13 Ottobre 2007
Veltroni Re dei Pagliacci

 

La dimostrazione che le Primarie sono state un'autentica pagliacciata, il Re della quale è Valter Veltroni, il fantoccio venduto come Homo novus da contrapporre al CDestra di Berlusconi, sta nei numeri.
La frase più ridicola è stata pronunciata da Letta: "C'è stata competizione!!". Ma quale competizione può esserci se Veltroni ha preso il 75% dei voti, Letta e la Bindi poco più del 10% e gli altri due meno dell'1%?!
Quando i numeri sono questi, vuol dire che non c'è stata alcuna competizione, che le candidature alternative erano solo fumo negli occhi e che il risultato era scontato fin dal principio nel miglior stile della Sinistra, in cui da sempre le decisioni sono prese nelle Segreterie di Partito o del Sindacato.
Questa buffonata antidemocratica, alla quale hanno preso parte pochissimi giovani, lo zoccolo duro del Comunismo italiano e una buona quantità di illusi (in tutto, 3.5 milioni di partecipanti hanno detto), è stata smossa dall'idea paradossalmente pubblicata proprio da quel cipollone di Romano Prodi ("Se avessimo fallito, il Governo sarebbe caduto").
E così, ecco chiaramente delineata la bella situazione in cui si verrà a trovare il cittadino italiano di buon senso tra non molto e cioè: non poter votare a destra per la presenza di gente come Berlusconi, Gasparri, Larussa, Fini, Bondi, Storace, Cicchitto, Schifani etc.etc.etc...; non poter votare a Sinistra per la presenza dei Comunisti, veri o fasulli che siano, di intrallazzatori come D'Alema e di gentaglia come Mastella. In altre parole, NON POTER VOTARE!!
Peraltro, è pazzesco che non sia cambiato nulla rispetto ai tempi della DC e degli altri delinquenti politici del passato: prima, la DC campava di rendita sulla paura del mostro comunista; adesso, questo CSinistra pretende di campare di rendita sulla paura che arrivi di nuovo il Berlusca con la sua banda. Che non sia facile far piazza pulita di tutto questo ciarpame è evidente; ma che ci si debba ancora far prendere per i fondelli è inverosimile!!!

 

F. G. Urbon

 


 

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