Scheda bibliografica:

James Buchanan,
I LIMITI DELLA LIBERTA'

(ed. Rusconi, Milano 1998)


1.
Uno dei piu' importanti precetti etici consiste nel rispetto della legge formale in quanto tale: se questo principio funziona, le istituzioni coercitive sono secondarie e cio' che importa e' l'annuncio di entrata in vigore della norma (pag.230).
L'anarchia ordinata e' preferibile ad un sistema costituzionale formale, una societa' e' tanto piu' coesa quante piu' attivita' sono soggette a controlli informali anziche' formali (pag.229).
L'anarchia funziona pero' solo se gli individui accettano la regola minima della reciproca tolleranza (pag.37): la comunicazione, ad esempio, presuppone l'accettazione comune della regola secondo cui si parla uno per volta; gli individui di solito camminano sui marciapiedi delle citta' e rispettano le file ai supermercati, nelle banche, negli aeroporti (pagg.37-38). Formalizzazione, implementazione e coercizione diventano necessarie quando gli individui non si conformano alle regole in modo implicito; in effetti, gli equilibri in regime di anarchia sono fragili e presuppongono sistemi strettamente non-conflittuali (pag.39 e pag.227).
Eppure buona parte della vita sociale quotidiana si svolge come anarchia regolata (pag.63) e presuppone il concetto di autogoverno che e' fondamentale se si vuole analizzare il governo di un sistema collettivo di individui (pag.188); l'equilibrio naturale anarchico si basa sull'adattamento spontaneo e non richiede la negoziazione di contratti fra individui (pag.129).
Crusoe razionale costruisce ed usa una sveglia, che diventa per lui il governante; l'uomo fa le leggi, decide liberamente di imporre vincoli al proprio comportamento, e in cio' si differenza dagli altri animali (paradosso dell'essere governato, pag.189 e pag.210).
Si esamini anche il caso delle abitudini alimentari: il risultato (indesiderabile) dell'obesita' consegue ad una sequenza temporale di decisioni sull'alimentazione ciascuna delle quali appare come razionale; la dieta diventa allora la costituzione alimentare, un insieme di norme che l'individuo sceglie per raggiungere lo scopo che si propone (pagg.280-282).

2.
La selezione delle regole e l'azione entro le regole selezionate costituiscono due fasi di interazione sociale (pag.29). Possiamo interpretare lo Stato (definito dall'Autore come l'agenzia collettiva della comunita', pag.146) in due ruoli separati:
- nella fase costituzionale, e' l'agenzia esterna alle parti contraenti che garantisce la conformita' (stato legale o protettivo caratterizzato da principi di neutralita' e con compiti coercitivi puramente scientifici, pag.147 e pag.192). Si tratta di un mix costituzionale, caratterizzato dall'interdipendenza di vari elementi:
il contratto costituzione deve infatti (pag.152-153)
a) prevedere limiti al comportamento di ciascun individuo in riferimento alla posizione degli altri individui, o contratto di disarmo ;
b) definire i diritti positivi relativi alle dotazioni di risorse;
c) rendere espliciti termini e condizioni dell'obbligo di osservanza.
- nel contratto post-costituzionale, lo Stato e' l'agenzia attraverso cui gli individui si assicurano beni pubblici (pag.147, stato produttivo, i cui risultati non sono 'scientifici' come per lo stato protettivo, in quanto non consistono in scelte fra alternative come 'vero o falso', pag.195, ma comportano l'applicazione di criteri misti di efficienza e di equita', pag.222).
Lo status quo costituzionale definisce cio' che esiste (pag.174), e' l'insieme di tutte le norme e di tutte le istituzioni vigenti in quel momento (pag.162); cio' che conta in esso non e' la stabilita' ma la prevedibilita', che e' indispensabile affinche' gli individui possano avere aspettative su cui basarsi per i loro progetti (pag.163). Ogni proposta di cambiamento coinvolge lo status quo come punto di partenza necessario; la domanda che ci si deve porre quando si valuta una proposta di cambiamento socio-politico e': "come possiamo arrivare li' partendo da qui?" (pag.164).
L'effettivo status quo costituzionale e' dinamico, il contratto costituzionale e' in formazione continua, nuove leggi spostano attivita' umane dal dominio dell'anarchia al loro dominio (pag.211).

3.
I diritti di ciascun individuo consistono in aspettative sul comportamento di altri individui (pag.179), la definizione di diritti individuali e' la conseguenza di conflitti interpersonali, attuali o potenziali (pag.69); non e' la scarsita' che genera conflitti sociali ma la vicinanza fra gli individui: l'assenza di conflitto sarebbe possibile solo isolando gli individui fra loro (pag.69).
Concettualmente, la persona si puo' collocare lungo uno spettro: ad un estremo non ha alcun diritto, e' in condizione di totale schiavitu', all'estremo opposto e' in condizione di dominio assoluto, puo' fare tutto nei limiti della natura fisica (pagg.46-47).
Le leggi, le regole di comportamento, i diritti di proprieta' emergono dagli interessi e non dagli ideali degli uomini, non e' necessaria alcuna presunzione di uguaglianza in una qualche posizione originaria: "si puo' prevedere la nascita di una struttura di diritti sanciti dalla legge anche tra uomini che non sono uguali" (pag.124); il dilemma del prigioniero dimostra che tutti i soggetti accresceranno la propria utilita' se si mantengono fedeli alla "legge", anche se ciascuno di essi puo' ricavare vantaggi ad infrangerla (pag.75).
La possibilita' di cambiare la struttura dell'ordine sociale diventa evidente storicamente allorche' il contratto sociale di tipo hobbesiano ("tra uomini schiavi e un padrone sovrano", pag.277) diventa contratto sociale tra uomini indipendenti (Althusius, Spinoza, Locke, soprattutto Rousseau): nel momento in cui uomini indipendenti si contrappongono allo Stato, viene garantita la possibilita' della rivoluzione (pag.277).
Si ha la rivoluzione costituzionale (pag.311) quando i cambiamenti strutturali sono accettati da tutti i membri della comunita'; altrimenti si hanno rivoluzioni non costituzionali che, come le controrivoluzioni, richiamano sequenze di giochi le cui somme sono zero o negative (pag.312).
Il tentativo di descrivere i contenuti del miglioramento indipendentemente dall'accordo (attuale o potenziale) e' fonte di arroganza intellettuale e morale (pag.308); infatti deve intendersi buono, secondo l'Autore, solo "cio' che risulta dall'accordo tra uomini liberi, a prescindere dalla valutazione intrinseca del risultato stesso" (pag.309).

4.
I costi sociali, oltre ai costi diretti di ogni singolo progetto, comprendono anche gli effetti esterni (spillover, pag.286). Congestione ed inquinamento sono riconducibili al modello anarchico di Hobbes: gli individui entrano in conflitto per utilizzare risorse scarse con risultati che nessuno desidera; la rivoluzione costituzionale implica allora accordi reciproci per limitare comportamenti che sono necessari per realizzare obiettivi abbastanza efficienti (pag.331); il dilemma e' prevedibile: "a mano a mano che cresce la popolazione, che la tecnologia si sviluppa e che la domanda varia nel tempo, devono anche aver luogo dei veri e propri cambiamenti costituzionali" (pag.331).
L'inquinamento non e' solo ambientale, puo' essere anche comportamentale: violare la legge stabilita e' creare male pubblico allo stesso modo che inquinare l'ambiente naturale (pag.233). Il deterioramento della qualita' dell'ambiente e' un risultato aggregato, che nessun individuo potrebbe desiderare singolarmente (pag.233); anche il ladro impone diseconomie a tutti i membri della societa', perche' occorrera' rafforzare i servizi di polizia (e dunque finanziarli), i premi assicurativi aumenteranno, ecc. (pag.236).
Creando male pubblico, il singolo individuo erode il capitale pubblico esistente, che viene convertito in reddito goduto privatamente; questa erosione individuale riduce la stabilita' delle interazioni sociali, per i contemporanei ma anche per i posteri (pag.240). Pure l'erosione dell'ordinamento giuridico e' distruzione di capitale pubblico (pag.248): "una decisione di violare la legge comporta uno scambio tra perdita futura e guadagno attuale" (pag.257), ed i regimi democratici tenderanno ad essere reattivi piuttosto che strategici nei processi decisionali (pag.274).
Finora l'attivita' di governo, o politica, e' stata l'equivalente sociale del filo di ferro (risposta politica pragmatica o incrementale ai problemi) e il progresso sociale misurato con la quantita' di legislazione, ma non sempre le riparazioni col fil di ferro funzionano e talvolta sono necessari cambiamenti piu' radicali (pag.313). Il principio del laissez-faire proposto da Adam Smith era una rivoluzione costituzionale e consisteva in un'anarchia ordinata, mentre i critici socialisti (e la dottrina marxista) non sono riusciti ad offrire un principio organizzativo alternativo (pag.315).

5.
La decisione maggioritaria soddisfa preferenze mediane (pag.272); scrive l'Autore: "qualsiasi quantita' di legge scelta collettivamente lascera' un gran numero di persone in posizioni non preferite perche' riterranno la legge troppo restrittiva o troppo permissiva" (pag.220). Man mano che aumenta la complessita' del bilancio, cresce la delusione verso l'attivita' pubblica anche se le singole funzioni sono efficienti (pag.204).
In gruppi di dimensioni modeste, il meccanismo politico ha analogie con lo scambio volontario: l'influenza del singolo sulle decisioni del gruppo e' maggiore, ed e' pure maggiore la liberta' di emigrazione (pag.204). Viceversa, nelle comunita' con molti membri non solo aumenta il pericolo della violazione individuale dei diritti, ma aumenta anche il rischio che l'attivita' coercitiva possa non voler punire di fatto i trasgressori (pag.166). Nei gruppi con grandi numeri, ciascun individuo considera il comportamento degli altri individui come parte del suo ambiente naturale, ed agisce consapevolmente come se il suo comportamento non influisse su quelli altrui; ogni individuo ha percio' un incentivo razionale all'inosservanza (pagg.142-143). Tra l'altro, i vincoli legali imposti al comportamento individuale sono soggetti a variazioni col cambiare dei gusti (preferenze), della tecnologia e delle risorse (pag.212 e pag.242).
Bilanci sempre crescenti ed interpretazione sempre piu' irresponsabile della legge (pag.304): e' il Leviatano nell'accezione moderna del termine, una rete burocratica impersonale che imprigiona l'uomo e che lui stesso riconosce di avere creato (pag.278).
Una parte del compenso percepito per le cariche politiche, osserva l'Autore, e' reddito politico che consiste nella possibilita' di scegliere alternative od opzioni che massimizzano la propria utilita' personale e non quella dei propri elettori (pag.293). L'espansione dei bilanci pubblici e' una tendenza unilaterale (pag.293), e con la crescita del settore pubblico cresce il potere politico dei burocrati in quanto votanti (pag.299). Gli interessi dei produttori tendono a dominare su quelli dei consumatori, ed anche gli interessi dei burocrati pubblici, in quanto produttori, tendono a dominare su quelli dei cittadini ed utenti (ampliamento del proprio ente di appartenenza, massimizzazione della propria utilita' personale, pagg.299-300); esiste percio' un margine di discrezionalita' nell'esercizio dell'autorita' da parte degli amministratori che i poteri legislativo ed esecutivo non potranno mai controllare pienamente se non a costi proibitivi.

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