QUARTO CAPITOLO

I cacciatorpedinieri "Bersagliere" (n.3) e i Bersaglieri del Papa   

 

 

Il Cacciatorpediniere Bersagliere (1°) che diede il nome a un intera classe di navi fu impostato nel luglio del 1905. Costruito dai cantieri Ansaldo di Sestri Ponente, era stato varato il 2 ottobre dell'anno dopo e consegnato il 5 giugno 1907.  Nell'estate stessa iniziava l'attività addestrativa per l'equipaggio nelle esercitazioni dell'AltoTirreno. Nel 1908, durante i tragici fatti di Messina, partecipò ai soccorsi allora difficili via terra. Trasferito alle squadre navali dell'Adriatico partecipa nel 1911 alle operazioni della Guerra di Libia dalla sua base di Taranto. Viene successivamente utilizzato per il controllo del mediterraneo orientale, Egeo, Dodecanneso e Mar Rosso ricaduto sotto la nostra sfera di influenza. Nel corso del grande conflitto operava  in Adriatico a difesa delle coste (Divisione Cagni) e a protezione del traffico con l'Albania. Nel 1917 ritornava in Tirreno per passare l'anno successivo al Dodecanneso. Veniva usato negli anni successivi per compiti di pattuglia e scuola di specialità data l'anzianità e il lavoro logorante svolto. Declassato a torpediniera entrava nella riserva disponibile e cessava di navigare il 5 luglio 1923. Il suo nome viene ripreso nel 1937 nella nuova classe di cacciatorpediniere Soldati. Costituiva una classe, di 11 unità con buone doti di manovrabilità derivato dalla classe Nembo, denominata assieme alle gemelle Alpino, Artigliere, Ascaro, Carabiniere, Corazziere, Fuciliere, Garibaldino, Granatiere, Lanciere e Pontiere.

  • Dislocamento: 415  tonn

  • Dimensioni: 65 m x 6,1 e immersione x 2,1

  • Apparato Motore: 3 caldaie, 2 motrici potenza 5.000 hp

  • Velocità: 28,5 nodi

  • Combustibile: 95 tonn carbone modificato in nafta (65 tonn)

  • Autonomia 1.500 miglia a 12 nodi

  • Armamento 4 pz da 76/40 mm

  •                   3 lanciasiluri da 450 mm

  • Equipaggio: 56 uomini

 

 

-----Dati e schemi tratti dal sito Marina.Difesa-------

 

Bersagliere 2° Impostato nei cantieri di Palermo venne varato nel 1938. Apparteneva alla classe Camicia Nera o Soldati 1° serie. Cacciatorpediniere potente fra i più avanzati della Regia Marina nell'anteguerra. Partecipò ai combattimenti di Punta Stilo Luglio 1940, Capo Spartivento Novembre 1940, Capo Matapan Marzo 1941, Convoglio Duisburg Novembre 1941. Venne affondato in porto a Palermo nel 1943.

  • Dislocamento: 2.460 tonn

  • Dimensioni: 106,7 m x 10,2 e immersione x 4,4

  • Apparato Motore: 3 caldaie, 2 turbine potenza 50.000 hp

  • Velocità: 39 nodi

  • Combustibile: 525 tonn nafta

  • Autonomia 2.200 miglia a 20 nodi

  • Armamento 4 pz da 120/50 mm

  •                   8 mitragliere 20/65 mm

  •                   6 lanciasiluri da 533 mm

  •                  52 mine

  • Equipaggio: 187 uomini  

   

Bersagliere 3°- F.584. Pattugliatore di squadra classe Artigliere costruito dalla Fincantieri di Ancona e Rivatrigoso. Costruite come fregate di classe "Lupo" per conto dell'Iraq, furono poi poste sotto sequestro già all'epoca della crisi Iraq-Iran e quindi in conseguenza della guerra del Golfo 1989-90 cancellate definitivamente dalla commessa. Dopo alcuni anni di internamento furono acquistate dalla Marina italiana (1994) ed entrarono in servizio nel periodo dopo un ciclo di lavori di modifica nella sistemica di bordo. Impiegate e ufficialmente classificate come "pattugliatori di squadra" presentano la particolarità di non disporre di alcun sistema per la ricerca e le azioni ASW. Il loro impiego è circoscritto alle missioni di presenza oltremare, di blocco, di azioni ASuW, di pattugliamento d'altura. Dispongono di sistema tlc satellitare SATCOM. Quando si inseriscono i motori elettrici e la nave raggiunge i 35 nodi dagli altoparlanti di bordo si diffonde la marcia dei Bersaglieri a ricordo delle origini.

  • Dislocamento: 2.525 tonn

  • Dimensioni: 113,7 m x 11,9 e immersione x 5  

  • Apparato Motore: 2 TG Fiat G.E. L.M.2500, 2 Grandi M. Trieste BL 230-20M 50.000 hp (36.765 Kw)

  • Velocità: 35 nodi (TG), 21 nodi con solo Diesel

  • Autonomia 5.000 miglia a 15 nodi

  • Armamento 1 pz da 127/54 mm

  •                   4 mitragliere 40/70 mm

  •                   8 lanciamissili Teseo Mk2

  •                   1 lm(8) Albatros/Aspide

  • Equipaggio: 16+169 uomini  

 

Bersaglieri del Papa Cronaca fra gli ani 20 e 30 del XIX Secolo. 

Si ha notizia da cronache del tempo, rapporti e indagini criminali dell'esistenza di un corpo di cacciatori definiti Bersaglieri impegnati in tempi limitati alla cattura e rastrellamento dei Briganti alle spalle di Terracina, zona prima risultante sotto il napoletano e comunque in territorio considerato neutro o terra di nessuno. Terra di briganti per lo stazionamento e terra di feroci rappresaglie da parte dei pontifici o dei napoletani quando le gesta criminali si rivolgevano contro le proprietà dell'uno o dell'altro.

La zona che andava tra "Portella e l'Epitaffio", considerata "terra di nessuno" fra Lazio e Campania, divenne la sede preferita dei briganti. Qui dal 1808 al 1825 spadroneggiarono: Gasbarrone* di Sonnino, Massaroni e Varrone di Vallecorsa ma non mancarono altri nomi tristemente famosi di capibanda, non inferiori per ferocia, Nel 1810 Murat fece pubblicare un elenco di trentamila banditi. Alla fine del 1825 il terribile brigante Mezzapenta (Macaro Michelangelo) che associava le sue azioni a quelle di Gasbarrone, fu avvicinato da quattro canonici di Fondi, don N. Nanni, don G. D'Ettorre, don F. Padula e don O. Costanzo, i quali lo convinsero ad abbandonare quella vita sanguinaria. Mezzapenta fece penitenza e con altri componenti la sua banda, di Fondi e Monticelli (Monte S. Biagio), si recò il 27 di ottobre al Santuario della Civita per deporre le armi ai piedi della Madonna. Dopo aver sentito messa, fu condotto a Gaeta con gli altri briganti per essere trasferito al carcere di Pantelleria. 

Gasbarrone aveva da gran tempo messo gli occhi sul seminario di Terracina; benché si fosse in inverno inoltrato con tutti i cespugli senza foglie e, ancorché fosse per questo motivo impresa assai pericolosa, lo scioglimento dei “bersaglieri” nello Stato Pontificio e la concomitante rivoluzione in quello di Napoli consigliavano di sfruttare l’occasione. …..queste e molte altre orribili atrocità, commesse dai Briganti spinsero il governo del Papa Pio VII a tentare con la forza di debellare il brigantaggio ma con risultati ancora scarsi. Il prete Mons. Pietro Pellegrini con veste di Missionario fra il popolo, potè smagliare la misteriosa rete della lega criminale disgregandone i legami fra i capi, conoscendone le diramazioni. In un'altra chiesa La Madonna della Pietà, posta su un monte di Sonnino, convinceva Antonio Gasbarrone e la sua banda a deporre le armi. Era il 19 settembre 1829. In seguito forze imponenti di scelte compagnie di bersaglieri investigarono i luoghi, giustiziarono persone, si arrestarono più di 300 persone fra uomini e donne; i più facinorosi furono condannati all'ergastolo, gli altri deportati (una parte furono imbarcati e mandati al Brasile regalandoli al nuovo emisfero). Gaetano la mattina di domenica 29 luglio, con scorta di abili e scaltre guide a cavallo con ordini verbali precisi dati dalla prima autorità di Terracina partì, munito anche di commendatizie per Sonnino passando per la bella via alberata e poi prendendo per la montagna ricca di folti alberi per la metà e poi di bosco ceduo, per un terreno calcareo, con acque solforose o calcaree, alcune anche potabili, per sentieri difficili e pericolosi. A Sonnino, piccolissimo paese di allora 200 abitanti, lo colpì le molte case distrutte già abitate da delinquenti condannati od esiliati. Vi era una guardia di Bersaglieri scelti di montagna per la continua sorveglianza degli abitanti ……..

*Antonio Gasperoni, come il popolino dell’altro secolo lo ribattezzò, storpiandone il cognome, si chiamava in realtà Antonio GASBARRONE ed era nato a Sonnino il 12 dicembre 1793. Gli furono imposti i nomi di Antonio, Maria e Domenico e gli fecero da padrini al battesimo Tommaso Ippoliti e Angela Grenga. Era nato da Faustina Ippoliti e da Rocco. A 10 anni perdette il padre, a 15 la madre. Restò con il fratello maggiore Gennaro e con due sorelle, Settimia e Giustina. Passava gran parte del suo tempo all’aperto, pascolando la mandria di vacche che suo padre gli aveva lasciato in eredità. Mentre era con le mandrie al pascolo vide spesso le bande dei malviventi per cui, pur non essendovi implicato direttamente, ne conosceva fin da allora vita e problemi…..

http://www.visitaitri.it/Museo%20del%20Brigandaggio.htm 

 

 


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