1.
La tecnostruttura viene definita da Galbraith come l'organizzazione cui danno luogo tutti i partecipanti alle decisioni di gruppo. La grande impresa condiziona i valori sociali e ne subisce a sua volta l'influenza: il processo e' duplice, il fine o obiettivo prevalente e' uno solo, la sopravvivenza dell'organizzazione.
Nell'impresa industriale matura l'imprenditore non esiste piu' come persona singola, ma e' un organo collettivo e "imperfettamente definito" che comprende solo una piccola parte di coloro che danno il loro contributo di informazioni nelle decisioni di gruppo; l'"intelligenza direttiva" dell'impresa e' un gruppo molto piu' vasto.
Chi occupa una posizione elevata nella struttura organizzativa formale dell'impresa esercita per contro poteri molto modesti di decisione effettiva, che sempre piu' assumono l'aspetto di una ratifica di decisioni provenienti da una collettivita' anonima e difficile da identificare.
Essere a capo dell'impresa vuol dire allora formare e riformare quei gruppi a seconda delle necessita'. Per contro, gli sforzi di un singolo per conservare il controllo sui meccanismi decisionali possono facilmente compromettere la qualita' delle decisioni, perche' un'autorita' esterna (lo Stato, ma anche gli azionisti) e' arbitraria in quanto imperfettamente informata; si assiste percio' al processo di logoramento del potere degli azionisti, che passa attraverso la sempre maggiore concessione di deleghe.
Le decisioni che riguardano tecnologia e pianificazione sono complesse: vengono cosi' sottratte agli individui e localizzate all'interno della tecnostruttura; in questo modo, viene esclusa ogni influenza da parte di estranei.
Il potere passa dall'imprenditore (societa' imprenditoriali) alla tecnostruttura (societa' mature); l'individualismo dichiarato dal dirigente di una societa' e' rituale, perche' incompatibile con la tecnostruttura: spesso risultati che appartengono alle organizzazioni vengono accreditati a singoli individui, unicamente perche' gli individui nella nostra cultura hanno una importanza maggiore delle organizzazioni; un test infallibile: osserviamo cosa succede al singolo quando lascia l'organizzazione o si ritira.
Il rapporto fra la societa' genericamente intesa ed una organizzazione deve essere conforme al rapporto di quell'organizzazione con l'individuo: e' il cosiddetto principio di conformita': gli obiettivi della societa', dell'organizzazione e dell'individuo devono essere conformi, e pure conformi devono essere i motivi che spingono a perseguire tali obiettivi; gli obiettivi della societa' tenderanno ad essere quelli della s.p.a., e quelli della s.p.a. tenderanno a coincidere con quelli dei membri della tecnostruttura.
2.
Il sistema motivazionale per indurre gli individui a rinunciare ai loro obiettivi particolari per perseguire quelli dell'organizzazione, deriva dall'azione congiunta di:
- coazione;
- compensi in denaro;
- identificazione;
- adattamento.
L'organizzazione e' tanto piu' efficiente quanto piu' e' dotata di un sistema motivazionale le cui componenti si potenziano a vicenda: il compenso in denaro non e' necessariamente la motivazione principale dei componenti della tecnostruttura; entrando in un gruppo, l'individuo e' attratto e condizionato dagli obiettivi di questo, rinuncia al perseguimento di gran parte dei propri scopi in cambio di un'influenza anche limitata sul potere dell'organizzazione.
Al di sotto di un minimo livello di reddito, la motivazione pecuniaria sara' intensa, al di sopra l'incremento nel reddito non modifichera' l'impegno: altri obiettivi divengono piu' importanti.
La s.p.a. matura puo' essere rappresentata con una serie di cerchi concentrici: ciascuna fascia rappresenta un gruppo all'interno dell'organizzazione con un proprio sistema motivazionale, nelle fasce esterne vi sono i gruppi piu' numerosi e meno legati all'impresa dal loro sistema motivazionale; Galbraith pone all'esterno gli azionisti ordinari, la cui motivazione e' unicamente di natura pecuniaria, poi vi sono gli operai addetti alla produzione, quindi il
personale impiegatizio, quindi la tecnostruttura vera e propria (tecnici, ingegneri, direttori vendite, disegnatori, altri esperti) ed infine i funzionari con poteri esecutivi e la direzione generale. Chi fa parte dei cerchi piu' interni coltiva l'illusione che il proprio sia l'unico mondo che conta: l'universo coincide con i propri orizzonti.
3.
Gli uomini hanno la capacita' di attribuire nobili finalita' sociali a cio' che favorisce i loro interessi personali. La convinzione che l'incremento della produzione sia un utile fine sociale e' quasi unanime, e deriva dal fatto che la tecnostruttura e' impegnata soprattutto:
- nella produzione di beni;
- nel controllo della domanda specifica (sia per quanto riguarda il suo volume globale, sia per quanto concerne la sua distribuzione tra i singoli beni finali);
- nel "virtuosismo tecnologico" (innovazioni tecniche, reali o simulate).
La regolazione della domanda aggregata dipende dalla dimensione adeguata della spesa pubblica: la politica fiscale keynesiana e' un appoggio al sistema industriale. Inoltre, la grande impresa dipende dallo Stato per il fattore istruzione.
La meccanizzazione contribuisce alla certezza: prezzi stabili per lunghi periodi di tempo, niente scioperi.
A) La tecnostruttura fissa i prezzi non al livello di massimizzazione dei profitti, ma a quello piu' conveniente per la sua sicurezza e l'espansione dell'impresa.
B) Le relazioni industriali tendono ad avere sempre piu' carattere conciliatorio: tramite il sindacato, i lavoratori sono inseriti nell'ambito del controllo.
4.
Il potere va al fattore che e' piu' difficile ottenere o sostituire, quello che presenta la maggiore inelasticita' d'offerta al margine.
Lo spostamento del potere all'interno dell'impresa industriale si riflette sulla distribuzione del potere nell'intera societa':
- perdita di potere degli azionisti nella s.p.a. (l'assemblea annuale della grande s.p.a. americana e' un "elaborato esercizio di illusione popolare");
- posizione salda dei dirigenti di successo dentro la societa';
- diminuito fascino sociale del banchiere (il suo prestigio e' legato al capitale come fattore decisivo della produzione);
- sempre piu' insistente richiesta nell'industria di tecnici ed amministratori;
- rinnovato prestigio dell'istruzione e dei docenti.
5.
La tecnologia consiste nell'applicare ad operazioni pratiche delle cognizioni scientifiche od altre conoscenze sistematiche: alti livelli di produzione e di reddito dipendono sempre piu' da tecnologia avanzata e da vaste organizzazioni; l'economia moderna e' costituita ormai da un sistema industriale composto da poche centinaia di societa' e da migliaia di piccoli proprietari il cui peso relativo e' in diminuzione.
La piccola impresa rimane legata alla produzione di prodotti semplici, fabbricati utilizzando materiali prontamente disponibili e macchinari elementari, con manodopera poco qualificata; la produzione di beni complessi richiede sempre piu' tecnologia.
Tecnologia avanzata, organizzazioni efficienti, massiccio impiego di capitali: in una parola, "s.p.a.".
Mutamento, tecnologia, organizzazione, specializzazione sono termini strettamente connessi e che si influenzano reciprocamente:
- il tempo che passa tra la decisione di produrre e la vendita del prodotto si allunga sempre piu', la produzione viene organizzata in grandi complessi;
- vi e' un aumento del capitale impegnato nella produzione, occorrono nuove macchine per svolgere determinate funzioni, maggiore tempo viene riservato all'applicazione di cognizioni specifiche per certi aspetti della produzione;
- l'adattamento ai cambiamenti e' piu' difficile, tempo e denaro sono rigidamente connessi alla effettuazione di operazioni determinate;
- la tecnologia richiede manodopera specializzata, la specializzazione porta alla organizzazione degli specialisti;
- vi e' necessita' di pianificare e prevedere.
6.
La tecnologia implica la necessita' di un controllo sulle vendite e sulle forniture, e quindi la sostituzione del mercato con la pianificazione.
La pianificazione consiste nel prevedere le operazioni da compiere dall'inizio della produzione al suo termine, e nel predisporre lo svolgimento di tali operazioni prevedendo ed avendo una strategia per fronteggiare qualsiasi evento fuori programma. Il nemico del mercato e' l'ingegnere, non l'ideologia.
L'apparato della pianificazione socialista e la grande s.p.a. sono due adattamenti alle stesse necessita' della societa' contemporanea. La pianificazione efficace richiede grandi dimensioni, la scala di attivita' delle maggiori s.p.a. si avvicina a quella di un governo.
Pianificare significa porre i meccanismi del processo produttivo al di sopra della libera espressione dell'individuo.
Con la guerra fredda la pianificazione ha acquistato connotazioni ideologiche: si e' cosi' negato di fare qualsiasi pianificazione, contribuendo a nascondere a coloro che sono controllati il fatto stesso del controllo.
Nella nostra cultura, l'individuo ha un posto piu' importante del gruppo; in realta' l'organizzazione e' divenuta un nuovo fattore della produzione; attraverso l'organizzazione, la societa' economica e' riuscita ad esprimere personalita' di gruppo che, per i propri fini, sono di gran lunga superiori ad un essere umano, ed in piu' godono del vantaggio della "immortalita'".
Per pianificare e' necessaria una grande varieta' di informazioni, e la reale conquista della scienza e della tecnologia moderne e' riuscire a coordinare, grazie ad un'adeguata organizzazione, persone normali istruite a fondo in un settore particolare: il mercato e' in notevole misura una istituzione che non richiede un grande uso dell'intelligenza.
La pianificazione non contiene meccanismi equilibratori fra domanda ed offerta, perche' dipende da decisioni deliberate del pianificatore; cio' crea problemi:
- surplus o deficit;
- problemi di immagazzinaggio e di eliminazione delle eccedenze;
- contesa per l'offerta insufficiente.
La pianificazione industriale è necessaria ma difficile; una soluzione puo' essere quella di riversare sullo Stato i rischi piu' gravi: lo Stato puo' accollarsi i costi dello sviluppo e della ricerca, ed anche garantire un mercato al prodotto.
Per alcuni aspetti rilevanti, la grande impresa contemporanea e' un braccio dello Stato e lo Stato, in importanti settori, e' uno strumento del sistema industriale; la linea di demarcazione fra pubblico e privato e' indistinta e in buona misura immaginaria.
La grande impresa dipende dallo Stato per alcuni elementi essenziali per la pianificazione industriale:
- formazione di personale specializzato;
- regolazione della domanda aggregata;
- stabilita' dei prezzi e dei salari.
Attraverso commesse tecniche o militari, lo Stato finanzia la maggior parte degli impieghi di capitali della grande impresa nei settori tecnologicamente piu' avanzati; l'impresa concorre al processo collegiale di formazione delle decisioni per la difesa, la politica estera, ecc.: ciascuna organizzazione costituisce una estensione dell'altra.
7.
La tecnologia comporta impegno di tempo e di capitale: implica percio' la necessita' di un controllo sulle vendite e sulle forniture, e quindi la sostituzione del mercato con la pianificazione.
Il prezzo di offerta del lavoro altamente specializzato, dei materiali e delle componenti e' inelastico, ed inelastica e' anche la domanda dei prodotti tecnicamente complessi. Gli effetti della incertezza del mercato risultano percio' circoscritti ad una frazione relativamente modesta dell'attivita' di pianificazione.
La determinazione dall'alto dei prezzi e dei quantitativi da comprare o da vendere a quei prezzi puo' avvenire:
a) sopprimendo il mercato attraverso l'integrazione verticale (l'unita' di pianificazione rileva la fonte dell'offerta o lo sbocco del prodotto);
b) mettendo il mercato sotto il controllo dei venditori o dei compratori: le grandi dimensioni e pochi concorrenti conducono alla regolamentazione del mercato, limitando o eliminando la liberta' d'azione di coloro che vendono o comprano dall'unita' di pianificazione;
c) sospendendo il mercato attraverso un contratto tra le parti della compravendita: in un mondo di imprese di grandi dimensioni, puo' stabilirsi una rete di contratti, anche a lungo termine, mediante i quali ciascuna impresa elimina l'incertezza del mercato a vantaggio di altre imprese e ripartisce tra loro parte della propria.
8.
Il capitale diventa sempre piu' un fattore indispensabile per ogni tipo di produzione e sostituisce il lavoro, che e' invece sottoposto all'autorita' esterna del sindacato.
La decisione di risparmiare nelle economie occidentali viene presa in gran parte dagli amministratori di poche centinaia di societa'.
Nessun meccanismo di mercato collega le decisioni di risparmiare con quelle di investire: entrambe sono insensibili alle variazioni dei tassi di interesse. Recessione e depressione si verificano per la mancata utilizzazione dei risparmi, l'inflazione si verifica nel caso inverso; il sistema industriale deve disporre di un meccanismo per assicurare che i risparmi siano utilizzati e che il loro utilizzo sia limitato ai risparmi effettivamente disponibili.
9.
I bisogni per i quali il sistema funziona sono di natura psicologica; la persuasione riguardo a cio' che si acquista aumenta man mano che ci si allontana dal bisogno fisico.
Il modello di consumo adatto per la maggioranza del pubblico sara' quello che i grandi del settore decidono debba essere il modello corrente.
La cultura che attribuisce molto valore al mutamento tecnologico, favorisce la superiorita' di un prodotto nuovo rispetto ad uno vecchio.
La sequenza ritenuta della dottrina economica prevalente e': dal consumatore al mercato, dal mercato al produttore. La sequenza aggiornata e': dal produttore al mercato, dal mercato al consumatore. Le due sequenze esistono congiuntamente, ma nel sistema industriale la sequenza aggiornata e' dominante, ed opera anche nel campo delle spese pubbliche (esiste un complesso doppio flusso di influenza).
La sequenza aggiornata elimina la nozione di utilita' marginale ponderata: la dottrina economica, concentrandosi sull'individuo, distoglie l'attenzione dagli interessi dell'organizzazione. Il sistema industriale richiede un tipo di individuo che spende il proprio reddito in modo predeterminabile e che lavora in modo predeterminabile perche' ha bisogno di comprare sempre di piu': se, dopo essersi procurati quanto basta, si dovesse smettere di lavorare, il sistema non potrebbe piu' contare tra i suoi obiettivi lo sviluppo.
Ma obiettivo primario dell'impresa e' proprio la realizzazione del massimo saggio di sviluppo, che viene misurato dal fatturato. L'obiettivo sociale diviene percio' lo sviluppo economico, ed il successo della nazione viene misurato dall'incremento annuo del prodotto nazionale lordo: l'obiettivo della tecnostruttura riceve quindi una forte giustificazione sociale ed i suoi membri possono ritenere di essere al servizio di un fine che li trascende.
10.
Assistiamo ad una crescita massiccia dell'apparato di persuasione e di stimolo che e' connesso alla vendita dei beni; la crescita di questo apparato compete con lo sforzo stesso di produrre i beni.
Il singolo e' al servizio del sistema industriale perche' consuma i suoi prodotti; la produzione ed il consumo di beni sono la misura fondamentale della realizzazione sociale; i bisogni del lavoratore sono mantenuti leggermente in eccesso rispetto al suo reddito.
Se si riconoscera' che la grande impresa e' un prolungamento dello Stato, essa sara' piu' decisamente al servizio di obiettivi sociali. La liberta' in questo contesto consiste nell'accordare al lavoratore un ampio insieme di opzioni:
- tra lavoro e merci da una parte e tempo libero dall'altra;
- maggiore flessibilita' nella settimana lavorativa e riconoscimento che si tratta di una unita' di tempo inadeguata per organizzare un uso efficiente del tempo libero che richiederebbe invece:
a) alcuni mesi di ferie retribuite;
b) prolungati periodi di assenza dal lavoro (astensione dal lavoro come alternativa al guadagno).