9 Maggio 2003
La campagna politica del maggiordomo

 

Excalibur trasmette un'intervista a S. Berlusconi nel contesto di una serata sul caso SME e sulle proposte di reintroduzione dell'Immunità Parlamentare.
E' stato interessante apprendere il suo punto di vista in modo così "esaustivo", cosa della quale dobbiamo dire grazie al conduttore, il quale, anziché svolgere un'intervista "pepata", che avrebbe messo il prevedibile interlocutore sulla difensiva, ha lasciato libero spazio a questo intervistato speciale, nel quale, grazie alle alchimie politiche di questo paese, l'imprenditore multimiliardario e multi-inquisito, buon amico di Bettino Craxi, convive con la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Sinteticamente, Craxi volle evitare che il "nemico" De Benedetti ottenesse la SME "quasi in regalo" da Prodi (una cogia indenia!), incaricando sostanzialmente il fido Silvio di boicottare la vendita con l'organizzazione di una "cordata concorrente".
Alla fine del giudizio che ne derivò, nessuno avrebbe avuto il colosso alimentare pubblico, né De Benedetti, al quale era stato proposto un prezzo ridicolo, né lo IAR. Del resto, a Silvio Berlusconi non interessavano "né le fabbriche di biscotti né i biscotti"; il suo scopo era di favorire l'amico Craxi e lo scopo di Craxi era salvare il patrio interesse da una truffa democristiana, il che fa di entrambi dei candidati alla medaglia per valor civile.
Silvio Berlusconi non ha detto in che modo Bettino Craxi ricambiava queste dimostrazioni di impegnativa "amicizia"; tuttavia, è facile immaginare la risposta che Silvio Berlusconi darebbe all'eventuale domanda: "nessuna contropartita! trattavasi di reciproco sentimento di simpatia e di goliardiche avventure!".
Peccato che una testimonianza scritta di De Benedetti punti il dito verso un altro movente di Craxi: fregare De Benedetti, che pare volesse escludere il PSI dalla sua "benevolenza".
Se ciò fosse vero, addio medaglia! La proprietà transitiva statistica di Mafio-Tangentopoli dice infatti che se Primo aiuta Secondo a fregare un Terzo inadempiente, esiste una probabilità prossima a 100% che Secondo riconosca l'amicizia di Primo in modo "concreto".

Abbiamo anche appreso finalmente le modalità storiche con cui Silvio Berlusconi è addivenuto alla Politica: non per trasformare i suoi numerosi "impegni giudiziari" in "fumus persecutionis", ma per un'ispirazione improvvisa di sua madre, la quale, "mentre tornava da Arcore a Milano, invertì la marcia per andare a dire al figlio: Figlio, se senti di dover fare questo, allora devi trovare il coraggio per farlo"; e Silvio Berlusconi trovò il coraggio per affrontare il duro certame nell'interesse degli Italiani, che dovevano essere salvati dai Comunisti e dal Comunismo, quelle cose orrende che opprimono ed uccidono, mentre il Capitalismo, che prosciuga ogni risorsa, alimenta guerre e distruzione per il sollazzo di pochi, quello fa il Bene dell'Umanità. Ciò gli costa, a suo stesso dire, una vita molto grama, il fardello di una croce pesante, il che lascia trasparire un inusitato e divino spirito di sacrificio!
Poche volte capita di sentire storie così ... educative da un lato e commoventi dall'altro!
La Storia ne riporta una simile, risalente a circa 2000 anni fa, quando Maria ebbe chiara la visione del destino di suo figlio Gesù, impegnatosi in Politica per la salvezza del suo Popolo dal totalitarismo clericale, talché in seguito non ebbe più a dirgli "ma chi te lo fa fare!". Pur addolorata per le sofferenze del Figlio, Ella ne accettava consapevole la divina missione.
Imparate dal conduttore di Excalibur! Per far venire questo personaggio allo scoperto fatelo sentire a suo agio; non attaccatelo, non lo stuzzicate come fa quel grezzo di Antonio Di Pietro, non gli lanciate pesanti frecciatine ed egli farà di continuo abbondante pipì fuori del vasetto.
Che l'Economist giudichi Silvio Berlusconi inadeguato è tanto ineluttabile quanto che il Wall Street Journal lo appoggi: il suo uggioso "show" è lo show del Maggiordomo del Capitale, approssimativo, massimalista, stomachevole.

Non faccio la difesa del Comunismo, che è tanto sbagliato quanto il Capitalismo, ma non permetto neanche che un Capitalista dell'ultim'ora, per suo stesso dire prodotto di Mafio-Tangentopoli, falsifichi il significato di Liberalismo con esibizioni e campagne politiche così squallide e deprimenti.

F. G. Urbon

 


 

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