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SISSI E LA FINE DEGLI ASBURGO |
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IL SANGUE DELLA CROCE E LA MALEDIZIONE DI MANTOVA "Nulla mi è stato risparmiato su questa terra" |
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LA FINE DI UN
AMORE
E LA MORTE DI SISSI Una scheda del
film n. 42 è visibile al link
http://digilander.libero.it/freetime1836/cinema/indicecinema.htm |
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La romantica storia d’amore fra lui, Imperatore d’Austria dal dicembre del ‘48 e Elisabeth Eugenie Amalie von Wittelsbach (detta Sissi, nata il 24 dicembre 1837, sposata dal 24 aprile 1854) finisce presto. Tanti i problemi o forse nessuno in particolare se non la rigidità della corte viennese (le levano i figli sia per la giovane età che per la rigida educazione che si impartisce a corte), il suo carattere ribelle poi le tragedie familiari che si susseguono in un crescendo senza fine da girone infernale dei dannati. Prima la morte della figlia Sofia (ancora in fasce) poi quella di Massimiliano (fratello del marito) nel 1867 in Messico . Si passa poi al suicidio del figlio Rodolfo a Mayerling (1889) per amore della Vetzera, alla morte dell’altro fratello di Francesco, Carlo Ludovico, secondo in linea di successione, morto in Terrasanta nel 1896 (beve acqua inquinata) e per chiudere quello della sorella Sofia Carlotta morta nell’incendio del bazar della Carità a Parigi nel 1897. Per togliersi di dosso queste angosce Elisabetta comincia a viaggiare e a soggiornare sempre più spesso in un’isola greca. I rapporti col marito peggiorano quando a lui vengono imputate anche scappatelle regali. Le tragedie degli anni '90 danno l’ultimo colpo alla fragile natura di Elisabetta che si sfoga nella poesia dopo che le sue intromissioni in politica non erano state gradite. I suoi vagabondaggi la portano in crociera, a Miramare nel golfo di Trieste, ai luoghi di cura (Bad) sparsi in tutta Europa e sulle spiagge più famose di Francia oltre che in Grecia. Ha un treno attrezzato per lei quando viaggia all’interno dell’impero e fa molta attività fisica dovunque si trovi, passeggiate a piedi o a cavallo o in una sua palestra attrezzata..... | ||
..... Ha il terrore della vecchiaia e si dice della linea per quel suo vitino da vespa. L’ultimo incontro col marito lo ha a Bad Ischl in Luglio poi con la sua corte viaggiante va in vacanza a Bad Nauheim. Il 30 Agosto accompagnata dai suoi 8 domestici in livrea nera e dalle decine di valigie raggiunge il lago Lemano e si insedia al Grand Hotel di Caux, dietro Montreux, in compagnia del generale de Berzeviczy e dalla contessa Staray de Barker. Ama le passeggiate nella montagna vicina o le gite in battello, al castello di Chillon per placare l’ansietà che la rode. La notte dell’arrivo si dice abbia avuto una visione: una figura bianca trasparente è venuta ad annunciarle sciagure. Non è possibile; è lei che questa volta vogliono?. La mattina del 10 settembre Elisabetta con la sua dama di compagnia va a Ginevra all'Hotel Beau Rivage dove era solita scendere per soggiorni e per fare acquisti e gustare i gelati. All’una passata si affretta verso l’imbarcadero per non perdere la corsa. Anche qui un presagio nero, un corvo le sorvola la testa. La polizia le aveva più volte offerto la scorta, che lei rifiutava sempre. Sfogliando la sua biografia, si scopre che, negli ultimi anni, Sissi non aveva più paura degli anarchici. Stanca della sua esistenza, l’imperatrice sembrava aspettare la morte con una certa impazienza. Da lontano, un uomo osserva le due donne che si avviano verso il pontile. Le avvicina rapidamente poi si avventa contro l'Imperatrice e la scaraventa a terra. Sembra solo la spinta di un malintenzionato e, passato lo spavento, Sissi sale sul battello. Cosa avrà mai voluto quell’uomo ? il suo orologio ?. Fatti i tre passi della passerella Elisabetta sbianca in volto e si accascia al suolo. |
A Mantova non era andata come in altre
città della penisola. La rabbia montante del 1848 qui non s’era
concretizzata: paure ataviche del nuovo ?, della rivoluzione socialista?
"….S’erano perfino sbarrate le porte “proprio dal comitato era
venuto l’ordine di sbarrare la strada alle schiere di contadini che
volevano entrare in città per dar man forte agli insorti” Tazzoli.
Allora i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato, chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe, e fossero portati via. I soldati dunque vennero e spezzarono le gambe al primo, e poi anche all'altro che era crocifisso con lui; ma giunti a Gesù, lo videro già morto, e non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli forò il costato con una lancia, e subito ne uscì sangue e acqua. Vangelo Giovanni - Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: "Davvero costui era Figlio di Dio!". Vangelo Matteo |
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Era costui Longino o l’Uomo
della lancia che abbandonata la milizia, venne istruito nella fede dagli
apostoli. Longino se ne va a Cesarea di Cappadocia dove conduce una vita
di santità, prodigandosi in conversioni fino al martirio con decapitazione
(Sempre la tradizione orientale celebra Longino detto l’Isaurico
(provincia oggi Turca) come il centurione che riconobbe la divinità di
Gesù e ne custodì il sepolcro). La tradizione occidentale ci parla invece
di un certo Caio Cassio soldato della X legio che arruolava dalle parti di
Mantova e che ritornò portando seco diverse reliquie, fra cui la lancia ma
in particolar modo una cassetta del sangue raccolto a terra sul Golgota.
Nel 36 d.C., narra una cronaca del XII secolo, Longino (nome preso da
cristiano) sotterrò il suo sacro tesoro in una cassetta di piombo
nell'orto dell'ospizio dei pellegrini (Ospedale) a Mantova, quindi si
dedicò alla predicazione, subendo il martirio il 2 dicembre del 37 d.c..
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“Popolo svizzero, le tue montagne sono superbe. I tuoi orologi funzionano bene. Ma quanto è pericolosa per noi, la tua vendetta regicida”. Scriveva Elisabetta d’Asburgo verso il 1880. Si la Svizzera da rifugio a molte persone e fra queste ci son fior di anarchici (più tardi arriverà qui anche Mussolini) il cui unico scopo è il regicidio. | Il futuro Duce era giunto in Svizzera in cerca di lavoro dopo aver fatto il maestro supplente a Gualtieri. Dopo una relazione con una donna sposata, il cui marito era sotto le armi, aveva lasciato il posto per migliori lidi. In svizzera lavora saltuariamente come manovale ma è clandestino e viene arrestato per vagabondaggio la mattina del 24 luglio 1902, sotto le arcate di un ponte dove ha passato la notte; ha in tasca il passaporto, il diploma di scuola normale e 15 centesimi. Rimesso in libertà si mette ad aizzare i lavoratori italiani allo sciopero e alla rivolta. “Se ne vada” gli dicono e foglio alla mano lo accompagnano alla frontiera. Ritornerà perchè la Confederazione lo ha espulso da un cantone e ce ne sono altri venti. | ||
Era "volata via da questo mondo come un uccello, come un filo di fumo" per entrare nella leggenda
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E' l'epoca della dominazione di Bonifacio di Canossa e della sua
sposa Beatrice di Lorena, genitori di Matilde: un mendicante cieco di nome
Adalberto vede apparire in sogno (notte tra il 4 e il 5 marzo del 1048)
Sant'Andrea che gli rivela il punto in cui scavare. Per vincere le
resistenze di Beatrice, piuttosto scettica, il santo si presenterà altre
due volte. La reliquia viene finalmente trovata, insieme al corpo di
Longino. Sul posto, nell'area del monastero benedettino, viene edificata
la nuova chiesa di Sant'Andrea, che quattro secoli dopo (1470) sarà
distrutta da Ludovico II Gonzaga per far posto alla basilica attuale,
progettata da Leon Battista Alberti. Da Roberto Tognoli Pagine di
risorgimento mantovano ed Sometti
Nel 1479 fu "ritrovata" nella chiesa di S. Paolo, la porzione di Reliquia nascosta durante l'invasione degli Ungari nel 924 e per contenerle dal 1500 vennero realizzati da Nicolò da Milano (disegno di Cellini) due reliquiari d'oro. Nel Seicento anche la statua colossale di Longino, scolpita da Gian Lorenzo Bernini, poteva essere collocata in una delle 4 logge "delle reliquie" in San Pietro a Roma, immediatamente a ridosso dell'altar maggiore. Proprio la punta della lancia del vecchio Longino viene considerata una delle "reliquie maggiori" e dei tesori spiritualmente più preziosi della Basilica vaticana, a cui venne donata dal sultano turco Bayazid II alla fine del XV secolo. ![]() L'Imperatore d'Austria Francesco Giuseppe si fece carico, a titolo di riparazione, dei nuovi reliquiari che furono realizzati da Giuseppe Bellezza. Fu mons. Pietro Rota, succeduto a mons. Corti, a ribenedire la cripta profanata il 22 e 24 maggio 1876. L'assassinio dell'Arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria, da parte di Gavril Princip a Sarajevo (28 giugno 1914, armato dai Serbi della Mano Nera), fu invece la causa scatenante del primo grande conflitto mondiale che di morti ne fece milioni. Qualcuno senti a Vienna l'Imperatore profferire queste parole dopo l’ennesimo lutto. "Nulla mi è stato risparmiato su questa terra" e "Un potere superiore ... |
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Dopo ci andarono coi piedi di piombo nelle perquisizioni ma mi sarebbe piaciuto vedere quando trovavano le armi cosa dicevano al prete e al Vescovo. Curiosità di navigatore !!.
Preti coinvolti nelle rivolte Don Giuseppe Pezzarossa Don Ottaviano Daina Don Giovanni Casnighi Don Policarpo Triulzi Don Ferdinando Bosio Don Giuseppe Ottonelli Don Bartolomeo Grazioli Don. Giovanni Grioli Don Enrico Tazzoli (sotto e a dx)
Don Tazzoli continuò a essere onorato dalla diocesi, sempre retta da monsignor Corti, la quale autorizzò la pubblicazione delle prediche da lui composte in carcere. Egli aveva reso un gran servigio alla Chiesa quando, interrogato dagli austriaci, aveva scritto loro che il clero mantovano era segnato dall'insurrezione poiché fedele alla tradizione cattolica, “con spirito aderente al sociale e al concreto dei valori educativi e formativi dell'uomo … e per attuarne le esigenze occorreva essere liberi”. Infine, la notte prima del patibolo, scrisse un biglietto nel quale dava il perdono “a chiunque poté in queste faccende o in altro danneggiarmi. Così Dio mi perdoni”. |
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Perlustrazione di chiese e cappelle
Il clima generale dei rapporti tra occupanti e mondo ecclesiale mantovano si irrigidisce. Non vengono risparmiati i luoghi di culto, per via di timori fondati che in essi si nascondessero abilmente e artificiosamente armi e munizioni. Ecco come una autorevole fonte ci informa: Strassoldo comunica al vescovo mons. Corti il decreto del Feldmaresciallo Radetzky: perlustrare chiese e cappelle, per controllare se vi siano nascoste armi. La testuale ingiunzione recita: ![]() «Monsignore Reverendissimo! I risultati non insignificanti che si ottennero col rinvenimento di Armi e Munizioni nelle Chiese e Cappelle nei Comuni foresi di queste Provincie, hanno indotto S.E. il Signor Governatore Generale feldMaresciallo Conte Radetzky a determinare mediante rispettato Decreto 27 scorso Dicembre [ ... ] che venga praticata una generale riservata perlustrazione anche nelle Chiese e nelle Cappelle entro la Città. Tale perlustrazione verrà effettuata dall'I.R. Gendarmeria dietro ordine dell'I.R. Autorità Militare nel giorno 12 del corrente Gennaio» (Milano, 9 Gennaio 1853). Il comandante di fortezza a Mantova, Culoz, in lettera "riservata" al vescovo Corti, annuncia l'esecuzione del Decreto di Radetzky: «Varie Chiese furono di già sottoposte tanto in questa come nelle altre Provincie ad una perquisizione, ed in tale occasione rinvenute delle armi, che per lo più si trovavano nel loro nascondiglio ancor dal l'epoca rivoluzionaria (1848). Venne superiormente ordinato che la perquisizione sia generalmente estesa a tutte le Chiese, Oratori, e Cappelle che non furono ancora sottoposte a tale misura. Incomincia oggi 12 Gennajo tanto in Mantova, come in tutti i Distretti appartenenti alla Diocesi di Mantova l'esecuzione di tale disposizione. Mi onoro di ciò partecipare a Monsignor Reverendissimo assicurandola di ogni riguardo, avendo ordinato che alle visite sia sempre presente un Sacerdote e che le sacre funzioni nelle Chiese non siano in tale incontro menomamente turbate» (Mantova 12 Gennaio 1853). Il conato
rivoluzionario propagatosi in provincia portò all'eroico sacrificio
dell'umile parroco di Castiglione Mantovano, Don Bertolani, durante la
rapida manovra di trasferimento del 48° Reggimento ungherese Arciduca
Ernesto da Verona e Mantova, richiamato d'urgenza dal Governatore
Gorzkow'schi preoccupato delle sorti della fortezza. Nella zona
dell'alto e medio Mantovano, abbandonata dall'Austria dopo il passaggio
di parte del grosso dell'esercito di Radetzky fuggiasco da Milano verso
il Quadrilatero, i parroci si adoperarono alacremente per ridare nella
attesa dell'esercito piemontese un nuovo e più ordinato assetto
amministrativo. In questo periodo di estrema difficoltà per carenza di
una autorità costituita ebbe preminenza assoluta di iniziativa e di
volontà il parroco di Sabbioneta, mons. Luigi Tosi, quale autorevole
voce del territorio libero di Mantova presso il Governo provvisorio di
Milano. L'opera di collaborazione al Governo provvisorio in Bozzolo di
questo benemerito prelato fu tutta intesa a migliorare le sorti del
territorio che risentiva maggiormente le gravi conseguenze della guerra,
specie durante il periodo del blocco di Mantova. |
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Sissi e Francesco Giuseppe sono sepolti |
La lama (arma artigianale simile ad un moderno tagliacarte con manico di legno abbozzato) le è penetrata nel ventricolo sinistro e le provoca una emorragia fatale nel volgere di pochi minuti. Quando le viene aperto il corsetto per rianimarla, una macchiolina di sangue appare infatti all’altezza del cuore. Spostata all’albergo viene visitata da un medico accorso che non può far altro che constatarne la morte. L’assassino viene fermato dai passanti. Si tratta di un Italiano, Luigi Lucheni, muratore al fabbricato in costruzione della posta. Si dichiara anarchico e seguace di Kropotkine e di Bakunin (Sono gli anni degli anarchici. Anche il presidente Francese Carnot fu ucciso dall'italiano Sante Caserio nel 1894, e subito dopo la Sissi verrà ucciso il re d’Italia Umberto I e nel 1901 il Presidente degli Stati Uniti). Ha agito da solo? Nessuno proverà mai il contrario tanto che il bersaglio sarebbe stato un altro politico e, solo all'ultimo momento, fallito l'attentato, si sarebbe rivolto a lei, dopo la lettura di un trafiletto di cronaca che preannunciava la sua visita. I suoi spostamenti (di Sissi) e le sue stravaganze, per espressa disposizione di corte, dovevano avere la minima informazione. Lucheni, come italiano, non ce l’aveva con gli odiati Austriaci (eravamo anche alleati ora), non si pente di nulla, e l’arma per sua stessa ammissione se l’è costruita da solo. Condannato all’ergastolo (la pena di Morte era stata sospesa nel cantone) si suiciderà in cella.. L’anarchico, si disse, aveva fatto un favore ad Elisabetta. Le diede quel genere di morte a cui lei ormai anelava: improvvisa, senza soffrire, lontano dai suoi cari per non angosciarli e al cospetto della natura che lei tanto amava. La leggenda di Sissi era pronta per entrare nella Storia. "Nulla mi è stato risparmiato su questa terra": così pare abbia detto Francesco Giuseppe alla notizia della sua morte - Copyright Walter Amici |
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Il sarcofago
della cripta
di S. Andrea viene aperto
da 12 "apostoli" custodi il |
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L'Arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria, nipote di Francesco Giuseppe,
aveva sposato una donna al di fuori delle corti nobiliari europee ed era
stato costretto per questo a giurare che i suoi figli non sarebbero mai
saliti al trono !!. Francesco Giuseppe non andò neanche al quel matrimonio.
Per la quinta volta Francesco Giuseppe nominava un nuovo erede nella
persona dell'Arciduca Carlo sposato a Zita di Borbone Parma di Pianore di
Camaiore Lucca, ultima imperatrice, poi era lui a morire chiudendo una dinastia.
Note: Nella terza cappella a destra della basilica di Sant’Andrea a Mantova affrescata da Giulio Romano si conserva tuttora il sarcofago coi resti di San Longino. Un altro frammento di lancia, conservato a Gerusalemme, finì nel 615 nel bottino del conquistatore persiano Cosroe II ma fu ripresa dall'imperatore bizantino Eraclio e riposta nella chiesa del Santo Sepolcro nel 629. Un'altra lancia è conservata dai cristiani armeni: sarebbe quella trovata ad Antiochia da Pietro l'Eremita durante la prima crociata del 1098. L'ultima, quella detta di Norimberga, reca incorporato un chiodo della croce di Cristo, fa parte del tesoro degli Asburgo e forse fu usata per le incoronazioni imperiali; oggi è conservata a Vienna ed è la stessa cui s'interessò molto, ma molto da vicino, Hitler che la trafugò appunto dall’Hofburg per metterla nei sotterranei esoterici del castello di Norimberga. (ma questa è un’altra storia qui siamo ormai all’esoterismo del Graal) |
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per saperne di più http://thecellardoor.splinder.com/archive/2006-09 http://www.beliceweb.it/sito/articles.php?lng=it&pg=931 | |||
E' sepolto nella Cripta dei Cappuccini (oltre a quello di Modena) anche il Granduca di Toscana Leopoldo II: La pacifica rassegnazione al corso della storia e le modalità del commiato, con gli effetti personali caricati in poche carrozze fecero sì che, negli ultimi momenti di permanenza, gli ormai ex sudditi riacquistassero l'antica stima per Leopoldo: la famiglia granducale fu salutata dai fiorentini, levantisi il cappello al passaggio, con il grido "Addio babbo Leopoldo!" (era il 27 aprile 1859). Rifugiatosi presso la corte viennese, l'ex granduca abdicò ufficialmente solo il successivo 21 luglio; da allora visse in Boemia poi nella Roma Papalina dal 1869, dove morì il 28 gennaio 1870. Dal 1914 la sua salma è nella Cripta. |
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http://www.youtube.com/watch?v=sN2Zq5X2VoU&feature=related http://www.youtube.com/watch?v=slcJRqox1gI&feature=endscreen&NR=1 http://www.youtube.com/watch?v=ElFhfxvudvU&feature=player_embedded |