Scheda bibliografica:

Erich Fromm
PSICANALISI DELLA SOCIETA' CONTEMPORANEA

(Edizioni di Comunita'/CDE, Milano 1981)

Il progresso, osserva Erich Fromm, richiede mutamenti simultanei nelle sfere economica, politico-sociale e culturale (pag.10). Gravi guerre (nel 1870, 1914, 1939) hanno diviso convenzionalmente buoni e cattivi, amici e nemici, salvo poi unificare e dividere nuovamente e in modo diverso; i politici, secondo Fromm, sono i primi responsabili delle cause di guerra (pagg.13-14).
I comportamenti collettivi, nelle societa' occidentali, in campo economico, nel tempo libero, ecc., fanno ritenere che vi sia una patologia della normalita' (pagg.14-15, 20); i casi di suicidio aumentano con l'aumento della prosperita' materiale (pag.17).
L'umanesimo normativo intende individuare criteri di giudizio universali in base ai quali valutare il grado di salute di una societa'; esiste una deficienza socialmente strutturata nelle societa' occidentali, in cui i mass media svolgono la funzione di narcotico (pag.25; esiste anche una folie a' millions, pag.23).
Ci sono passioni, come l'avarizia o l'ambizione, che sono forme di pazzia e che derivano non da bisogni istintivi ma dalle condizioni specifiche dell'esistenza umana (pagg.10 e 24). La capacita' di adattamento psichico dell'uomo e' molto ampia, ma se le condizioni ne impediscono lo sviluppo, l'uomo reagira' in molte forme (apatia, odio, rivoluzione, pag.27).
Sotto il profilo biologico, l'uomo e' l'animale piu' sprovveduto ma e' anche il solo che vede nella propria esistenza un problema da risolvere; il parto e' un atto negativo ed e' solo l'inizio di un processo di nascita individuale e collettiva: l'alternativa e' fra progresso e regressione, fra realizzazione completa dell'esistenza umana e ritorno all'esistenza animale, che pero' e' la causa delle malattie mentali (pagg.31-34; non lo e' invece la sola frustrazione sessuale). Dal concetto di natura umana deriva quello di salute mentale: la distruttivita' porta alla sofferenza, la creativita' porta alla felicita' (pagg.72-74). La societa' deve adattarsi ai bisogni dell'uomo e non viceversa (pag.77).
Le culture e le religioni sono tentativi di dare risposte al problema esistenziale dell'uomo (pag.74), che e' il solo animale "cosciente di esser creato e di essere creatore" (pag.43; pagg.36-37), cosciente di se' come entita' separata (io, pag.66). Sottomissione o dominio (masochismo o sadismo) sono spesso le soluzioni trovate dall'individuo, sebbene portino alla dipendenza da chi o cosa e' sottomesso o domina, e portano percio' alla sconfitta (pag.38).
L'orientamento produttivo (pag.39) si esprime invece nell'amore (sfera sentimentale), nel lavoro produttivo, nell'arte e nell'artigianato (sfera dell'azione), nella comprensione del mondo attraverso la ragione (sfera del pensiero). L'amore, l'arte, la religione, la produzione materiale trovano le proprie radici nel bisogno umano di trascendenza; ma anche l'odio e la distruttivita', che e' la capacita' secondaria alternativa alla creativita' quando questa non trova le condizioni che le consentono di prevalere (pag.44).
I complessi patriarcale e matriarcale hanno entrambi aspetti positivi e negativi; gli imperativi del dovere e dell'amore devono essere presenti entrambi nell'esistenza umana produttiva ed entrambi accettati (pagg.53-54, 51 nota).
La cultura occidentale poggia su due fondamenti: la cultura greca e la tradizione ebraico-cristiana (pag.57 e seguenti, pag.74). Anche il nazionalismo fu, in origine, un movimento di progresso, contro feudalesimo ed assolutismo (pag.63); eppure l'attaccamento incestuoso al clan ed al suolo impedisce alla persona di nascere come essere umano: il nazionalismo e' una forma di incesto, il patriottismo e' il suo culto (pagg.63-64, pag.73).
L'individuo non si puo' concepire tale se la sua esistenza non e' indipendente dal gruppo, nella cultura occidentale vi sono le basi per costruire l'esperienza totale (politica ed economica) dell'individualita' (pagg.66-67). L'obiettivita' richiede "un lungo processo evolutivo" (pag.69) al termine del quale la ragione deve prevalere sulla razionalizzazione (pag.70).
Vi e' analogia fra evoluzione della razza umana ed evoluzione dell'individuo, sebbene per quest'ultimo vi siano cambiamenti organici mentre l'evoluzione umana e' solo "il risultato di uno sviluppo culturale" (pagg.75-76).
La definizione di carattere sociale e' a pag.82 del volume : il carattere sociale condiziona gli individui a volere cio' che devono volere, ad agire volontariamente come devono agire, nelle strutture sociali che compongono la "societa' ", e di cui la famiglia e' la struttura piu' importante di tutte (pag.85).
Nelle societa' moderne, osserva Fromm, il cittadino e' separato dal'individuo, la vita sociale viene alienata da quella privata (divisione fra Stato e comunita', pagg.140-141).
Sono critici della cultura moderna (pag.204) Burckhardt, Tolstoj, Baudelaire, Proudhon (pag.242), Thoreau, Jack London, Karl Marx (pag.247), Aldous Huxley (pag.218), Albert Schweitzer ed Albert Einstein (pag.222).
Il conflitto fra lavoro e capitale, osserva Fromm, non e' solo un conflitto fra classi ma fra principi di valore: accumulazione di cose contro produttivita' e vita (pagg.97-98). Il capitalismo introduce processi di quantificazione ed astrattizzazione (pag.112 e seguenti), particolarmente evidenti nelle tecnologie militari (pag.120): disastri prodotti dall'uomo vengono rappresentati come fenomeni naturali (guerre, depressioni economiche, pag.137).
L'idea di rivouzione politica e' un'idea tradizionale della societa' borghese, che la caratterizza negli ultimi trecento anni (pag.251). Gli individui atomizzati trovano invece sicurezza nell'idolatria autoritaria (pag.229 e seguenti): la distruzione del socialismo comincia con Lenin (pag.255), il Vangelo porto' all'inquisizione, i razionalisti del XVIII secolo a Robespierre ed a Napoleone, Marx a Stalin (pag.262).
Eppure il socialismo, secondo Fromm, resta la sola soluzione costruttiva (pag.266): socialismo umanistico e democratico (pag.271), socialismo comunitario (273), implicando con cio' la socializzazione dei partiti socialisti (pag.314).
Il riformismo puo' essere superficiale (quando corregge i sintomi ma non le cause) oppure radicale: ma non vi puo' essere progresso se non e' integrato fra le sfere economico-sociale, spirituale e psicologica, "la vera misura della riforma non e' il suo ritmo ma il suo realismo" (pag.263).
L'uomo mentalmente sano e' produttivo, pigrizia e noia sono forme di malattia mentale (pag.278). Il lavoro alienato e' analizzato dall'Autore da pag.279 e seguenti, le "comunita' di lavoro" da pag.294; le disuguaglianze di reddito ed il reddito minimo garantito da pag.321; la partecipazione non alienata in democrazia da pag.325, l'educazione e l'arte collettiva da pag.332. I caratteri di un nuovo rinascimento culturale, dell'umanesimo nella societa' industriale, sono descritti a pagg.345-348.
Non ci sono nuovi ideali da perseguire, osserva Fromm, i grandi maestri hanno indicato con linguaggi diversi le norme per vivere bene, in un unico grande insegnamento umanistico: ma le differenze hanno prevalso sulle somiglianze a causa delle chiese e delle gerarchie che si sono impadronite di quelle norme, creando divisioni e conflitti (pag.330).
Lo sviluppo futuro dell'umanita' comportera' la negazione decisa di ogni idolatria e la scomparsa dei concetti teistici: e' necessaria un'unica religione dal carattere universalistico che racchiuda "gli insegnamenti umanistici comuni a tutte le grandi religioni dell'oriente e dell'occidente" (pag.337) e per la quale la pratica di vita conti di piu' delle credenze dottrinarie (pag.338).

Erich Fromm

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