1 Gennaio 2002
L'introduzione dell'EURO

 

"Il 1º gennaio 2002 nei dodici paesi membri dell'Unione economica e monetaria entreranno in circolazione le banconote e le monete in euro. L'introduzione dell'euro, tuttavia, rappresenta un cambiamento che va oltre la semplice sostituzione di una valuta con un'altra. Tale cambiamento avrà infatti ripercussioni sulla vita dei cittadini e sulle imprese dei Paesi che hanno adottato la moneta unica e non solo."

(cfr.: http://194.244.130.139/, Ministero dell'Economia e delle Finanze, Comitato Euro)

[Legge 3 novembre 1992, n. 454, Ratifica ed Esecuzione del Trattato sull'Unione Europea, con 17 protocolli allegati e con Atto Finale contenente 33 dichiarazioni, fatto a Maastricht il 7 febbraio 1992":
"Gli Stati membri e la Comunità agiscono nel rispetto dei principi di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza favorendo un'efficace allocazione delle risorse, conformemente ai principi di cui all'articolo 3 A" (Art. 102 A);
"Ai fini enunciati all'articolo 2, l'azione degli Stati membri e della Comunità comprende, alle condizioni e secondo il ritmo previsti dal presente trattato, l'adozione di una politica economica che è fondata sullo stretto coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, sul mercato interno e sulla definizione di obiettivi comuni, condotta conformemente al principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza" (Articolo 3 A);
"Gli Stati membri considerano le loro politiche economiche una questione di interesse comune e le coordinano nell'ambito del Consiglio, conformemente alle disposizioni dell'articolo 102 A. Il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata su raccomandazione della Commissione, elabora un progetto di indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità, e ne riferisce le risultanze al Consiglio europeo. Il Consiglio europeo, deliberando sulla base di detta relazione del Consiglio, dibatte delle conclusioni in merito agli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità. Sulla base di dette conclusioni, il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata, adotta una raccomandazione che definisce i suddetti indirizzi di massima. Il Consiglio informa il Parlamento europeo in merito a tale raccomandazione" (Art. 103)
]

 


 

Il nome: EURO. Il plurale, facoltativo a quanto sembra, "Euri"!
Avevamo a disposizione Dracma, Sesterzio, Fiorino, Zecchino, Tallero, Lira, Scudo, Corona, Peso, Baiocco etc... ma hanno dovuto scegliere un nome del tutto privo della nobiltà di una valuta corrente: "EURO", troncamento di "Europa" si spera, come se in Canada o in America o in Australia avessero rispettivamente l'Amer, il Canad, l'Austr, tutti senza plurale ovviamente, oppure in Inghilterra l'Eng, in Francia il Fra, in Svizzera l'Helv, in Austria l'Oster (che pare il più normale).

MA SE IN OMAGGIO ALL'INTELLIGENZA ED ALLA RISCOPERTA DELLE VICINE ORIGINI L'AVESSIMO CHIAMATO TALLERO (PLURALE "TALLERI")?! O IN OMAGGIO ALLA TRADIZIONE ED ALLA PRATICITA' "DOLLARO EUROPEO" (PLURALE "DOLLARI"), VISTO CHE SEMPRE DI TALLERI SI TRATTAVA?! MA NON SAREBBE STATO MEGLIO?!?

Comunque, anche il nome, a dir poco di livello sub-ragionieristico, dimostra che l'EURO è la moneta di un gruppo di paesi che formano un'Associazione economica, ossia un patto finanziario ed industriale, che, non avendo alcunché a vedere con il concetto di e l'ambizione verso un'Europa come realtà geopolitica unitaria compresa tra l'Atlantico e gli Urali, risulta essere solo la moneta di una confraternita di Banche, tutte prese e comprese, molto generosamente, a farci sopra dei lucrisissimi straguadagni. Va beh, direte voi, tanto si sapeva già che il Mondo è delle Banche, che governano i Governi, s'appropriano di Nazioni, tutte puntualmente indebitate con loro, chi più chi meno; che male c'è a ufficializzare definitivamente lo status quo?! bando alle ipocrisie!.

Ma quel che è peggio, l'Euro non comporta neanche lontanamente una situazione unitaria simile a quella della federazione statunitense, in cui il dollaro è tale e quale ovunque a prescindere dalle situazioni economiche di ciascun singolo stato dell'Unione e nella quale i cittadini di tutti gli Stati possono fare affidamento su una Costituzione unitaria che ne rappresenta i Diritti fondamentali e su norme attuative federali comuni.

L'Euro è strettamente dipendente dalle economie dei singoli Stati che costituiscono la Comunità economica. Come tale, esso, anche valendo ovunque nei paesi di tale Comunità, non è una moneta unica, ma solo un accordo di cambio costante (parità) tra le singole valute finché sono rispettati i parametri di Maastricht.
In questo senso, l'Euro rappresenta una convenzione finanziaria, economica ed industriale che non ha nulla a che vedere con le esigenze di giustizia e di vita civile dei popoli, che dipendono da ben più di un pacco di banconote da Monòpoli.
In compenso, l'Euro ha molto a che vedere con le esigenze di sopravvivenza dei grossi oligopoli Finanziari ed Industriali, che sono quelli che hanno voluto Maastricht per le loro esigenze di controllo dell'Economia e del Lavoro della gente.

L'Euro può essere definito una banale convenzione, resa non tanto banale dagli interessi che esso rappresenta.

Grazie all'Euro comunque, i cittadini della Comunità potranno viaggiare all'interno della Comunità stessa senza essere stressati dai cambi valutari. La questione è:
"quanti viaggiano? e quanti si spostano con una frequenza tale da percepire il vantaggio?"

Grazie all'Euro, i cittadini di frontiera potranno continuare a risparmiare sui costi dei generi di consumo comprando nello Stato più conveniente più semplicemente di prima. La questione è:
"quanti sono in grado di sfruttare questa possibilità?!"

A parte tali minimi vantaggi e la sperequazione bancaria sulla produzione monetaria, l'Euro significa anche speculazione sugli arrotondamenti ed incitamento all'inflazione, attraverso aumenti incontrollati dei prezzi e la tendenza a ritenere che 1,99 Euro sia poco rispetto alle 3.853£ del cambio fisso, il che ci porta ad una terza specifica domanda:
"perché il Governo non ha predisposto misure di prevenzione adeguate, un severo controllo sui prezzi e severissime norme per i disonesti?!"

Inoltre, a chi siamo debitori della "castroneria" (non tanto casuale)

  • d'aver coniato una moneta da 1 centesimo buona per il gioco delle pulci
  • d'aver coniato un 2 centesimi che non serve a niente
  • d'aver coniato un 5 centesimi che è difficile distinguere dalla moneta da 2 centesimi
  • d'aver coniato il 10, 20 e 50 centesimi con differenze così minime da confondere facilmente chi ci vede poco
  • d'aver incrementato la confusione mettendo nelle monete da 1, 2 e 5 centesimi un mondino che potrebbe essere scambiato per uno zero
  • d'aver coniato monete da 1 e 2 Euro utili solo ad appesantire portamonete e a sminuire il valore dell'Euro e di nuovo non molto dissimili l'una dall'altra
  • di non aver stampato l'unica banconota che, oltre all'importanza pratica, ne avrebbe avuto una ideale e storica, vale a dire la banconota da 1 Euro, magari seguita, ma non necessariamente, da quella da 2 Euro
Se poi il rispetto per le necessità di un cieco (chiamarlo "non-vedente" mi pare una presa per i fondelli assai più che una misura di rispetto) si deve misurare con le zigrinature e le tacchette sul bordo anziché con una geometria appropriata, allora ...

Queste osservazioni si sommano all'iniziale problema di aver dato a questa moneta il nome piu' cretino che le si potesse dare, ad onta della fantastica possibilita' di scelta storica.

Il popolo, con la maggioritaria imbecillità che lo contraddistingue, pensa già di mortificare ulteriormente questa neonata valuta condannandone a morte il più piccolo taglio e cioè il centino. Anziché pretendere l'espulsione dal contesto pseudo-europeo dei peracottari speculatori che hanno concepito questo scempio; anziché pretendere il centesimo più stabile del mondo, identico in dimensioni e peso all'inutile 2 centesimi, esso lo disprezza, poiché già nutriva un imbecille disprezzo per le vecchie 19£, e disprezza i 2 ed i 5 centesimi per conseguenza; e, in fondo alla mente, considera la moneta da 1 Euro pari alle vecchie 500£ e buona per un carrello del supermercato, non per 4 carrelli. Quale senso aberrante dell'economia può giustificare questi atteggiamenti masochisti?! Con questi gerarchi e con questo popolo, come potrà la giovane valuta pseudo-europea giungere ad un confronto serio con il dollaro, se non sarà quest'ultimo ad andare in crisi per conto suo?!

La questione, alla fine, è: "sarà il Popolo o il Senato di Roma a trarre il maggior profitto da questo Euro?"

 

F. G. Urbon

 


 

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