LA VERA STORIA DELL'EROE DEI DUE MONDI GIUSEPPE GARIBALDI 1807-1882 1a parte - prima delle americhe
|
||
PREMESSA - Prima di iniziare la lettura della biografia più vecchia che si conosca su Garibaldi (qui una anticipazione poi una SEZIONE più ampia nella 2a parte) è bene chiarire il quadro della situazione politico /geografica di questa parte dell’America Meridionale in cui Garibaldi arriverà fra qualche anno. Un'altra doverosa premessa: se quello che vi hanno insegnato non corrisponde a quanto qui narrato e dopo è solamente perché vi hanno fregato. Se vi è costato o pagato tasse per istruzione fatevele restituire. I primi responsabili sono gli insegnanti, gli altri li conoscete
|
||
Dopo il trattato di Tordesillas (1494 con l’intermediazione Vaticana)*fondo pagina | SUD AMERICA | |
Spagna e Portogallo s'erano divise il nuovo mondo all’ora più che sconosciuto lasciando per ora solo briciole !! a Francesi, Inglesi e ad altri minori. Mentre gli spagnoli dall'America Centrale sconfinavano verso nord (California, New Mexico, Florida e Texas) in territori "Indiani" ostili (i nativi americani pur divisi fra loro erano ca. 10 milioni di individui), i Francesi attraverso i grandi fiumi, San Lorenzo e Mississippi costituivano a partire rispettivamente dal 1605 e dal 1682 la colonia chiamata Nuova Francia. Di acqua ne passerà poi sotto i ponti e quella linea ipotetica e immaginaria tracciata sulle nuove terre, verrà più volte rettificata e poi definitivamente cancellata nell’800 ma non qui, nell’America meridionale e centrale, dove la divisione linguistica, spagnolo o portoghese, esiste ancora. La linea del meridiano linguistico (Nord-Sud) risulta corretta per il Brasile Occidentale (il Mato Grosso, la selva e Parà) quando nel successivo trattato di Madrid 1750 si certificò il passaggio di gran parte del bacino dell'Amazzonia alla dominazione portoghese sottraendolo alla Spagna. Gli Inglesi per parte loro presero quello che restava e che sembrava allora poco allettante, la costa orientale dell'America settentrionale, con una prima colonia, la Virginia (1584 dedicata a Elisabetta I la regina vergine) ma con l'audacia di contrastare la politica espansionista degli Spagnoli che saranno sconfitti 3 anni dopo (Invincibile armata). E veniamo all'epoca di Garibaldi. Quando Napoleone Bonaparte invase la penisola Iberica (1808) la corona Portoghese si trasferì (una corte di 18.000 persone) armi e bagagli in Brasile di fatto elevandolo al rango di impero (da colonia che era). Con il congresso di Vienna (1815) il Brasile fu rielevato (non potendolo declassare) a regno interno del Portogallo, ed lo stato assunse la denominazione ufficiale di Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarve. A ricoprire la carica di Re del Brasile João (Giovanni) VI del Portogallo già retto in patria dal 1799 dalla madre Maria I (morta nel 1816) . Continuando a risiedere in Brasile si ritrovò contro, in patria a Lisbona, congiure di palazzo e nel 1821 dovette optare per il ritorno in Europa mettendo sul trono del Brasile il figlio Pedro I, inetto come lui. Nel 1826, alla morte di Giovanni, il figlio Pedro, col titolo di Pedro I del Brasile, e Pedro IV del Portogallo riunì sotto la sua persona le due corone. Errore gravissimo: una ennesima rivolta in Brasile portò sul trono Brasiliano il figlio di Pedro o Pedro II detto poi il magnanimo, che aveva solo un anno (Pedro I aveva sposato Maria Leopoldina arciduchessa d'Austria (1797-1826) figlia di Maria Teresa). Alla morte di Giovanni nel 1826 la figlia Maria (II), di 7 anni, venne incoronata regina del Portogallo con reggenza. Ma Pietro/Pedro II aveva 6 anni nel 1831 e restò sotto reggenza per altri 10 (dal 1835 il reggente è Diogo Antonio Feijò). Mi scuso coi lettori ma le vicende delle case reali anche quando sono semplici sono estremamente intricate. La Monarchia in certi posti ha sicuramente più problemi della Repubblica. Durante tale periodo il Brasile fu sconvolto da continue insurrezioni liberali e popolari contro la politica dei diversi reggenti e le province dell’impero (ora stati) si dotarono di assemblee locali. Pedro I aveva combattuto a lungo contro l'Argentina (1825-1828) per il possesso della provincia della Banda Oriental de l'Uruguay (oggi Uruguay a lingua spagnola), che aveva occupato arbitrariamente già nel 1821. Assemblea Costituente Brasiliana: Questa era stata convocata sin dal 1822 ma fu formata solo nel mese di maggio del '23. Fu chiaro che l'Assemblea avrebbe votato una costituzione che limitava i poteri imperiali. Prima però che fosse approvata, le truppe accerchiarono l'adunanza e la sciolsero per ordine dell'Imperatore che gradiva una Costituzione elaborata da giuristi di "sua fiducia" (e parte). La costituzione del 1824 tracciava infatti una invocazione: il Potere Moderatore. Guarda caso questo si incarnava nell'imperatore !!! che doveva e poteva sorvegliare gli altri tre poteri. Le rivolte locali ripresero e apparvero anche i primi focolai dello scontento del "Rio Grande do Sul", con la guerra dei Farrapos (straccioni) alla quale parteciperà anche Garibaldi. In un viaggio di pace fra portoghesi puri e bianchi delle colonie (nativi bianchi immigrati slegati ormai dalle loro origini) si fini alla famosa "Notte delle Bottigliate" (un nome, un programma). |
All’epoca il Brasile (8,5 milioni di kmq grande quasi l'Europa - Italia 300.000 kmq !) era abitato da poco più di 4 milioni di persone di cui 1,5 di Europei, 1,7 di schiavi neri venuti dall'Africa e 900 mila indios originari (di cui ¼ pacificati). Rio è una città di 150.000 abitanti e 1/3 è straniera, pochi gli italiani ancora. Il Rio Grande do Sul (kmq 281.748) è la regione più a sud del Brasile. Confina a nord con Santa Catarina (kmq 95.346), a est con l'Oceano Atlantico, a sud con l'Uruguay (kmq.176.215) e a ovest con l'Argentina settentrionale. Buenos Aires (Argentina) allora era una piccola città che non superava i 50.000 abitanti. Montevideo capitale dell’Uruguay, o Repubblica Orientale (74.000 ab 1830) sull'altra sponda del Rio o mar della Plata, è anche più piccola divisa fra Italiani, Francesi, Inglesi, Argentini, Brasiliani e discendenti dei conquistadores spagnoli del 16 e 17° secolo (Nel 1843 a Montevideo, su una popolazione totale di 31.189 abitanti, 19.252 erano stranieri, di cui 6.376 italiani). Quando Garibaldi arriva a Montevideo le provincie argentine settentrionali di Santa Fè, Corrientes ed Entre Rios e l’Uruguay (sul grande fiume Paranà e Plata) e il Rio Grande do Sul, pur con lingue diverse (spagnolo e portoghese), hanno in mente una area di libero scambio che sfrutti la grande via d'acqua navigabile. Ciò va però contro i dettami dell'argentino Juan Manuel José de Rosas (Buenos Aires 30/3/1793- Southampton 14/3/1877) duce dal 1829 al 1832, poi dal 1835 al 1852. Garibaldi è eroe nazionale per l’Uruguay, per gli stati brasiliani di Rio Grande Do Sul (cap. Porto Alegre) e per S.ta Catarina (cap. Florianopolis) della cui città, Laguna, era la moglie Anita. In Argentina la Camera dei Deputati ha dichiarato "monumento storico nazionale" la statua di Garibaldi in Plaza Italia a Rosario. |
|
LA BIOGRAFIA | ||
(il diario biografia di Cuneo sulla vita di Garibaldi pubblicato nel 1851 (in blu qui e nella seconda parte) (Bio) | ||
Garibaldi è di media statura, agile e forte. Ama in modo straordinario la patria; il suo cuore è eccellente, il suo animo è fermo e tranquillissimo anche nei più fieri pericoli. Aveva appena 15 anni quando sulla riva tra Villafranca e Nizza, sua patria, gettavasi nel mare in burrasca per salvare, come difatti salvò, alcuni dei suoi compagni imbarcati sopra un battello, capovolto quindi dalle onde. Navigò pel levante e in Mar Nero; toccò vari porti d'Italia e da uno di questi recossi a Roma. Così Roma vide ancor giovinetto chi poi doveva rivedere uomo maturo a combattere fieramente per la sua libertà. Garibaldi studiava sempre sui libri, e questo studio gli profittò, perché trovandosi preso da malattia in, levante, dové fermarsi in Costantinopoli; guarito e trovandosi privo di mezzi provvide a sè stesso facendo il maestro di lingua francese ed insegnando a scrivere, finché venuto un favorevole incontro poté ritornare a casa. Per meglio secondare la cospirazione del 1833, entrò volontario nella marina militare. Scoperta quella congiura, Garibaldi dové fuggire per evitare gli artigli della feroce polizia si recò a Marsiglia, e fu accolto nella marina francese come uffiziale. Un giorno nel porto di Marsiglia vede un giovinotto che s'annega e che nessuno soccorre; si slancia nel mare, lo porta alla riva, e poi fugge per sottrarsi ai ringraziamenti ed alle ricompense dei ricchi parenti di quel giovinotto. Perduta ogni speranza d'un moto politico in Italia, si imbarca per l'America e giunge a Rio Janeiro nel 1836. |
Giovanni Battista Cuneo (Oneglia, 1809 – Firenze, 1875) è stato giornalista, politico e patriota italiano. Aderì alla Giovine Italia e nel 1833 avvicinò all'organizzazione Garibaldi, a Taganrog, (Città natale di Anton Cechov nel mar d'Azov). Si adoperò poi per diffondere le idee mazziniane tra gli emigrati in Argentina, quando si trasferì nel sud America. A Montevideo, in Uruguay, fondò alcuni giornali tra cui L'Italiano (1842), Il Legionario Italiano (1844). Sempre in questo periodo fu stretto collaboratore, una sorta di segretario, di Garibaldi. Nel 1849 fu deputato al parlamento subalpino, ma non si allontanò mai definitivamente dal sud America. Divenne responsabile nel 1863 per l'emigrazione Italiana in Argentina. |
|
Sono costretto a interrompere qui il racconto di Cuneo, e lo farò anche successivamente nella seconda parte dove continua, perche a volte è molto lacunoso sulla gioventù "rivoluzionaria" di Garibaldi, periodo di cui l'autore era in parte all'oscuro o su altri aspetti per noi importanti. Cuneo lo aveva incontrato in Crimea. Riassumo quindi quanto già narrato da altri relativamente alla giovinezza, all'educazione, agli imbarchi e alla cospirazione politica che lo porteranno esule dal Regno dei Savoia. Per altre cose mi rifaccio alle memorie stesse di Garibaldi.
|
Roma! E che cosa doveva sembrarmi Roma (parole di Garibaldi) se non la capitale del mondo? Capii che era tale dalle sue rovine, sublimi, immense, dove si trovano raccolte le reliquie di ciò che ebbe di più grande il passato! Roma ora è capitale di una setta che una volta era seguace del Giusto, del liberatore dei servi, istitutore dell'uguaglianza umana e oggi invece conta degenerati commercianti che vendettero l'Italia allo straniero settanta e sette volte! La Roma ch'io scorgevo nel mio giovanile intento era la Roma dell'avvenire; Roma! che giammai ho disperato di rivedere neppure quando fui naufrago o moribondo o relegato nel fondo delle foreste americane! Roma mi diventò allora cara più di tutte le cose di questo mondo. E io l'adorai con tutto il fervore del mio animo. Non solo per i superbi monumenti che ricordavano la sua grandezza di tanti secoli, ma anche per le sue più piccole macerie. Racchiudevo nel mio cuore, il mio amore per Roma. E non lo svelavo se non quando potevo esaltarlo apertamente. E, anziché diminuire, il mio amore per Roma aumentò con la lontananza e con l'esilio ... Roma per me è l'Italia. E non vedo Italia possibile fino a quando non sarà compatta con Roma capitale. Roma è il simbolo di un'Italia unita, sotto qualunque forma la vogliate. E l'opera più infernale del papato era quella di tenerla divisa, moralmente e materialmente. |
|
Giuseppe Garibaldi nasce a Nizza (Regno Sardo) il 4 luglio 1807 da Domenico (1766) e Rosa Raimondo. Il Nonno Angelo è Chiavarese, (Repubblica di Genova) trasferito qui da anni. Domenico è padrone e capitano di una tartana con la quale fa cabotaggio costiero nel Mediterraneo. Alfonso Scirocco Ed Rcs - Giuseppe Garibaldi …. Intanto affiorano i tratti della sua personalità. È sensibile: piange quando rompe inavvertitamente la zampa a un grillo che ha catturato. E generoso e pronto ad aiutare il prossimo: adolescente, salva una donna che rischia di annegare in un fossato, anni dopo a Smirne salverà un marinaio, all'inizio dell'esilio nel porto di Marsiglia si getterà in mare vestito da passeggio per soccorrere un francese quattordicenne, a Rio salverà un negro. Ha un carattere forte e indipendente. Sente, come dirà lui stesso, «una certa propensione alla vita d'avventura», sbriglia la fantasia sognando gesta spericolate sul mare, rifiuta la pigra routine del padre, resiste ai genitori che vorrebbero fame un notabile di provincia, un avvocato, un medico o un sacerdote, e lo mandano anche a studiare a Genova. Insofferente della disciplina scolastica, durante le vacanze si impadronisce di una barca e si dirige verso la Liguria con alcuni coetanei. Prontamente ripreso, ottiene di fare il marinaio. Finora non ha tratto gran profitto dalla scuola. Riconosce di essere stato «più amico del divertimento che dello studio», e si rammarica che il padre non lo abbia fatto esercitare nella ginnastica, nella scherma e in altri «esercizi corporei»: dotato di un fisico atletico, ha come palestra le barche nel porto e diventa un nuotatore eccellente. Tuttavia dall'insegnamento dei primi precettori gli resta qualcosa di importante, non tanto dai due ecclesiastici (ma da uno di essi apprenderà i primi rudimenti dell'inglese), quanto da un militare reduce dalle campagne napoleoniche, il «signor Arena», che gli insegna l'italiano con la lettura della storia antica. A Nizza, città di frontiera linguistica, l'italiano non è particolarmente curato: Garibaldi, esortato dal fratello Angelo, lo approfondisce insieme con i primi entusiasmi per l'antica Roma, entusiasmi che non verranno mai meno. Una cultura, non sistematica, Giuseppe se la forma da sé, secondo le necessità e le inclinazioni, con scelte personali. Leggerà molto, nelle ore vuote delle lunghe navigazioni e nei momenti di solitudine. Approfondirà varie discipline, tanto che in circostanze difficili potrà vivere dando lezioni. Si formerà un corredo di cognizioni scientifiche: quando farà l'agricoltore a Caprera acquisterà trattati di agronomia. Amerà la letteratura e la poesia: conoscerà a memoria i Sepolcri di Foscolo e le composizioni del Berchet, leggerà André Chénier; prediligerà gli storici di Grecia e di Roma, e i romanzi ricchi di amor di patria e di aneliti alla giustizia sociale di Victor Hugo e di Francesco Domenico Guerrazzi. Quando si allargheranno i suoi orizzonti culturali e si avvicinerà alle dottrine sociali e cercherà di rendersi conto dei problemi filosofici, affronterà testi non facili come Beccaria, Voltaire, Filangeri e Rousseau ma questo col tempo nelle lunghe traversate.... .. Nel 1821 a 16 anni è mozzo e 3 anni dopo è documentato il suo imbarco sul brigantino Russo Costanza che trasporta dalla Crimea il grano Ucraino. La nave si spinge anche a Taganrog in fondo al mar d’Azov poco lontano dalle colonie che i Genovesi avevano da queste parti nell’età d’oro dei loro commerci come Kaffa (oggi Feodosiya ma Taganrog sembra fosse stata prima pisana) prima della espansione mussulmana. Quando ritorna fa quello che viene definito il viaggio della sua vita: Roma. Nel 1825 Leone XIII proclama l’Anno Santo, saltato nel 1800 per colpa di Napoleone, e il padre Domenico porta vino per mare (poi lungo il Tevere con traino fino a Ripetta) per i pellegrini. Giuseppe può così vedere la città eterna conosciuta sui libri (vedi sopra a destra). Naviga poi per altri mari e nel 1828 è di nuovo verso il Mar Nero ma qui si ammala e sbarca dal "Cortese" a Costantinopoli. Vi resterà 3 anni a fare da precettore in una famiglia italiana. Nel 1832 è capitano in 2a e vive un’altra esperienza formativa con la "Clorinda" trasportando un'altra comunità di Sansimoniani cacciata dalla Francia. I sansimoniani, ultimi seguaci di Babeuf, mal visti dal governo francese perché contestavano l'assetto della società borghese e la proprietà privata, vennero incriminati in numerosi processi. Morto nel 1825 il conte Claude Henri de Saint Simon, Enfantin viene condannato ad un anno di carcere. Quando viene liberato insieme ai suoi seguaci gli si consiglia di lasciare Paese. Tra le tante aspirazione del movimento una città ideale che questi sognano di costruire a Costantinopoli e in Egitto. Ma l'impresa fallì e con tale fallimento il movimento si disgregò. Il libro del conte Claude Henri de Saint Simon “Nuovo Cristianesimo” lo accompagnerà tutta la vita. |
"Gazzetta di Genova - 4 febbraio 1834 Da più mesi il Governo di S. M. sapeva che la propaganda rivoluzionaria ordiva un repentino assalto in Savoia, e che i fuorusciti polacchi riparati nel Cantone di Berna dovevano pigliarvi parte, con buon numero di profughi italiani recatisi a tal fine in Svizzera. Sapeva essersi radunati nei Cantoni di Vaud e di Ginevra alcune migliaia di schioppi, e fatte provvigioni di divise e di suppellettili militari. Ebbe certo anche notizia che l'invasione stata procrastinata più volte, ma che era stata definitivamente fissata per il giorno 27 gennaio; che i fuoriusciti italiani con i loro ausiliari dovevano convenire in Vevey per sbarcare sulle coste del Chiablese, e per tale scopo si erano già noleggiate molte barche; che i polacchi avevano lasciato il Cantone di Berna il 26. Il Governatore di Savoia avvisò subito in modo di premunirsi per questa folle e colpevole aggressione; infatti, i polacchi si trovarono sulla sponda svizzera del Lago al giorno prefissato, ma i loro compagni, appreso che erano state prese delle energiche misure dalla parte savoiarda, non solo ricusarono di imbarcarsi, ma negarono di consegnare ai polacchi le armi del deposito fatto in Vevey e di permettere loro l'imbarco sui navicelli noleggiati. Allora questi marciarono su Nyon, dove s'imbarcarono; ma invece di venire a riva sulle sponde del Chiablese, approdarono sul territorio ginevrino a due miglia dal confine della Savoia. Il governo cantonale, informato della cosa, aveva fatto prender le armi alle milizie, ed il 1° febbraio corrente il sindaco della guardia notificò al Comandante di Saint-Julien l'arresto ed il disarmo di quella masnada di circa 300 uomini, che aveva pigliato terra alle falde di Bellerive presso Ginevra". LE COLONIE DI CRIMEA |
|
Erano passati secoli e nessuno ricordava più i trascorsi tragici della pesta nera. Dalla genovese Kaffa, durante un assedio (gli assedianti tartari catapultavano oltre le mura cadaveri ammalati), erano fuggite nell’ottobre del 1347 ben 12 navi che fecero scalo nel porto di Messina e infettarono tutto il mediterraneo, l’Europa centrale e la Russia. In pochi anni morirà 1/3 della popolazione europea che allora non superava gli 80 milioni !!. Ad aiutare il morbo c'erano anche le difficili condizioni di vita che caratterizzavano il medioevo. Non c’erano differenze fra le sporche strade di tante città e i suoi abitanti. Un cronista inglese disse che quando Becket fu denudato, il suo corpo pullulava di vermi (pidocchi?). I greci prima poi i romani consideravano la pulizia una virtù essenziale. I cristiani rivoluzionarono questa visione e iniziarono a giudicare le terme un luogo di lussuria e peccato. Sembra che S. Agnese (morta a Roma nel 304/5 d.c. all’età di 13/15 anni) e S. Caterina da Siena (1347-1380) siano morte senza aver mai fatto un bagno. Del "Morire in odore di santità" ora avrete capito i termini. Dello stupore angosciato dei superstiti della pestilenza resta testimonianza in molti scritti, a cominciare dal Decameron di Boccaccio, dove si riporta che Firenze era tutta un sepolcro. |
Venice, Genoa and Pisa, those three republics of merchant nobles, contended at that time for supremacy in navigation and commerce. The Genoese gained the ascendant over their competitors. As early as 1162 they had already established factories at Constantinople. Eighteen years later (18 anni dopo), a Genoese landed in the bay, where, once beneath the walls of ancient Theodosia, vessels had found a shelter. He bought a parcel of land from the khan of Solgate, whose possessions extended to these shores, and Kaffa (or Feodosiya vedi sotto) was founded. |
|
per saperne di più sulla Crimea http://digilander.libero.it/frontedeserto/memory/bossolicrimea.htm |
||
L’Europa è stata scossa da moti e rivolte ma a Garibaldi non sono arrivati, fino ad ora, che gli echi. Ricorderà benissimo però la morte di Ciro Menotti (battezzerà un figlio con questo nome). Non ha incontri con Mazzini di cui sa dell’esistenza e del fine ma non è iscritto a nessuna società segreta. Mazzini citerà Garibaldi solo dopo i falliti moti del '34 e si incontreranno la prima volta a Milano nel 1848. La marina sarda prescrive l’obbligo del servizio militare a tutti i marinai entro il 40° anno d’età. Garibaldi ne ha già 26 quando nel dicembre del '33 si presenta a Genova sulla "Euridice", nome di battaglia (suo d'imbarco) Cleombroto. Mazzini tenta l’ennesima insurrezione questa volta partendo dalla Savoia e dal Vallese distogliendo l’attenzione da Genova dove esploderà secondo i progetti la vera rivolta dell’antica Repubblica marinara. Capo della spedizione di terra Gerolamo Ramorino che tarda poi annulla tutto* dopo la prima scaramuccia. L’indomani 4 febbraio la “Gazzetta di Genova” (qui a lato sopra) da la notizia. Garibaldi, già segnalato per discorsi sovversivi, non trova a terra nessuno dei 300 cospiratori e lui e il fido Mutru ora sono dei ricercati. Mutru viene catturato il 13 mentre Garibaldi con l’aiuto di un "compiacente -harem- di terra" fugge lungo la cresta delle alpi marittime fino a Nizza poi Marsiglia. Anche in Francia però è ricercato e cambia nome. A giugno un giornale riporta la sua condanna a morte. È ora di far perdere le tracce con un imbarco lontano. Per un anno non si sentirà più parlare di lui, di Giuseppe Pane. Siamo ormai all’estate del 1835 e Garibaldi incontra, forse da qualche parte, Luigi Canessa che gli parla della Giovine Europa a cui hanno aderito tutti i movimenti indipendentisti (nazionalisti) oltre quello italiano. Canessa gli da delle lettere di presentazione per gli italiani che vivono a Rio in Brasile e lo carica sul primo Brigantino in partenza “le Nautonnier”. In Brasile vi arriva prima del Natale del '35. |
(*militare inaffidabile a cui nel 1848 verrà affidato il comando di una divisione sarda e per gli sviluppi della guerra verrà messo a morte per alto tradimento)
Prima di abbandonare la Francia Garibaldi lesse nel "Peuple de Marseille" la sua condanna a morte tolta dalla Gazzetta Piemontese N. 72 del 17 giugno 1834 - "Genova, 14 giugno. Qui sotto la SENTENZA |
|
Il Consiglio di Guerra Divisionario sedente in Genova convocato d'ordine
di S. E. il sig. Governatore Comandante generale della Divisione. Nella
causa del Regio Fisco Militare contro Mutru Edoardo del vivente Gioanni,
d'anni 24, nativo di Nizza Marittima, marinaro di 3a classe al R.
Servizio. - Canepa Giuseppe Baldassare del fu Gioanni Battista, d'anni
34, nato e domiciliato in Genova , commesso in commercio ,
sotto-caporale provinciale nel 1° reggimento Savona. - Parodi Enrico del
vivente Giovanni d' anni 28, marinaro mercantile, nato e domiciliato in
Genova. - Deluz Giuseppe, detto Dall'Orso, del fu Francesco d'anni 30,
nato a Praia dell'isola di Terzeira (Portogallo), marinaro mercantile di
passaggio in Genova. - Canale Filippo del vivente Stefano, d'anni 17,
nato e domiciliato in Genova , lavorante libraio. - Crovo Giovanni
Andrea del vivente Giovanni Agostino, d'anni 36, nativo di Caruglia
(Chiavari) e domiciliato in Genova, sostituito segretario del tribunale
di Prefettura. - Garibaldi Giuseppe Maria del vivente Domenico, d'anni
26, nativo di Nizza Marittima, capitano marittimo mercantile e marinaro
di 3" classe al R. Servizio. - Caorsi Giovanni Battista del fu Antonio,
detto il figlio di Tognella, d'anni 30 circa, abitante in Genova. -
Mascarelli Vittore del vivente Andrea, d'anni 24 circa, capitano
marittimo mercantile, dimorante nella città di Nizza. I primi sei detenuti e gli altri contumaci, inquisiti di alto tradimento militare; cioè: - Il Garibaldi, il Mascarelli e il Caorsi di essere stati i motori di una cospirazione ordita in questa città nei mesi di gennaio e febbraio ultimi scorsi, tendente a fare insorgere le Regie Truppe, ed a sconvolgere l'attuale Governo di Sua Maestà; - di avere il Garibaldi e il Mascarelli tentato, con lusinghe e somme di denaro effettivamente sborsate, d' indurre a farne pur parte alcuni bassi ufficiali del Corpo Reale di Artiglieria; e - di avere il Caorsi fatto provvista, a sì criminoso scopo, di armi state poi ritrovate cariche, e di munizioni da guerra; - E gli altri sei, di essere stati informati di detta cospirazione, di non averla denunciata alle Autorità Superiori, e di esservisi anzi associati. Udita la relazione degli atti, gli inquisiti presenti nelle loro rispettive risposte, il Regio Fisco nelle sue conclusioni, ed i difensori nelle difese degli accusati presenti rigetta l'eccezione d'incompetenza opposta dai difensori di alcuni accusati. - Ha pronunciato doversi condannare in contumacia i nominati Garibaldi Giuseppe Maria, Mascarelli Vittore e Caorsi Giovanni Battista alla pena di morte ignominiosa, dichiarandoli esposti alla pubblica vendetta come nemici della Patria e dello Stato, ed incorsi in tutte le pene e pregiudizi imposti dalle Regie Leggi contro i banditi di primo catalogo, in cui manda gli stessi descriversi. - Ha dichiarato il Mutru Edoardo, Parodi Enrico, Canepa Giuseppe Baldassarre, Deluz Giuseppe e Canale Filippo non convinti, allo stato degli atti, del delitto ad essi imputato, ed inibisce loro molestia dal Fisco. - E finalmente ha dichiarato e dichiara insussistente l'accusa addebitata all'Andrea Crovo, e lo rimanda assolto. - Genova, 3 giugno 1834. Per detto Illustrissimo Consiglio di Guerra BREA Segretario -Vista ed approvata: Il Governatore, Comandante Generals della Divisione, Marchese Paolucci |
||
*Fa riferimento al trattato di Tordesillas poi di Madrid (1750) il film "The Mission" che vinse a Cannes la Palma d’Oro nel 1986 | ||
The film is set in the 1750s and involves the Jesuit Reductions, a programme by which the European Catholic Church sought to Christianise and "civilise" the indigenous native populations of South America. It tells the story of a Spanish Jesuit priest, Father Gabriel (Jeremy Irons), who enters the South American jungle to build a mission and convert a community of Guaraní Indians to Christianity, and of the eventual destruction of the missions by the secular Spanish and Portuguese colonial governments ..... The Mission is based on events surrounding the Treaty of Madrid in 1750, in which Spain ceded part of Jesuit Paraguay to Portugal. The film's narrator, "Altamirano", speaking in hindsight in 1758, corresponds to the actual Andalusian Jesuit Father Luis Altamirano, who was sent by Jesuit Superior General Ignacio Visconti to Paraguay in 1752 to transfer territory from Spain to Portugal. He oversaw the transfer of 7 missions south and east of the Rio Uruguay, that had been settled by Guaranis and Jesuits in the 1600s. As compensation, Spain promised each mission 4,000 pesos, or fewer than 1 peso for each of the ca 30,000 Guaranis of the seven missions, while the cultivated lands, livestock, and buildings were estimated to be worth 7-16 million pesos. The films climax is the Guarani War of 1754-56, during which historical Guaranis defended their homes against Spanish-Portuguese forces implementing the Treaty of Madrid. |
||
http://www.yale.edu/ynhti/curriculum/units/1992/2/92.02.06.x.html Dividing the Spoils: Portugal and Spain in South America by Jeannette Gaffney |
||
TAGANROG | ||
The market played a key role in the city life and influenced also its appearance. From the beginning of the 19th century the city had rich private residences, social buildings. The commercial Taganrog became one of the largest industrial cities of Russian South. By the end of the 19th century grew the number of educational institutions. Giuseppe Garibaldi frequently harbored his schooner Clorinda in the city of Taganrog. There are even records that he was fined here for smuggling contraband cigars. A special day for Garibaldi came on a visit to Taganrog in April 1833, as his schooner charged with a shipment of oranges was moored for ten days in the Taganrog seaport. While the ship was unloading, the young captain walked through the streets of the city, visiting the houses of Italians who lived in Taganrog, and spending the night in little port inns. In one of such inns, he met Giovanni Battista Cuneo from Oneglia, a political immigrant from Italy and member of the secret movement "Young Italy"(La Giovine Italia). Later, Garibaldi described this meeting in the following way: "In all circumstances of my life I continued consulting people and books on the revival of Italy, but until 24 years of old, these efforts were in vain. Finally in Taganrog I met a Ligurian who was the one to reveal me the real state of things in this country. I guess Columbus never felt so happy discovering America, as I felt there among the people who dedicated their lives to liberation of their Homeland". In Taganrog, Giuseppe Garibaldi joined the society "Young Italy" and took an oath of dedicating his life to struggle for liberation of his Homeland from Austrian dominance. (in città gli hanno dedicato un monumento) http://www.taganrogcity.com/history1.html The first Russian Navy base was officially founded here by Peter I The Great on September 12, 1698. The Azov Flotilla became the starting point in creation of the Russian Black Sea Fleet. By the end of the 18th century, Taganrog lost its importance as a military base with Crimea and Azov Sea being under command of the Russian Empire. In 1802, Alexander I of Russia granted the city the status of Taganrog Governorate, which existed until 1887. The governor was in direct contact with H.I.M. In 1825, the Alexander I Palace in Taganrog was used as the tsar's summer residence, where he died in November 18. . se sei arrivato qui per caso dossier completo Garibaldi http://digilander.libero.it/trombealvento/indicecuriosi/garibaldi.htm |
Nell'800 attraverso i porti russo-ucraini di Rostov, Taganrog ed Azov (Mar d') venivano esportati grandissimi volumi di grano nei paesi del Mediterraneo, specialmente in Italia. Il grano Taganrog (prese questo nome in seguito) era una varietà di grano duro particolarmente richiesta dagli importatori italiani, dolce, dorato, vellutato e burroso, per la pastificazione, "spaghetto divino". Agnesi pastaio in Imperia dal 1824 ha scritto: “Il Taganrog era indubbiamente il re del grano per la pasta. Ad esempio, dalla Liguria a New-York veniva esportata solo la pasta fatta con grano Taganrog. Una soprascritta “prodotto dal grano Taganrog” era considerata una garanzia della migliore qualità della pasta”. Anche i pastai napoletani adoravano il Taganrog perché migliorava le semole di allora. Il Taganrog ha spighe dorate alte quasi un metro e 70 !!! con lunghi baffi biondi, il chicco vitreo e allungato dotato come detto di qualità: è resistente e corto, e tende a strapparsi e non ad allungarsi, con un valore proteico sul secco, che nelle annate migliori può raggiungere il 18%, con un colore giallo oro che si conserva anche dopo la cottura. La pasta, dolce, profuma delicatamente di mollica di pane, fragrante e calda, con una perfetta tenuta di cottura
Immagine a fianco:Taganrog 1840 ca. This
shows a ship |