Guernica

Mito e Contromito

 

(dipinto di Pablo Picasso)

   

 Guernica è il nome di una cittadina spagnola che ha un triste primato. È stata la prima città in assoluto ad aver subito un bombardamento aereo di tipo moderno. Ciò avvenne la sera del 26 aprile del 1937 ad opera del comando aereo germanico come esperimento e collaudo di nuove tecniche di guerra. La cittadina di Guernica non era teatro di azioni belliche, e la furia distruttrice del primo bombardamento aereo della storia si abbatté sulla popolazione civile inaspettata. Il Times del 28 aprile 1937 riportava le seguenti parole; George Lowther Steer "Il lunedì a Guernica è giorno di mercato per la gente delle campagne. Alle 16,30, quando la piazza era affollata, e molti contadini stavano ancora arrivando, la campana diede l'allarme. Cinque minuti dopo un bombardiere tedesco volteggiò sulla città a bassa quota, quindi lanciò le bombe mirando alla stazione. Dopo altri cinque minuti ne comparve un secondo, che lanciò sul centro un egual numero d'esplosivi. Un quarto d'ora più tardi tre Junker continuarono l'opera di demolizione e il bombardamento si intensificò ed ebbe termine solo alle 19,45, con l'approssimarsi dell'oscurità. L'intera cittadina, con settemila abitanti e oltre tremila profughi, fu ridotta sistematicamente a pezzi. Per un raggio di otto chilometri, tutt'intorno, gli incursori adottarono la tecnica di colpire fattorie isolate. Nella notte esse ardevano come candele accese sulle colline." H. Thomas, nella seconda edizione riduce a 200 i morti di Guernica, che nella prima aveva indicato in 1654.  

Quando la notizia d'un tale efferato crimine si diffuse tra l’opinione pubblica, Picasso era impegnato alla realizzazione di un’opera che rappresentasse la Spagna all’Esposizione Universale di Parigi del 1937. Decide così di realizzare questo pannello che denunciasse l’atrocità del bombardamento su Guernica. L’opera di notevoli dimensioni (metri 3,5 x 8) fu realizzata in appena due mesi, ma fu preceduta da un’intensa fase di studio, testimoniata da ben 45 schizzi preparatori che Picasso ci ha lasciato. Il quadro è realizzato secondo gli stili del cubismo: lo spazio è annullato per consentire la visione simultanea dei vari frammenti che Picasso intende rappresentare. Il colore è quasi del tutto assente per accentuare la carica drammatica di quanto è rappresentato. Il posto centrale è occupato dalla figura di un cavallo. Ha un aspetto allucinato da animale impazzito. Nella bocca ha una sagoma che ricorda quella di una bomba. È lui la figura che simboleggia la violenza della furia omicida, la cui irruzione sconvolge gli spazi della vita quotidiana della cittadina basca. Sopra di lui è posto un lampadario con una banalissima lampadina a filamento. È questo il primo elemento di contrasto che rende intensamente drammatica la presenza di un cavallo così imbizzarrito in uno spazio che era fatto di affetti semplici e quotidiani. –"la serenità carica di valori umani di un pasto serale consumato da persone semplici è stata drammaticamente spazzata via".

Al cavallo Picasso contrappone sulla sinistra la figura di un toro. È esso il simbolo della Spagna offesa. Di una Spagna che concepiva la lotta come scontro leale e ad armi pari. Uno scontro leale come quello della corrida dove un uomo ingaggia la lotta con un animale più forte di lui rischiando la propria vita. Invece il bombardamento aereo rappresenta quanto di più vile l’uomo possa attuare, perché la distruzione piove dal cielo senza che gli si possa opporre resistenza. La fine di un modo di concepire la guerra viene rappresentato, anche in basso, da un braccio che ha in mano una spada spezzata: la spada, come simbolo dell’arma bianca, ricorda la lealtà di uno scontro che vede affrontarsi degli uomini ad armi pari. Il pannello si compone quindi di una serie di figure che, senza alcun riferimento allegorico, raccontano tutta la drammaticità di quanto è avvenuto. Le figure hanno tratti deformati per accentuare espressionisticamente la brutalità dell’evento. Sulla sinistra una donna si dispera con in braccio il figlio morto. In basso è la testa mutilata di un uomo. Sulla sinistra, tra case e finestre, appaiono altre figure. Alcune hanno il volto incerto di chi si interroga cercando di capire cosa sta succedendo. Un’ultima figura sulla destra mostra il terrore di chi cerca di fuggire da case che si sono improvvisamente incendiate.Guernica è l’opera che emblematicamente rappresenta l’impegno morale di Picasso nelle scelte democratiche e civili. E quest’opera è stata di riferimento per più artisti europei, soprattutto nel periodo post-bellico, quale monito a non esentarsi da un impegno diretto nella vita civile e politica.

 Il Contromito di Guernica

di Paolo De Marchi

Il bombardamento di Guernica ispira Picasso che vende il celebre quadro ricavandone miliardi. Ma il dipinto era stato realizzato per celebrare la morte di un torero.

"Passioni ideologiche e ragioni di schieramento si sono abbattute sul lavoro degli storici come forze prementi e distorcenti sino al punto di rendere assai ardua la ricostruzione effettiva del passato". Queste parole di Giorgio Rumi spiegano molto bene come mai, a oltre 60 anni dalla fine della Guerra Civile, molti, troppi suoi snodi importanti siano ancora o poco conosciuti o addirittura ignorati, o - ancora peggio - radicalmente travisati attraverso una oculata manipolazione. Da un lato, infatti, non si vuole ancora riconoscere una verità in realtà palese, e cioè che la guerra di Spagna (18 luglio 1936 - 1 aprile 1939) è stata essenzialmente e prima di tutto una persecuzione religiosa, che trae origine dall'ideologia anticattolica del regime repubblicano instaurato nel 1931, e che è cosa ben diversa dalla repressione politica, la quale fu invece praticata, in modo brutale e spietato, da entrambe le parti contendenti (e invero i 239 martiri spagnoli beatificati da Giovanni Paolo II sono tutti vittime dei repubblicani, e hanno subito il martirio in quanto cattolici). E dall'altro lato, si è  venuta creando una serie di vere e proprie leggende, che tuttora si trovano nei più diffusi libri di storia, e delle quali è urgente una verifica per ristabilire la pura e semplice verità dei fatti.

Prendiamo per esempio Guernica. Secondo la vulgata universalmente diffusa, Guernica è una cittadina basca di 7000 abitanti, bucolica e senza alcun interesse militare, che sarebbe stata rasa al suolo dalla modernissima aviazione nazista il lunedì 26 aprile 1937; i morti sarebbero stati 1654 (3000 secondo altri) e 889 i feriti: così tanti, anche perché il lunedì era giorno di mercato. Per commemorare l'eccidio, Picasso avrebbe dipinto il famosissimo quadro omonimo. Ma le cose stanno davvero così? Va premesso che all'origine della "leggenda" sta una corrispondenza sul Times di un noto giornalista, George Lowther Steer che peraltro non era sul posto quel giorno, e che poi riunì le sue (disinformazioni in un libro, The tree of Guernika, pubblicato a Londra nel 1938. E ora vediamo i fatti.  

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