Quello che segue è un elenco parziale di libri e testi che ritengo di segnalare alla lettura e che
mi propongo di integrare via via con altri titoli, evidenziando per ciascuno i concetti secondo me piu' rilevanti. Altri riferimenti sono presenti nelle schede bibliografiche in questo stesso sito.
Aristotele, LA POLITICA (ed. Le Monnier, Firenze 1981)
1.
Secondo Aristotele (La Politica), la comunita' (polis) nasce per la sopravvivenza e poi si sviluppa in modo naturale in vista del vivere bene (pagg.47 e seguenti); la polis e' una comunita' autarchica (pag.83 e 103) e non e' solo una comunita' di luogo perche' e' fondata sull'amicizia (pagg.95-119).
L'uomo e' un animale politico in quanto e' un costruttore di poleis (pag. 50 e 92); la polis e' un tutto, e' una comunita' di valori, e' il tutto anteriore sia all'individuo che alla famiglia, che ne sono parti (pagg.51-52; il ragionamento aristotelico e' spesso viziato da paragoni con l'organismo umano, pagg.56-71-104).
La natura umana e' ambivalente: quando e' nel giusto, l'uomo e' il migliore degli animali, ma puo' diventare il peggiore di tutti (pag.52); tre sono i fattori della virtu': natura, abitudine, ragione (pagg.175-176). Non esiste in generale un retto agire, le virtu' vanno enumerate (pag.72); l'amare piu' del necessario e' sbagliato (egoismo, eccesso di amore per i beni).
L'uso di un bene puo' essere conforme alla sua natura (economica) o puo' consistere nello scambio con un altro bene (crematistica, pag.65 e seguenti): quando il fine dello scambio e' la moneta, non vi e' piu' limite all'attivita' di scambio; Aristotele distingue la crematistica economica (necessaria, limitata, avente per scopo i beni) dalla crematistica commerciale (non naturale, illimitata, avente per scopo la moneta e percio' l'accumulazione di ricchezza ed anche l'usura). Aristotele ipotizza anche proprieta' private di uso comune (pag.76).
La polis e' composta da famiglie, alla cui base vi sono tre rapporti: padronale o dispotico (signore e schiavo), coniugale (marito e moglie), padre-figli; la schiavitu' esiste per violenza (pag.53), ma secondo Aristotele e' utile e percio' e' nella natura delle cose che vi siano liberi e schiavi (pagg.56-57), come pure che vi sia chi comanda e chi obbedisce (pag.71). L'autorita' verso uomini liberi e' politica, l'autorita' verso schiavi e' dispotica (pag.60).
La costituzione (politeia) di una polis e' la sua organizzazione, l'ordinamento delle cariche e delle autorita', che varia da polis a polis (pagg.85 e seguenti, pag.100): la migliore costituzione per una polis puo' infatti non coincidere con quella ideale (costituzione possibile, pag.99).
Sono cittadini della polis tutti coloro che sono liberi da ogni occupazione necessaria (pagg.91-110); la loro virtu' e' saper sia obbedire che comandare (pag.89). Il governo di uno, pochi o molti puo' essere esercitato per il vantaggio comune (monarchia, aristocrazia, politeia, pagg.92 e seg., pagg.112 e seg., pag.116), o per il vantaggio personale: la tirannide persegue l'interesse dei monarchi, l'oligarchia quello dei ricchi, la democrazia quello dei poveri, ed e' accidentale il fatto che l'autorita' sia nelle mani di uno, di pochi o di molti (pagg.92-94); inoltre, vi sono molte forme di governo (molte forme di oligarchia e di democrazia, pag.100, pagg.106 e seguenti).
Elementi fondanti della costituzione sono liberta', ricchezza, virtu' (pag.114); dalla costituzione derivano le leggi, che devono governare su tutto, mentre i magistrati decidono solo sui casi particolari (pagg.100-108-127 e seguenti). La misura sta in mezzo (giusto mezzo, pagg.118-119 e seguenti); il governo non deve andare ne' ai troppo ricchi ne' ai troppo poveri, le rivoluzioni sono provocate dalla ricerca di uguaglianza (pagg.138 e seguenti).