"I Sepolcri"- Riassunto e commento

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Le tombe e il pianto dei vivi non possono certo consolare il sonno dei morti,tutto è materia che il tempo traveste (vv.1-22)

Ma perché l'uomo dovrebbe privarsi della illusione (offertagli dal pensiero di avere una tomba) di sopravvivere nel ricordo dei suoi attraverso una celeste corrispondenza di amorosi sensi? (vv.23-40)

Solo chi in vita non ha destato affetti intorno a sé non si cura della tomba. (vv.41-50)

Eppure una nuova legge quasi vorrebbe annullare il ricordo dei morti: ma quando si ostacola il culto della tomba,succede che anche le ossa di uomini illustri vadano disperse per sempre,come quelle del Parini,le cui ossa sono forse confuse con quelle di un ladro in uno squallido cimitero plebeo.(vv.51-90)

Il culto dei morti è antichissimo:è sorto col sorgere della civiltà umana,ricordo della virtù degli antenati e l'affetto di congiunti lo hanno tramandato in varie forme attraverso i secoli:pietosa illusione che oggi rivive nei cimiteri-giardino degli inglesi,ben diversi dalle sepolture medievali e molto simili alle sepolture degli antichi pagani. Certo dove ricchezza e paura regolano la vita civile come nel regno Italico,le tombe appaiono inutile sfoggio di lusso e malaugurato ricordo della morte. (vv.91-150)

Le tombe degli uomini grandi accendono gli spiriti nobili a nobili imprese. Firenze è beata soprattutto perché nella chiesa di Santa Croce custodisce le tombe di Machiavelli,Michelangelo e Galileo:in quelle tombe è la memoria del nostro grande passato;da esse trarremo gli auspici per la grandezza futura,cosa del resto gia fatta da Vittorio Alfieri,sepolto ora anche lui in Santa Croce. Dalle sue ossa,come da quelle degli altri grandi là sepolte,parla la voce della patria,la stessa che incitò i Greci contro i Persiani a Maratona. (vv.151-213)

Anche i monumenti non più esistenti,ma i soli luoghi dove essi sorgevano bastano ad infiammare gli spiriti nobili. Felice il Pindemonte che penetrando nell' Ellesponto,ne ha sentito risuonare i lidi di antiche e gloriose gesta e muggire il mare nel portare le armi di Achille sulla tomba di Aiace. (vv.214-225)

Il Foscolo invece,che non ha potuto visitare quei luoghi,chiede alle muse che lo ispirino ad evocare gli eroi con la sua poesia. E' infatti solo la poesia ad essere capace di eternare il ricordo di eroi il cui sepolcro è stato ormai spazzato dal tempo. Lo dimostra il canto di Omero,che ha eternato l'eroismo di Ettore,mentre esaltava quello dei Greci distruttori di Troia.(vv.226-295)

Commento

Il Foscolo negava una vita futura dell'anima e considerava l'uomo destinato al nulla eterno:per conseguenza le tombe razionalmente gli apparivano inutili. Ma contro questa conclusione razionale ed illuministica in lui  reagiva il sentimento creandogli l'illusione che l'uomo possa raggiungere una qualche immortalità grazie al ricordo che lascia di sé,ricordo che le tombe aiutano a conservare. Traspare nei "Sepolcri" tutto l'amore del poeta alla vita,alla bellezza della natura,tutto il suo apprezzamento dell'amicizia e dell'amore. Bella è per lui la vita,ma fatale è la morte. C'è nella natura un continuo fluire di forme che una forza incessante determina;contro un tale fluire c'è da una parte il ricordo affettuoso che degli uomini comuni serbano i familiari e dall'altra l'azione degli uomini grandi che suscitano emulazione anche dopo morti negli animi capaci di sentire la grandezza della loro azione. Le tombe tentano di contrastare proprio il fluire perenne della materia,ma il loro tentativo è destinato a fallire col passare dei secoli,perché il tempo tutto distrugge. C'è tuttavia qualcosa capace di vincere lo stesso tempo:è la poesia che eterna i valori realizzati nella loro vita dagli uomini grandi.

dott.essa Raffaella Palma