Quando l'Abruzzo era ancora
un'enorme foresta

 

"Nel passato l'Abruzzo ha subito devastazioni irreversibili del patrimonio (forestale; NdR), a vantaggio soprattutto dell'agricoltura e della pastorizia.
Il suo territorio, che in tante parti oggi appare brullo e spoglio, era un susseguirsi ininterrotto di selve e foreste, spesso paurose, come l'Angizia, sul lago Fucino, un immenso cerreto citato da Virgilio nel settimo canto dell'Eneide. I faggi, in particolare, erano i dominatori delle montagne; svettavano fino a 40 metri, superati solo dagli alberi bianchi, che potevano raggiungere i 60-65 metri. Più in basso c'erano cerri, ornelli, aceri e carpini, mentre al mare si arrivava attraverso boschi di lecci e roverelle.
Da questo immenso tappeto verde spiccavano le vette delle montagne più alte."

Cfr.: "Abruzzo, l'avventura del paesaggio", Farinelli-Minore-D'Angelo

prima e dopo la cura

NB - Il riquadro in alto a sinistra nella foto è esemplificativo

 


 

Ma la distruzione non è ancora terminata; anzi, s'è allargata a macchia di commercio e di tecnologia

...

Homo Abilis (almeno 1 milione d'anni fa)

Homo Erectus (centinaia di migliaia d'anni fa)

Homo Sapiens (decine di migliaia d'anni fa)

prevalenza crescente a livello popolare ed istituzionale di Homo Stupidus
(da prima del Diluvio ad oggi - purtroppo, non ancora estinto)

Homo ...

...

F. G. Urbon

 


 

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