23 Ottobre 2007
TASSIAMO ANCHE I BLOG

 

I SIGNORI DELLE TASSE, IN QUESTO CASO PRODI E LEVI, STANNO PENSANDO DI VARARE UN DISEGNO DI LEGGE CHE PONE DEI LIMITI ISTITUZIONALI E FISCALI A SITI COME I "BLOG"; ISTITUZIONALI PERCHE' TALI ATTIVITA' SAREBBERO POSTE SOTTO IL CONTROLLO DI QUALCHE AUTHORITY (E QUI S'INTRAVEDE IL TENTATIVO DI LIMITARE LA LIBERTA' D'ESPRESSIONE, COSA IN CUI TALUNI VORRANNO CORTESEMENTE RAVVISARE UNA VENA DI ANTICOSTITUZIONALITA', PER NON DIRE DI FASCISMO); FISCALI, PERCHE' COSTORO PENSANO DI TASSARE TALI ATTIVITA'.
IMMEDIATA LA REAZIONE POPOLARE E DEL NETWORK A TALI MANOVRE:

BLOG DI BEPPE GRILLO

PETIZIONE ONLINE

24/10/2007 21:10 - Roma, Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'editoria, Riccardo Levi, durante un'audizione ha presentato una proposta di modifica dell'articolo 7 del ddl sul settore varato dal Governo, con l'obiettivo di chiudere le polemiche di questi giorni sulla volontà di mettere "sotto controllo" i BLOG su Internet. Il "suggerimento", come lo ha definito Levi parlando ai Deputati, aggiunge un comma che recita: "sono esclusi dalla iscrizione al Registro degli operatori (presso l'Agcom; NDR) i siti personali o ad uso collettivo che non siano frutto di un' attività imprenditoriale". Levi ha aggiunto: "non abbiamo usato il termine BLOG, ma l'esclusione dei BLOG è prorio l'obiettivo di questa aggiunta alla normativa ... Noi non abbiamo mai pensato di porre dei limiti all'attività dei BLOG, che del resto esulano dall'obiettivo di questa riforma dell'Editoria".

Al solito, c'è voluta una mobilitazione di massa per arginare quest'oscenità Prodi-Leviana, poiché il contenuto a carattere anticostituzionale del DDL è innegabile; e comunque resta l'idea di estorcere ulteriore denari alla gente, includendo tra le attività produttive anche i siti (o BLOG, poiché il termine è stato accuratamente escluso dall'emendamento) a carattere anche vagamente commerciale; una specie di IRAP applicata al Network; una "IRAPINa", in conclusione, cioè il genere di cose in cui questi "signori" dimostrano al meglio le proprie vere attitudini.

BIBLIOGRAFIA ESTREMAMENTE ISTRUTTIVA, OVVERO: COME FARCI PRENDERE ANCORA E SEMPRE PER IL CULO DAGLI ANGLOSASSONI

Times Online - October 24, 2007
Un attacco della Geriatria politica ai "bloggers" italiani.
I leaders italiani scarsamente intendono il significato di "word processing", figuriamoci se s'intendono di WEB. Adesso però si stanno rivoltando contro i bloggers del loro paese (Bernhard Warner).
L'Italia è fuori dello standard del G8: per metterla semplicemente, è un paese di legislatori ottantenni eletto da una platea di pensionati settantenni; tutti gli altri sono privi d'importanza. Romano Prodi, il Primo Ministro, è un 68enne che ha sbattuto fuori un 71enne, Silvio Berlusconi, nelle elezioni dell'anno scorso. Giorgio Napolitano, il Presidente della Repubblica, è un 82enne con 6 anni residui di mandato; il suo predecessore aveva 86 anni quando terminò il suo mandato. Nell'improbabile eventualità che l'Italia dovesse dichiarare guerra, la decisione sarebbe presa da uno che era 20enne quando i Tedeschi s'arresero agli Alleati alla fine della II G.M..
Questa cigolante prospettiva è il preambolo necessario per ogni discussione sulla politica italiana. Se il Governo italiano sembra incapace di adattarsi alla realtà contemporanea, la spiegazione è semplice. Anche il vostro paese si comporterebbe così se fosse governato da vostro nonno.
Recentemente, i legislatori italiani hanno preso di mira la modernità introducendo una legge incredibilmente ampia, secondo la quale tutti i bloggers e perfino gli utenti di Network Sociali devono iscriversi ad un registro pubblico.
Perfino un BLOG del tutto inoffensivo sulla squadra di pallone preferita o sul disagio di un giovane per l'ingiustizia della vita sarebbe soggetto a supervisione governativa e perfino tassazione, anche se non è a carattere commerciale.
Fuori d'Italia, questo disegno di legge ha generato ironia da parte di difficilmente simpatizzanti osservatori dell'Industria.
Boingboing (un BLOG internazionale) riporta intelligentemente che il Governo italiano sta proponendo un "Ministero dei BLOG". Più direttamente, "Out-Low.com" chiama questo disegno di legge "Legge anti-BLOGGER".
... si potrebbe facilmente argomentare che un BLOGGER è ospitato in un server ben fuori il "Bel Paese" facendo apparire una Legge tanto stupida virtualmente inapplicabile. Infine però, questa è l'Italia, un posto in cui idraulici e capitani d'industria sono evasori fiscali seriali.
Non piangere amico, goditi il Sole, il vino rosso e le tagliatelle.
Forse è a causa di queste ovvietà che la Legge sta già subendo emendamenti.Se fosse ratificata - e al momento la cosa sembra spaventosamente probabile – il Ministro delle Comunicazioni sarebbe colui che decide chi deve iscriversi al registro pubblico.
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Grillo è convinto che questa Legge è contro di lui, ma che lo sia oppure no non importa realmente. La Legge trasformerebbe tutti i BLOGGER in potenziali fuorilegge, cosa che sarebbe grande per il loro traffico, ma al diavolo le aspirazioni affaristiche di un futuro WEB italiano per non parlare delle Società ad alta tecnologia che volessero vendere il loro software di pubblicazione BLOG in Italia, o aprire un Network sociale là. Inoltre, significherebbe soffocare la libertà di parola e ogni forma di libera espressione, le arti e l'apprendimento.
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Perciò, chiedo al Ministro italiano per le Comunicazioni, Paolo Gentiloni, già giornalista egli stesso, e a Riccardo Levi, il legislatore che ha concepito quest'idiozia: è corretto tappare la bocca alla gioventù di questo paese al mero scopo di gestire poche ruote cigolanti?!
(Testo originale: http://technology.timesonline.co.uk/tol/news/tech_and_web/the_web/article2732802.ece)

 

F. G. Urbon