IERI
E OGGI
Pare che Naomi Campbell uscisse in passerella nel
buio, e che i fuselli che costituiscono la frangia
in fondo alla sua gonna suonassero una musica dolce
e inconfondibile, sorprendendo gli spettatori.
C'è da credere al racconto di questo cronista
di cui non conosco il nome: i fuselli infatti cantano
una dolce melodia. A seconda del materiale con cui
sono prodotti hanno una voce diversa.
Qui
potete vedere l'abito realizzato nel 1997 per
la sfilata di Londra dello stilista Bernardi e che
ora si trova nel museo del merletto di Offida, Ascoli
Piceno.
Questo è uno dei tanti luoghi dove la trina
a fuselli viene lavorata e che ha nel tempo sviluppato
caratteristiche che lo distinguono da altri centri
di produzione.
Viste
le premesse mi pare doveroso cominciare da Offida,
dove, visitando il sito sopra indicato, nella
pagina dedicata al merletto, potete trovare anche
una poesia e un monumento alle merlettaie.
Caratteristiche
del merletto offidano:" punto rinascimento"
(tutti arabeschi di stradelline unite da travette
con la rete esagonale a nido dape);
il punto Venezia, arricchito da «riccioli»
simili al motivo etrusco dellonda e della viola
in varie forme di fiore; infine, il preziosissimo
pizzo antico.
Nome
popolare offidano del tombolo: lu capzzal
Fuselli: cann'it.
Chissà se Naomi Campbell si è resa conto
di quanto distante sia il suo mondo da quello delle
merlettaie...
IL PUNTO ARDENZA
In omaggio alla mia città di adozione, Livorno,
illustro questa variante
del pizzo a tombolo di cui mostro uno squisito esempio,
una striscia da tavolo in lino ecru, autentica della
scuola di Ardenza, in possesso della
signora M. Giovanna Strina Orsucci.
La trina viene così chiamata dalla località
che sorge al confine Sud di Livorno. L'origine di
questo punto è recente: risale all'inizio del
1900.
Fu Maria Orlando Kaiser Parodi a creare questo delicato
merletto che riprende il punto rinascimento ma con
più leggerezza.
E' formato dall'unione di due punti: la spighetta
fatta a tombolo viene fissata al disegno su carta
e ne segue il tracciato, poi l'ago la unisce con barrette
e retine semplici ma anche con ricchissimi e complicati
intrecci, creando un effetto "tela di ragno".
La signora Maria fondò una scuola di questo
merletto insieme ad
Antonietta Ruelle proprio nella località da
cui ha preso il nome.
I lavori che venivano eseguiti dalle donne del posto
erano bellissimi, spesso impreziositi con fili di
argento e oro, ed ordinati anche dalla Casa reale
e dalla Santa Sede. Quest'arte, che ha dato in passato
risultati eccellenti, è stata abbandonata,
ed è difficile trovare delle appassionate che
sanno eseguire questo punto.
Da un vecchio librodi Lidia Morelli del 1933, "MANI
ALACRI", editrice Lattes:
"...è trina assai bella e di buon gusto,
sia per l'esecuzione, sia per i disegni. Anche qui
la spighetta comune è sostituita, non da fettuccia
o trecciolina, bensì da un finissimo passamano
spigato di lino, che facilmente prende le curve e
ben si plasma sul disegno. Il contorno del passamano
non viene poi ricoperto da punto a smerlo, ma per
mezzo di punti ben dissimulati si va da una sbarretta
all'altra, queste eseguite come il solito, ma con
attenzione particolare al margine del passamano che
non deve minimamente apparire intaccato o carico di
fili di passaggio. Data la tessitura spigata, è
facile dissimulare il filo adoprato, tra i fili di
essa. I trafori dei motivi interni non hanno nè
grande superficie nè grande varietà
di reti. L'insieme della bellissima trina Ardenza
risulta tra fettuccia, trafori e sbarrette di una
perfetta unione."
Altro esempio di Punto Ardenza
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