GIUSEPPE GALLIANO |
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Nasce a Vicoforte (Mondovì) nel 1846,
figlio di un ufficiale che nel 1821 fu compagno di Santorre di Santarosa nei
moti costituzionali in Piemonte. Entra giovanissimo nel Collegio Militare di
Asti (I854), per passare quindi nel 1864 alla Scuola Militare di Fanteria. Nel
1866 è sottotenente al 24° fanteria Como col quale partecipa alla guerra contro
l'Austria. Alla costituzione del corpo degli Alpini transita in questa nuova
specialità (1873) per rimanervi 10 anni. Promosso capitano parte per l’Africa
(1887) col Corpo di Spedizione del generale Asinari di San Marzano, inviatovi
per vendicare l'eccidio di Dogali. Dopo una breve ritorno in patria all’82°
chiede di essere destinato nuovamente all’Eritrea. Nel 1893 ad Agordat il suo
III battaglione Indigeni riesce a riprendersi i cannoni persi alcune ore prima e
tutte le armi degli Abissini oggi al museo artiglieria di Torino. Alla notizia
che S.M. il Re Umberto l° gli aveva assegnata la Medaglia d'Oro al Valor
Militare, Galliano così scriveva al fratello: « ... una sola cosa disturba la
mia gioia per tanta onorificenza, ed è che si discosta troppo da quella data ai
miei ufficiali che me l' hanno guadagnata e per i quali il Ministero non fu
largo come per me » La sua promozione a maggiore viene assegnata sul campo
per meriti di guerra. Per i combattimenti di Coatit poi di Makallè (Enda Jesus)
che gli valsero il nomignolo di Leone presso gli abissini, gli viene conferita
anche una Medaglia d'Argento. Sempre per tale sua valorosa azione ebbe in premio
anche la Croce di Cavaliere dell'Ordine dei S. S. Maurizio e Lazzaro per « motu
proprio » del Sovrano.
Per l'eroica difesa dei forte di Enda Jesus (Macallè),
di cui egli comandava il presidio, ebbe un'altra Medaglia d'Argento al Valor
Militare e la promozione per Merito di Guerra a tenente colonnello (14 gennaio
1896). Il forte resistette per oltre due mesi agli attacchi continui dell'intero
esercito abissino, forte di oltre centomila armati comandati dal Negus Neghesti
(re dei re) Menelik in persona. Ad Adua, il 1° marzo, gli scioani lo trovano
ferito e lo riconoscono per l'Oro che gli luccica sul petto. Menelik, informato
della cattura, gli manda in segno di rispetto un muletto per trasportarlo al
campo dove il Negus vuole vederlo. Galliano lo rifiuta a male parole aggiungendo
un "....Chenzir(porco)" per il Negus. Ad andare dal Negus questa volta è solo la
sua testa (ma questa è già leggenda).
Medaglie e motivazioni
Medaglia d'Argento al Valor Militare
e Croce di Cavaliere dell'Ordine di S. S. Maurizio e Lazzaro (Coatit,13-14
gennaio 1895) Inviato con tre delle sue compagnie ad arrestare l'urto della
colonna aggirante nemica, riuscì, nonostante la superiorità numerica dei tigrini,
le difficoltà del terreno e le gravi perdite subite, a coprire le strade per cui
doveva sfilare il corpo operante, rendendo così possibile di occupare saldamente
la posizione di Coatit e di respingere il nemico su tutta la fronte. Nel
pomeriggio del 13 e per tutto il 14 concorse a difendere il centro e la destra
delle nostre truppe,respingendo sempre gli incessanti attacchi del nemico.
Coatit, 13 e 14 gennaio 1895 –
Medaglia d'Oro al Valor Militare Agordat, 21
dicembre 1893 - Diresse con energia,coraggio e
slancio esemplari, In occasione dei combatti- mento contro i Dervisci presso il
forte di Agordat, l'attacco delle quattro compagnie che erano ai suoi ordini;
respinto, le riordinò sollecitamente e le ricondusse all'attacco mettendo in
fuga il nemico e riprendendo quattro pezzi di Artiglieria .
Medaglia d'Oro al Valor Militare Adua, 1°marzo 1896-
Impegnatosi col suo battaglione sul monte Rajo, nel momento più critico della
lotta, combatté valorosamente. Quando le sorti della pugna precipitarono,
perdurò nella resistenza con pochi rimastogli a fianco, quantunque già ferito, e
col moschetto alla mano incitando gli altri a finir bene vi si difese
disperatamente finché fu ucciso. Adua, 1° marzo 1896