EZIO GARIBALDI nipote di Giuseppe . |
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Seduti, da sinistra, sono: il maggiore Longo comandante del III battaglione, Ricciotti junior, Peppino e Sante. In piedi, sempre da sinistra, il primo Giuseppe Evangelisti, il terzo Menotti junior e il quarto Ezio |
Ezio, ultimo figlio maschio di Ricciotti Garibaldi, e
penultimo della famiglia, è nato a Riofreddo il 2 gennaio 1894. Studia presso il
collegio Umberto I di Terni. Nel 1910, iscritto all'Istituto tecnico di Via
Cavour a Roma, si unisce ai moti di studenti irredentisti. L'anno successivo,
segue i fratelli nella breve guerra greco-turca e riprende poi gli studi a
Fermo, dove si diploma in ingegneria nel 1914. Raggiunge i fratelli in Francia
alla fine dell'anno e combatte con loro nelle Argonne. Rientrato in Italia,
partecipa a manifestazioni interventiste tra i fasci d'Azione rivoluzionaria.
Frequenta la redazione del " Popolo d'Italia". Si arruola nell'Esercito italiano
nel 1915, assieme ai fratelli, con il grado di Sottotenente di Fanteria. Ferito
gravemente, continua la guerra nell'Intendenza poi in missione a Salonicco. Nel
1917 chiede di tornare in zona di guerra, è di nuovo ferito e promosso Capitano
nell'Ottobre 1917. A guerra finita, inizia subito a partecipare ai primi
movimenti squadristi. Nel 1921 ha sposato negli Stati Uniti Hope (Speranza) Mac
Michael, appartenente ad un'agiata famiglia di Filadelfia. E' incaricato da
Mussolini di nuove missioni commerciali in Messico e Perù. In Italia, sceglie
definitivamente il suo campo costituendo una Federazione di associazioni
garibaldine che porta a Palazzo Chigi nello stesso momento in cui i fratelli
partecipano in Via del Corso a Roma ad una manifestazione di "Italia Libera".
Scrive " Fascismo garibaldino", un proclama con il quale rivendica la tradizione
garibaldina per se e per il Regime, contestando le impostazioni ideali del padre
e la gerarchia famigliare che quest'ultimo aveva imposto a favore del primo
figlio maschio, Giuseppe (Peppino). Ezio svolge continua attività politica e
giornalistica, e nel 1927 diventa Console Generale della Milizia. Anima le
manifestazioni garibaldine, e nel 1929 entra a fare parte della Camera dei Fasci
e delle Corporazioni. Tra i suoi successi, la realizzazione del monumento ad
Anita Garibaldi, sul Gianicolo, e la presidenza del Comitato per le celebrazioni
del Cinquantenario garibaldino, nel 1932, per i quali il Regime consente fondi
ingenti. Conduce una campagna contro il fratello Sante, che vive in Francia dal
1925 e che dal 1938 vi rianima le antiche associazioni garibaldine in chiave
antifascista. Ezio crea immediatamente associazioni concorrenti a Parigi, a
Lione ed a Nizza, con il sostegno dell'Ambasciata d'Italia.
Lo scontro col
fascismo sulle leggi razziali gli creano qualche imbarazzo superato quando torna
in Italia il fratello Peppino, che rilascia alla stampa una dichiarazione
favorevole al Regime. Il fratello Sante rimane sulle sue posizioni. Ezio ottiene
tuttavia importanti finanziamenti per il suo Istituto di Studi garibaldini, ed è
promosso Tenente Colonnello per anzianità nel 1940. Lavora con i Gruppi d'Azione
Nizzarda (GAN) ad imporre la presenza italiana in Provenza, della quale vorrebbe
essere governatore. Le sue idee nei riguardi del fascismo tendono però a
cambiare e negli ultimi mesi del 1943, Ezio riesce a rifugiarsi in zone sotto il
controllo Americano, dove viene internato. Dopo la Liberazione fonda una seconda
famiglia con Erika Knopp, incontrata a Padula (internamento), e in pochi anni
rientra in politica e rianima le proprie associazioni garibaldine, formalmente
disciolte ma beneficiate dall'amnistia. Contesta alle sorelle Rosa e Italia il
testamento della madre Costanza che fa di loro le sole eredi, vita naturale
durante, della casa di famiglia di Riofreddo. Le sorelle a loro volta hanno
designato quale loro erede l'Associazione Nazionale Veterani e Reduci
Garibaldini, ispirata alla Resistenza in Italia e all'estero. Ezio recupera una
parte dell'immobile, ma la rivista "Camicia rossa" e parte dei beni mobili di
Riofreddo rimangono all'Associazione, capeggiata dal repubblicano Senatore Aldo
Spallici. Nel 1969, anno della sua morte, Ezio diventa Colonnello per anzianità.
Lascia tre figli: Anita (1931), e Giuseppe (1947) e Vittoria. (1950) questi
ultimi nati dall'unione con Erika Knopp
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