Cesare Ricotti Magnani
Data di nascita: 30/01/1822 Luogo di nascita: Borgo Lavezzaro (No) Data del decesso: 04/08/1917 Luogo di decesso: Novara Padre: Giuseppe Madre: Pisani Margherita |
Professione: Militare di
carriera (Esercito) Senatore dal 1890 |
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Coniuge: Fumagalli Virginia | Figlia: Margherita Ricotti Magnani |
Ricotti Magnani entra giovanissimo nelle scuole collegio militari (ginnasio) per poi accedere alla Accademia di Torino che lo licenza coi gradi di Tenente di Artiglieria nel 1840 a soli 18 anni. Nella campagna del 1848 viene ferito (a Peschiera è in comando a una cp Pontieri) e promosso Capitano per Merito di guerra per lo scontro di Goito. Alla ripresa della guerra è di nuovo in “batteria”. Nel 1852, in occasione dello scoppio della polveriera di Borgo Dora a Torino, per i salvataggi compiuti, ebbe la Medaglia d'Argento al Valore Militare. La guerra di Crimea lo vede presente ed anche qui si distinse nella Battaglia della Cernaia meritando una Menzione Onorevole quale comandante della 13° batteria della Brigata Montevecchio (2a divisione già di Alessandro Lamarmora). Nel 1859 è Capo di Stato Maggiore della 3ª divisione, meritando l'Ordine Militare di Savoia (OMS). Tenente Colonnello a S. Martino si distinse sul campo guadagnandosi la medaglia di commendatore dell'OMS e da parte francese il rango di cavaliere della Legion d'Onore. Colonnello nel 1860 è Maggiore Generale nello stesso anno a pochi mesi di distanza. Le carriere allora non si giocavano con l’anzianità, probabilmente. Dopo il comando di unità impiegate nella campagna meridionale passò alla direzione generale delle armi speciali per conto del ministero della guerra italiano. Promosso Tenente Generale nel 1864, prese parte alla Terza guerra d'indipendenza italiana come comandante della 12a divisione che però non venne coinvolta in alcuno scontro. Comandò le Divisioni militari di Parma e di Milano poi, dal 1870, è Ministro della Guerra fino al 1876. Nel frattempo era stato sindaco di Novara dal 1860 al 1869 e nel 1863 tra i soci fondatori del CAI.
Fu in questo nuovo incarico che attivò un nuovo ordinamento
dell'Esercito Italiano meglio conosciuto come ordinamento o riforma Ricotti. Ministro della guerra durante l'Assedio di Roma del
1870, emanò in questo periodo leggi fondamentali sul reclutamento e sul servizio
militare obbligatorio. Particolarmente importante fu la sua prima nomina a
ministro nel governo Lanza in sostituzione del generale Govone, che era ormai
inviso alla casta militare per aver accettato i tagli decisi dal ministro delle
finanze Sella. Il 7 settembre Govone fu costretto alle dimissioni e
il nuovo ministro approvò i piani che il 20 settembre portarono alla presa di
Roma (i piani erano comunque già pronti e i corpi armati in movimento). L'esercito era
ora con la riforma organizzato in 10 corpi d'armata
territoriali con esercito di seconda linea o milizia territoriale in
sostituzione della Guardia Nazionale. -La pessima dimostrazione del corpo della Guardia Nazionale, seguita dal lenirsi
del fenomeno del banditismo nel corso degli anni, assieme ad altre
considerazione di carattere prettamente politico e sociale evidenziarono la sua
inutilità, la pericolosità e l’insostenibile peso economico del suo
mantenimento. I tentativi di rivitalizzare l’istituzione inserendo in essa
ufficiali della riserva dell’esercito professionale fallì presto. Sin dal 1870,
con l’istituzione della Milizia Territoriale, "gemella" della Guardia Nazionale,
quest’ultima iniziò a perdere forza ed effettivi. Le riforme ed i disegni di
legge diretti al suo scioglimento si sprecarono sin dal 1872 (in particolare
Riforma Ricotti) fino al suo scioglimento ufficiale con legge n. 160 del 1876.
Wikipedia
Le riforme si ispiravano al modello prussiano che aveva impressionato gli
ambienti militari europei dopo la vittoria senza appello del 1870 sulla Francia
che aveva portato alla Repubblica e alla fine dei Bonaparte. Ricotti
diminuì i reparti esistenti in tempo di pace confidando nella possibilità di
mobilitare, in caso di bisogno, una massa più estesa di coscritti. A differenza
del modello prussiano però si volle evitare il reclutamento su base territoriale
(i land tedeschi, residui degli stati e dei regni che ancor oggi costituiscono
federazione). Questo (il reclutamento su base regionale) poteva infatti
costituire una
potenziale minaccia all'unità nazionale da pochi anni realizzata e non solo.
Erano gli anni delle prime manifestazioni sociali. Si pensi alle agitazioni
internazionaliste e all'esperienza della Comune di Parigi. Ha scritto lo storico Rochat che i reggimenti venivano
"formati da reclute di almeno due regioni
diverse (in un tempo in cui solo una piccola minoranza parlava italiano, la
presenza di due dialetti diversi bastava ad impedire la formazione di un blocco
unico dei soldati ed offriva agli ufficiali infinite possibilità di divisione),
ed essi erano stanziati in una terza regione, in modo da poter reprimere
eventuali ribellioni senza scrupoli; ad evitare inoltre la creazione di legami
tra sottoufficiali e la popolazione, i reggimenti vennero fatti ruotare tra le
varie sedi ogni quattro anni".
Egli svolse la sua azione riformatrice con determinazione per superare le tante
opposizioni, tra le quali principalmente quelle del generale La Marmora
(Alfonso). Lo fece con larghezza di vedute, tanto da far compiere al nostro
esercito la svolta più importante della sua storia più che centenaria. Con le
riforme l'Italia poté disporre di un esercito
adeguato al rango di grande potenza europea.
http://xoomer.virgilio.it/ramius/Militaria/ordinamento_ricotti_magnani_1873.htm
sotto foto da "L'Esercito italiano nella Grande Guerra (1915-1918) Volume VII -
Le operazioni fuori del territorio nazionale - Tomo 1 - Il Corpo
di Spedizione Italiano in Estremo Oriente - Roma 1934 - XII (Collana
Min. della Guerra - Comando del CSM- Ufficio Storico)
VITTORIO FILIPPI DI BALDISSERO
Legato ai Ricotti Magnani
è questo secondo personaggio già visto nei capitoli della missione
Italiana in Cina e nella Siberia Russa del 1918 e di cui diamo riassunto di seguito.
La
rivoluzione russa del 1917 aveva sconvolto gli equilibri di questo immenso stato
e per le alleanze concluse dallo Zar anche gli equilibri internazionali creando
vuoti istituzionali e militari. Tra settembre e ottobre 1918 gli Alleati e
quindi l’Italia inviarono in Siberia il CORPO DI SPEDIZIONE INTERNAZIONALE
(sigla CSIEO per l’Italia). Il 12 settembre arrivò a Tientsin (nel possedimento
italiano in Cina) anche il Ten. Col.
(S.M.) Vittorio Filippi di Baldissero, che era
stato nominato Capo della Missione militare italiana in Siberia. Il comando, per
naturale evoluzione, avrebbe dovuto andare a Cosma Manera che finora aveva avuto
un ruolo preminente. Questi non rimase molto soddisfatto e chiese di rimpatriare, ma non
gli venne concesso.(DA” La Russia in fiamme di BAZZANI).
Vediamo anche la missiva che scrisse Vittorio Filippi di Baldissero sul Manera (rapporto
«riservatissimo» del 1° settembre 1919), perorandone l'avanzamento per meriti
speciali, nonché la prestigiosa nomina ad ufficiale dei SS. Maurizio e Lazzaro:
«Dando uno sguardo a tutta l'opera spiegata in Russia
dal Maggiore Manera non si può non rimanere ammirati di fronte a tanta feconda
attività. Sono tre anni interamente dedicati alla causa dei redenti che di lui
sono stati e sono la occupazione e la preoccupazione costante, che di lui hanno
assorbita ogni attività fisica e intellettuale, attraverso difficoltà d'ogni
genere dalle quali solo una tempra salda quale è quella del maggiore Manera
poteva trionfare (...) si tratta di ufficiale che conta 25 anni di spalline, la
maggior parte dei quali impiegata in importanti missioni all'estero i cui ottimi
risultati dicono delle di lui elevate qualità personali (...) ottimo conoscitore
di uomini e di cose, dotato di spirito di penetrazione, sa in ogni questione
scegliere la via giusta e va senza tergiversare.
La missione militare che accentrava di fatto tutti i poteri dell’Area (sostegno
alle forze antibolsceviche, diga all’espansionismo giapponese e recupero dei
prigionieri ex Austro Ungarici di lingua italiana e della corposa Legione Ceca
nelle nostre stesse condizioni) giunse a Vladivostok Il 5 ottobre 1918. I
componenti della Missione militare furono presentati agli ufficiali
delle forze Interalleate (Giapponesi, Americane ecc. ): Filippi di Baldissero,
capo, Cosma Manera Capo della Missione per i prigionieri di Guerra in Siberia (Bazzani
suo ufficiale addetto) e del Servizio polizia, con sede a Vladivostok e il
Colonnello FASSINI CAMOSSI : Capo del Corpo di Spedizione dell’ESTREMO ORIENTE,
inviato dall’Italia a Krasnoiarsk (all’interno della Siberia). Di fatto poi
operarono come due enti ben distinti Missione Militare da una parte e recupero
prigionieri dall’altra.
Viveva infatti a poca distanza dalla villa dei Moreali in
Spezzano di Modena (Francesca Moreali era moglie
di Ciro Menotti e uno dei figli, Massimiliano Menotti
http://digilander.libero.it/fiammecremisi/approfondimenti/menotti.htm
già aiutante di campo del Re aveva la sua di villa qui vicina ai Campori)
la figlia di Cesare Ricotti Magnani Margherita andata in
sposa al Marchese Pietro Campori. La figlia Virginia sposerà per l'appunto
Vittorio Filippi di Baldissero. Plausibilmente dono di nozze del conte Bulgarini Visconti per il matrimonio della figlia Marianna con il marchese Carlo
Càmpori, colonnello della Guardia Nobile d'Onore Estense, morto nel 1857, villa
Campori venne in quell'occasione ristrutturata e risistemata. Morto Cesare,
successe nella proprietà della villa il figlio Pietro con la moglie Margherita
Ricotti Magnani e le figlie Adele, Virginia ed Anna. Ospite fisso durante
l’estate il Gen. Ricotti Magnani che avrà incontrato spesso il Menotti quando
questi si ritirò per motivi di salute nelle terre della madre, ove si spense
l'11 giugno 1889.