine la scienza era scienza applicata e "gli artigiani erano gli unici scienziati" (pag.13). Condizioni necessarie per lo sviluppo della scienza (teorica e applicata) sono le risorse finanziarie e la pace; strettamente connesso e' anche lo sviluppo del commercio (pag.23).

2.
La storia delle invenzioni dimostra l'identita' dell'umanita', nessun gruppo o nazione possiede la chiave della conoscenza; la nuova scienza implica la fraternita' internazionale del pensiero scientifico (pag.372): nessuna scoperta puo' rimanere a lungo segreta, i limiti geografici e politici sono stati superati, "l'aeroplano, il telefono, il telegrafo e la radio hanno istituito possibilita' di comunicazioni molto piu' ampie di quelle consentite dalla parola scritta" (pag.373, noi potremmo aggiungere oggi che Internet le ha ulteriormente e notevolmente amplificate). Il progresso della scienza e' legato ad altri aspetti dell'attivita' umana: "ciascuna generazione si trova di fronte a una nuova serie di problemi, caratteristici del suo tempo, cui puo' trovare risposta solo elaborando una scienza e una tecnica sue proprie" (pag.374). Valori spirituali e progresso materiale devono svilupparsi insieme.

3.
Le scoperte e le invenzioni fondamentali sono state fatte nel periodo preistorico/predinastico (pag.24 e seg.): il fuoco, l'arte di fabbricare strumenti di pietra e vasellame, l'agricoltura, l'invenzione dell'aratro, la filatura e la tessitura, l'inizio dell'industria mineraria, la metallurgia, l'architettura, l'invenzione della ruota (nella locomozione ma anche nella manifattura della ceramica), della nave; l'irrigazione induceva alle osservazioni astronomiche e all'ingegneria civile, fino alla costruzione di templi e piramidi. L'invenzione piu' decisiva fu la scrittura, che rese possibile la trasmissione delle conoscenze (pag.48).
Non vi era distinzione allora fra scienza, filosofia, religione, magia (pag.54), la tecnica non derivava dalla scienza ma unicamente dall'esperienza; l'astronomia, in origine, serviva per prevedere l'afflusso delle acque nei fiumi (pag.62).
In Grecia le interpretazioni mistiche e filosofiche (Pitagora, Socrate, Platone) ebbero il sopravvento sul materialismo dei naturalisti (Talete, Eraclito, Anassagora); inoltre, gli schiavi costituivano una fonte di energia sufficiente per non dover pensare a costruire macchine (pag.75).
I romani costruirono strade e acquedotti; la fine dell'Impero Romano significo' la scomparsa del governo centrale, il solo che poteva organizzare opere pubbliche come strade, canali e ponti (pag.174): rimasero percio' villaggi e monasteri ad economia chiusa (pag.118).
Gli arabi acquisirono matematica e meccanica dal crollo dell'Impero Romano, e la forma algebrica del pensiero dall'India; inoltre, utilizzarono officine e laboratori per esperimenti (pag.105).
Nel Medioevo scienza e filosofia erano al servizio della religione, le universita' medievali preparavano solo in teologia, legge, medicina (pag.119), la tecnica medievale tuttavia si sviluppo', anche se al servizio della Chiesa (pag.123) e priva di parti e misure valide ovunque (pag.164).
La piu' grande conquista tecnica del Medioevo fu la costruzione di velieri d'alto mare (pag.149), oltre che le armi da fuoco, mentre la stampa a caratteri mobili segno' la fine di quell'epoca (pag.154).

4.
I primi corrieri di stato furono introdotti nel 1500 (pag.174); da allora la bonta' di un governo "si riconosceva dalla condizione delle sue strade, ma in pratica si faceva ben poco" (pag.177).
Le prime statistiche sociali (l'aritmetica politica di sir William Petty) risalgono al XVII secolo. La rivoluzione industriale si baso' su scopritori e inventori che, nel XVIII secolo, erano estranei agli ambienti accademici e provenivano invece da tutte le classi sociali (pag.199): dominante all'epoca era l'idea di progresso, le necessita' commerciali e non piu' quelle militari determinarono il bisogno di strade, ponti, canali, ferrovie (pag.201). L'acqua comincio' ad essere trattata chimicamente, migliorando la salute pubblica (pag.180).
Nel XVIII secolo si sviluppo' la nautica, la cartografia (pag.292) e furono costruiti i primi aerostati (pag.297). L'inizio del XIX secolo vide anche lo sviluppo tecnico della produzione di gas da riscaldamento e illuminazione (pag.241); distillando il catrame, furono scoperti molti prodotti chimici (pag.244).
Nel XIX secolo i governi assunsero il controllo della rete stradale, la cui costruzione era lasciata nel secolo precedente all'iniziativa privata (pag.267); successivamente le automobili toglieranno alle ferrovie gran parte del traffico, dopo che queste avevano sostituito i natanti di basso pescaggio lungo canali artificiali, che a loro volta sostituirono le carovane di cavalli da soma (pag.276). L'introduzione delle ferrovie produsse preoccupazioni e proteste infondate (pag.278), e cosi' pure il telegrafo (pag.329).
Sempre nel XIX secolo furono introdotti nuovi tipi di ponti (pag.272) ed apparvero le prime biciclette(pag.286). Faraday scopri' il modo di trasformare il magnetismo in elettricita' (sua e' la frase "a che cosa serve un bambino appena nato?", pag.316). Comparvero i barattoli di latta, il cellophane (pag.352), la gomma, l'isoprene (pag.348); von Liebig sviluppo' un procedimento per produrre estratti di carne (pag.376).
Le prime applicazioni dell'elettricita' ed i primi elettrodomestici apparvero gia' nella seconda meta' del XIX secolo (pag.324). A pagg.332-333 l'Autore descrive lo sviluppo e la diffusione del telefono, a pag.335 della radio, a pagg.336-337 della televisione.

5.
Il XIX secolo si caratterizza per la frattura fra scienza (materialismo) e filosofia (idealismo, Hegel, teorie sociali); il successo americano fu dovuto alla stretta cooperazione fra scienza e tecnica (pag.303).
Tre fenomeni caratterizzano il XIX secolo: la progressiva concentrazione delle popolazioni nelle citta', lo sviluppo di regioni industriali (e l'espansione della siderurgia), l'espansione del commercio mondiale (pag.304).
Ad inizio XX secolo apparvero i colori sintetici (pag.245), la plastica sintetica, l'aeroplano, i motori moderni su cui si fonda la moderna eta' delle macchine (turbina idraulica, turbina a vapore, macchina a vapore, motore a gas, motore diesel, turbina a getto, pag.342). La completa meccanizzazione dell'agricoltura non fu possibile prima del 1936 (pag.258).

6.
Lo sviluppo della tecnica e la produzione standardizzata hanno avuto conseguenze dirette sul nostro livello di vita; scrive l'Autore: "l'americano del 1776 disponeva dell'aiuto di un servitore per due settimane all'anno, mentre oggi e' padrone di sessanta schiavi" (pag.362); la maggiore energia prodotta viene utilizzata principalmente per riscaldamento, illuminazione, trasporto, alimentazione elettrodomestici: i piu' poveri di oggi non muterebbero le loro condizioni materiali di vita coi piu' ricchi del XVIII secolo (pag.362).
I progressi in passato avvenivano per tentativi ed errori (pag.363), la ricerca scientifica produce ora risultati che derivano invece da lavoro sistematico, specializzato, collettivo, nella sfera universitaria: "la chiave del progresso umano sta nella cooperazione invece che nella competizione" (pag.374).

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