"Cogito ergo sum" di Cartesio

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Per Cartesio il cogito(attributo della sostanza spirituale)non può mai essere revocato in dubbio e perciò costituisce il fondamento della certezza soggettiva di esistere. Tale primato assegnato da Cartesio al cogito viene spesso giudicato come l'atto di nascita della filosofia moderna in opposizione all'ontologismo dogmatico del medioevo. Il cogito ergo sum è il fondamento della certezza,dell'immediata consapevolezza del nostro essere spirituale: per il fatto che io penso affermo che io esisto,concepisco la realtà dell'anima come sostanza pensante,permanente, mentre i suoi contenuti sono variabili,transitori,il che non deve però considerarsi come la conclusione d'un ragionamento,ma una certezza immediata e intuitiva. Un ritorno al cogito cartesiano si è verificato nel Novecento,con la fenomenologia di Husserl. Il cogito husserliano non è però l'attributo di una sostanza, ma la concreta corrente di cogitationes che ogni soggetto esperisce in sé e cioè il vissuto degli atti intenzionali entro i quali si viene costituendo ciò che la coscienza comune chiama mondo o natura. Husserl intendeva combattere il naturalismo oggettivistico delle scienze attraverso il recupero del significato profondo del cogito cartesiano. Il cogito ergo sum di Cartesio sottintende una consequenzialità derivante dalla entificazione dell'idea di essere. Il mio cogitare necessariamente rivela una partecipazione all'essere. Pensare ed essere sono correlati perché sono entrambi essenzializzazioni. Questo cogito vuol dire: io sono conscio,dunque sono partecipe di un perfezionamento,che mi collega,almeno potenzialmente,alla pienezza dell'essere. Se penso sono,più vero il contrario:se non fossi non potrei pensare. Il privilegiamento (falsamente esistenziale) del mio essere pensante vale soltanto dentro una filosofia che postuli la razionalità come manifestazione dell'essere,l'essere come sostanza della razionalità. Ma il cogito di Cartesio non è il nostro cogito. Il nostro pensare non si muove al livello della sola razionalità. La novità che più ci riguarda non è tanto nella dimensione logica,quanto nella dimensione psicologica. L'Io penso dell'esperienza speculativa contemporanea è sia conscio sia inconscio. Il cogito non appartiene più di diritto alla costitutiva razionalità dell'essere. Il filo che collega essere e cogitare appare meno rettilineo. Dunque se dico cogito non dico "sono conscio di". La mia conoscenza non è gia per sé stessa ,consapevolezza chiarificata. Cogitare è un lavorare a un processo di chiarificazione.

dott.ssa Raffaella Palma