Scheda bibliografica:

Anthony Giddens,

LA TERZA VIA
Manifesto per la rifondazione della socialdemocrazia

(ed. il Saggiatore, Milano 1999)

COGLIERE L'OCCASIONE
(The Third Way and its Critics)

Carocci editore, Roma 2000)

1.
Giddens distingue la socialdemocrazia classica, caratterizzata dal welfare state generalista (che protegge i cittadini "dalla culla alla tomba", pag.24), dalla terza via la quale si caratterizza per alcune novita':
- democrazia cosmopolita (pagg.130-132-133): sia le identita' nazionali che quelle etniche sono artificiali (nessuno e' un purosangue, pagg.128-130), centrale e' la questione dell'immigrazione, che di solito si dimostra vantaggiosa per il paese ospite (nazionalismo cosmopolita, pag.133).
- governo mondiale: sia il rischio ecologico che la riduzione dell'ineguaglianza mondiale non possono essere risolti a livello locale (pag.146); nell'eta' dell'informazione "il territorio non e' piu' cosi' importante per gli stati-nazione come in passato. Le conoscenze e le capacita' competitive contano molto di piu' delle risorse naturali" (pag.136).
- comunita', da non intendere come recupero di forme perdute di solidarieta' locale, ma come associazioni di volontariato, imprenditorialita' sociale, banca del tempo, progetti di microcredito (pag.87), organizzazioni non governative, movimenti sociali ed altri gruppi (pag.58). Forme importanti di cosmopolitismo provengono dal basso (Greenpeace, Amnesty International, pag.136). Esiste uno spazio globale depoliticizzato che, secondo l'Autore, "richiede regolamentazione, l'introduzione di diritti e obblighi: ubi societas, ibi ius, dovunque ci sia societa', ci devono essere leggi" (pag.136).
- welfare positivo: dove 'welfare' assume connotazioni negative (mirato ai poveri, come negli Stati Uniti), ne conseguono divisioni sociali (pag.108); i programmi contro la poverta' vanno sostituiti con approcci fondati sulla comunita' (pag.110): "Chiesa, famiglia e amici sono le fonti principali della solidarieta' sociale, lo stato dovrebbe intervenire soltanto quando queste istituzioni non arrivano a soddisfare pienamente i propri obblighi" (pag.112). Fondamentale e' l'investimento nell'istruzione, che e' la base per redistribuire possibilita' (pag.110).
Ne deriva il tema della sostituzione del welfare state da parte della welfare society (pag.116): gli organismi del terzo settore devono svolgere un ruolo piu' importante come fornitori di servizi di welfare (pag.116); vi sono tuttavia ambiti nei quali i movimenti sociali, le ONG ed anche i mercati non possono sostituirsi al governo: l'elenco delle ragioni per cui esiste un governo e' a pagg.57-58.

2.
Lo schema del programma della terza via e' a pag.76, lo schema dei valori della terza via e' a pag.73.
La denominazione "terza via" non va confusa con altre "terze vie" del passato: e' "terza" in quanto "nuova" (pag.13) rispetto alla socialdemocrazia classica (il cui schema e' a pag.24) e (pag.34) al neoliberismo (lo schema del Tatcherismo o neoliberismo e' a pag.25).
Il welfare state della socialdemocrazia classica, secondo l'Autore, "oggi crea quasi tanti problemi quanti ne risolve" (pag.32). Inoltre, la separazione socialismo-capitalismo (asse economico) ha molto meno rilievo rispetto ai contrasti libertario-autoritario e moderno-tradizionalista (pag.37).

3.
Il neoliberismo (la nuova destra) si caratterizza per una teoria globalizzante dei mercati ed una concezione realista delle relazioni internazionali. Ma, secondo l'Autore, "la devozione al libero mercato, da una parte, e alla famiglia tradizionale e alla nazione, dall'altra, e' contraddittoria. (...) non c'e' niente di piu' distruttivo per la tradizione della 'rivoluzione permanente' operata dalle forze di mercato" (pagg.30-31).
Il neoliberismo ha due filoni (pag.23), uno conservatore, che e' libertario sulle sole questioni economiche, ed uno propriamente libertario, che e' libertario sia sulle questioni economiche che sulle questioni morali (liberta' sessuale, depenalizzazione delle droghe, ecc.).

4.
Il termine chiave e' globalizzazione, che riguarda i mercati finanziari, le comunicazioni elettroniche, la modernizzazione ecologica (protezione ambientale come fonte di crescita economica, pag.34). Un aspetto chiave e' la speculazione sui cambi: "Soros ha suggerito che come meccanismo stabilizzante l'euro e il dollaro potrebbero venire formalmente ancorati fra loro" (pag.144); inoltre, un Consiglio di sicurezza economica andrebbe istituito nelle Nazioni Unite (pag.145).
La fine del mondo bipolare (pagg.134-135) si caratterizza oggi per l'esistenza di stati senza nemici (vedere schema a pag.82), che devono occuparsi della "gestione del rischio" (pag.70) inteso sia come pericolo (pag.69) che come opportunita', in particolare per regolare il cambiamento scientifico e tecnologico (pag.81).
Scienza e tecnologia non possono piu' essere considerate esterne alla politica (pag.66).
Il concetto di sviluppo sostenibile non consente definizioni precise perche':
- non possiamo conoscere i bisogni delle generazioni future;
- non possiamo sapere come il cambiamento tecnologico influenzera' l'utilizzo delle risorse (pag.64).

5.
Alcuni ambiti di intervento del welfare positivo:
- la vecchiaia: bisogna abolire l'eta' fissa di pensionamento e considerare gli anziani non come un problema ma come risorse (pag.118);
- istruzione a vita (pag.122);
- fornire sicurezza quando falliscono iniziative imprenditoriali e dando la possibilita' di essere tassati su una base biennale/triennale anziche' annuale (pag.122);
- incoraggiare "politiche a favore della famiglia nei luoghi di lavoro (...) non solo la presenza di asili e doposcuola, ma anche diverse opportunita' di lavoro, come per esempio il telelavoro o il lavoro nei giorni festivi, possono contribuire a riconciliare l'impiego con la vita domestica" (pag.123);
- necessita' di contratti di genitorialita' a vita (pag.98): il confronto fra la famiglia tradizionale (unita' economica caratterizzata da ineguaglianza dei sessi, doppia morale sessuale, scarsi diritti legali per i bambini, ecc.) e la famiglia democratica (nell'epoca del "bambino pregiato" e dell'uguaglianza dei sessi) e' a pag.93 e seguenti, lo schema della famiglia democratica e' a pag.97 ;
- progetti dei dollari-tempo e dei salari ombra (pag.124);
- riformare il sistema dei sussidi laddove induce all'azzardo morale (pag.114).
Il welfare state, secondo l'Autore, "e' una condivisione di rischi piuttosto che di risorse" (pag.115); lo stato diviene in questa concezione un "investitore sociale, che opera nel contesto di una societa' di welfare positivo" (pag.116). Questa societa' del welfare positivo si estende al di sopra ed al di sotto della nazione, l'autonomia dell'individuo diventa l'obiettivo principale (pagg.124-125).

6.
La societa' inclusiva (il cui schema e' a pag.106) richiede uguaglianza, opportunita' (di accesso al lavoro e all'istruzione, pag.104), coinvolgimento nello spazio pubblico: "la nuova politica definisce l'uguaglianza come inclusione e la disuguaglianza come esclusione" (pag.104); l'esclusione e' sia quella dei meno privilegiati, sia l'autoesclusione dei piu' privilegiati, e fra le due vi e' un nesso di causalita' (pag.105). Un esempio di societa' non inclusiva e' quella che emargina gli anziani (pag.119); altri esempi sono connessi al concetto di declino civico (pagg.83-89-99).
L'idea di uguaglianza o giustizia sociale, scrive l'Autore, "e' alla base della concezione della sinistra (...) schierarsi a sinistra significa credere in una politica di emancipazione" (pag.52); anche se tale idea puo' poi essere interpretata in modi diversi: "uguaglianza e' un concetto relativo. Dobbiamo chiederci: uguaglianza tra chi, di cosa e in qual misura?" (pag.52).

7.
Nel libro The Third Way and its Critics (trad.italiana Cogliere l'occasione, cit.), Anthony Giddens osserva come il termine terza via sia stato usato piu' volte, a destra come a sinistra, da Franco a Tito (pag.28), e la stessa socialdemocrazia durante la guerra fredda fosse intesa come una terza via (pag.13).
La globalizzazione, che non e' solo economica ed informatica ma anche sociale, politica e culturale (pag.74), non permette piu' alle "grandi istituzioni" (stato, sindacati, grandi imprese) di mantenere gli impegni sociali, e il problema non e' piu' di redistribuzione ma di creazione della ricchezza, attraverso l'innovazione (pag.14); allo Stato spetta il compito di incentivare piuttosto che contribuire (col disavanzo pubblico): deve passare dai remi al timone (pag.17).
La leva fiscale (aumento della spesa pubblica) e' stata utilizzata per ragioni diverse sia dalla destra (difesa e big government) che dalla sinistra (programmi sociali, pag.20); il thatcherismo era una forma politica radicale, in quanto divideva all'interno in amici e nemici (pag.22).
La politica della terza via, secondo l'Autore, e' il tentativo di rispondere alle trasformazioni (non solo economiche) in atto; i problemi sociali sono generati dai mercati, ma anche dallo Stato, dal governo e dal welfare state, che richiedono percio' l'attuazione di programmi di modernizzazione che consentano di perseguire gli ideali di solidarieta' e di giustizia sociale (pag.41).: serve allora un ripensamento a sinistra simile a quello che mezzo secolo fa fece rompere col marxismo (pag.38).
Lo Stato puo' produrre diseguaglianze, il mercato puo' diventare lo strumento per superarle (pag.42), la sinistra deve cambiare il proprio atteggiamento verso il mercato, le imprese, i capitali privati (pag.43); i mercati, pero', generano esternalita' e non si autoregolano (pag.45).
La politica della redenzione va superata sia a destra che a sinistra, perche' "non esiste una fonte unitaria dei mali del mondo" (pag.46); inoltre molti temi politici (il radicalismo, gli anziani, la politica della vita) non sono piu' riconducibili alla dicotomia destra/sinistra, che invece era centrata sulle relazioni di classe (pagg.47-48).
Sono preoccupazioni prioritarie dei cittadini la famiglia, la criminalita', la coesione sociale; siamo di fronte a nuove questioni senza disporre di soluzioni sistematiche: coniugare prosperita' sostenibile, solidarieta' sociale, istituzioni che garantiscano la liberta' (pag.28). Sono sempre di piu' quelli che chiedono maggiore emancipazione, maggiore liberta' personale e sessuale, e meno interventi governativi (pag.49); le combinazioni regolamentazione economica/anarchia morale ed anarchia economica/controlli morali non hanno piu' senso (pag.53).
Le politiche per la famiglia devono essere soprattutto di sostegno, ed in ogni caso i diritti vanno sempre legati alle responsabilita': "nessun diritto senza responsabilita' ", pagg.17-54-58-139); la sinistra e' stata finora troppo indifferente verso la criminalita' e la frammentazione della famiglia: una volta che essa diventa credibile su questioni su cui per tradizione e' lontana, diventa piu' facile per gli elettori ascoltarla sui suoi temi naturali, istruzione, salute, ambiente, ecc. (pagg.56-57).
La terza via ricerca "una via mediana su tutto" (pag.22): la politica della terza via ritiene che crescita economica e modernizzazione ecologica siano obiettivi coerenti e addirittura interrelati (produrre di piu' con meno, pag.133 e seguenti), che vada massimizzata l'eguaglianza delle opportunita' ma anche limitata la diseguaglianza degli esiti finali (pag.94), e che vadano combattute tutte le forme di esclusione (ghetti, segregazione sociale), sia in fondo che in cima alla scala sociale (pag.59, pag.118 e seguenti). Per raggiungere questi obiettivi, la globalizzazione puo' offrire benefici: moltiplicazione delle organizzazioni non governative, una nuova internazionalizzazione della sinistra che oggi e' diventata isolazionista (pagg.60, 126, 131).
Scienza e tecnologia hanno slegato la produttivita' dai fattori tradizionali della produzione (nuovo capitale e nuovo lavoro, pag.72), e paradossalmente piu' informazione aumenta l'incertezza economica (economia della conoscenza, pagg.73, 75 e seguenti).
Servono da un lato un "modello dinamico di egualitarismo" (pag.121), dall'altro un pluralismo strutturale (pag.63): Stato (che l'Autore invita a distinguere fra Stato grosso e Stato forte, pag.65 e seguenti), governo, federalismo (sia verso l'alto che verso il basso, pag.69), societa' civile (che e' il fondamento della cittadinanza ma che non coincide con l'idea di comunita', pagg.70-71), gruppi del terzo settore (pagg.85-86).
L'istruzione, prolungata per l'intero corso della vita, e' l'investimento pubblico piu' importante (pag.78), la sinistra deve altresi' incoraggiare la cultura imprenditoriale, che e' innovativa, in economia ma anche nella societa' civile (capitale sociale, pagg.80, 83).
Gli interventi governativi non devono consistere in sovvenzioni dirette, ma concentrarsi sulle condizioni-quadro della competitivita' e dello sviluppo (pag.85).
L'esclusione sociale non coincide con la poverta' (pag.108 e seguenti) e spesso la poverta' non e' una condizione definitiva e a lungo termine, ma una fase della vita, e sembra determinata piu' dalle trasformazioni tecnologiche, da tendenze demografiche e da cause familiari che dal libero mercato (pag.97 e seguenti, pag.115). Il welfare dovrebbe offrire aiuto e non elemosina, occorrono politiche diverse in relazione alla durata (pagg.109-110 e seguenti).
La tassazione, secondo Giddens, va spostata dalle imposte sui redditi (su cui incidono sia la progressivita' che il livello di tassazione, pag.103), alle imposte sui consumi ed all'ecotassazione (energia, rifiuti, trasporti, pag.104 e seguenti).
Il sistema asistenziale dovrebbe occuparsi dei diversi perche' della poverta' e non solo come ora del chi e' povero, individuando le vulnerabilita' e correggendo le condizioni che possono generare poverta' (pagg.112 e 114). Occorre restituire spazi commerciali ad un uso pubblico, promuovere la varieta' dei media, incentivare fiscalmente la partecipazione e la democrazia economica (pagg.146-147-148).

Schede bibliografiche

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