29 Agosto 2004
La chiusura dei giochi olimpici di Atene 
 
In quel clima iperspaziale in cui nazioni si confrontano sul terreno dell'ideale sportivo, dopo che nello spazio ordinario si sono combattute o sono state politicamente in grave contrasto tra loro, si manifesta in modo più evidente del solito una delle grandi contraddizioni del nostro tempo:
come può una nazione come l'Italia, che vede nascere e giungere a compimento così tanti bravi atleti, da quelli propriamente detti a quelli meno tradizionali, che ha visto nascere così tanti artisti e uomini di genio, giungere ad offrire uno scenario istituzionale, politico ed amministrativo così vergognoso?!
Quale perverso meccanismo impedisce che a gente come Yuri Chechi o Stefano Baldini ecc... corrisponda una Repubblica di cui non dover vergognarsi?!
Certo anche per la Russia, o per gli Stati Uniti o per altri si potrebbe dire la stessa cosa, ma come si potrebbe guardare il marcio degli altri senza aver prima provveduto a quello di casa propria?!
Qual'è il vero specchio dell'Italia dal bel sole, dalle migliaia di chilometri di spiagge, dalle montagne grandiose e superbe, dalla cucina superiore e dall'ottimo vino, dalla moda elegante, lo specchio dell'Italia di Benedetto da Norcia e di Francesco da Assisi ecc...? lo sono queste oscure Istituzioni, questa politica e questa Pubblica amministrazione cialtrone e briganti, lo è il desueto e popolaresco inno di Mameli ad una fratellanza italiana che è meno che stolida retorica, oppure lo sono gli atleti che ci restituiscono periodicamente, sulle pedane olimpiche e talvolta anche fuori di quelle, l'orgoglio di essere nati in questo paese?!
Perché bisogna attendere il massimo livello dello Sport per avere una sensazione alla quale si ha diritto dal momento della nascita?! Qualcuno dirà "almeno c'è questo!" e forse costui ha ragione; si può pretendere che la Repubblica si conformi allo spirito di Olimpia o non è meglio ringraziare che lo spirito di Olimpia non sia ancora inesorabilmente contaminato dalla corruzione della Repubblica?!
Perciò, grazie agli autori ed autrici di queste evoluzioni attorno all'impossibile!
La riconoscenza che si deve sommare alla vostra individuale e giusta soddisfazione va ben oltre il tifo di qualsiasi partita di pallone.
F. G. Urbon
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