CURTATONE E MONTANARA | |
Giuseppe Montanelli* "Memorie" (*si era aggregato ai bersaglieri comandati da Vincenzo Malenchini : creduto morto dopo la battaglia era stato invece fatto prigioniero)
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Noi partimmo divisi in due colonne, una da Pisa e l'altra da Firenze alla volta di Modena. ...... Oh meravigliose a vedere quelle legioni improvvisate, nelle quali il medico, l'avvocato, l'artigiano, il prete, il padrone e il servo marciavano mescolati in culto d'Italia. La sera del 27 maggio Radetzky esce da Verona con 32.000 uomini e 40 pezzi d'artiglieria. Pensava disfarsi in quattro e quattr'otto di noi varcando il Ticino e mettendosi alle spalle dei piemontesi. La mattina del 29 tutta la mole nemica piomba su di noi. Fummo chiamati all'armi e in men di 10 minuti incomincia il moschettare...... domando a Giovannetti, preposto colà, perché faceva combattere i bersaglieri (si tratta dei bersaglieri volontari toscani ) all'aperto. Egli rispose sorridente "Gli Italiani devono mostrare il petto al nemico". Più volte gli Austriaci ci assaltarono e più volte li ributtammo. Una cannonata lì sul ponte rapiva al momento questa cima in geologia di Leopoldo Pilla, che spirò dicendo "non ho fatto abbastanza per l'Italia". Ammutolirono i nostri due pezzi, con i quali il tenente Niccolini faceva assai danno al nemico............. Combattevamo da più di sei ore. Prolungare la zuffa era spargere forse inutilmente sangue prezioso........
"Ma a voi povere madri toscane, che non ritrovaste fra i reduci i figli, a voi sovrastava ben altra amarezza. Coraggio, povere madri, questa notte dell'anima passerà".
Eppure, in proporzione di uno a quattro, i "Toscani" ressero per quasi sette ore. Era dal tempo di Francesco Ferrucci che l'esercito toscano non combatteva più una battaglia. Molti erano come i volontari universitari venuti coi loro professori, pieni di entusiasmo, ma anche indisciplinati. Se "l'esercito" era raccogliticcio ed improvvisato, figurarsi la Sanità Militare nella sua prima esperienza importante. Fernando Zanetti (*lo stesso che curerà Garibaldi per la ferita in Aspromonte)ed i suoi professori illustri, ma anche umili e sconosciuti medici militari, operarono un miracolo di organizzazione e di assistenza. (si tenga presente che la sanità militare esisteva anche prima della Croce Rossa) A Curtatone la ritirata fu ordinata e si sfuggì all'accerchiamento del nemico ma anche a Montanara si combatté aspramente e ci si sacrificò nella speranza dell'arrivo degli impossibili rinforzi piemontesi. E' a Montanara che combattè Luigi Guerri, il quale sarà il primo "farmacista" (Professore) di Chimica Farmaceutica a Firenze. Fu capitano dei "bersaglieri", che rimasero in retroguardia a difendere una ritirata compromessa dalla manovra avvolgente austriaca. Così fu ferito e fatto prigioniero.
Nel ’48 fu volontario a Curtatone e Montanara anche un personaggio oltremodo noto in Italia e frequentatore coi macchiaioli del caffè Michelangelo, Carlo Lorenzini alias Collodi (1826-1890). L’autore di Pinocchio nacque a Firenze e prese il famoso pseudonimo dal paese natale della madre. Racconta Lorenzini che la vigilia della battaglia dormì nei prati, sotto un gran cielo lombardo. Si sentiva la mancanza soprattutto di sigari, di tabacco e di carta da scrivere come diceva lui. Si arruolerà poi anche nel 59.
L'uniforme incerta, che ci ha tramandato il Cenni, dei bersaglieri volontari toscani era identica a quella adottata dalla guardia civica o legione universitaria (foto sopra e in alto). Il copricapo consisteva in un cappello a larga tesa con piuma o in un cappello all'italiana di diverse fogge. La tenuta era di tela turchina con manopole e filettatura dei pantaloni rossi. La croce sul petto di lana crochet era simile a quella della divisa della legione universitaria ma con i colori scambiati.
*Alcuni oggetti di proprietà del medico aretino Fernando Zanetti che curò Giuseppe Garibaldi dopo l’Aspromonte furono esposti a «Cimeli del Risorgimento» a Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio regionale a Firenze. Il 29 agosto del 1862 sull'Aspromonte, quando Garibaldi, colpito da una pallottola, fu curato invano da medici locali, il dottor Zanetti si mise in contatto epistolare (probabilmente telegrafico) con il chirurgo francese Nélaton, medico personale di Napoleone III, e riuscí a salvargli la gamba estraendo le schegge con una sonda flessibile creata per l'occasione, invenzione che si usa ancora oggi. Era il 22 novembre, Garibaldi ormai alle soglie della cancrena, fu finalmente operato e la pallottola venne estratta.
Nell'atrio del Municipio di Curtatone
è esposta una grande lapide sulla quale sono elencati tutti i nomi dei Caduti
italiani nella battaglia di Curtatone e Montanara. Altre lapidi ricordano quell'evento
e sono murate all'esterno del santuario delle Grazie mentre una palla di cannone
austriaca si trova conficcata nella parete sinistra della chiesa parrocchiale di
Montanara.
la storia dei toscani attraverso la corrispondenza di guerra
http://www.ilpostalista.it/leali1.htm
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