La "DEMOCRAZIA"

 

Dicesi "Democrazia" (dalle parole greche dèmos=popolo e kràtos=potere) il sistema politico in cui la sovranità è stabilita nel Popolo.
La Democrazia si distingue così dalla Monarchia, dalla Oligarchia e dalla Aristocrazia perché in queste ultime la sovranità appartiene rispettivamente ad uno solo, cioè il Re, ad un gruppo di individui, oppure alla classe sociale presuntivamente corrispondente agli antichi "Ottimati", non nel senso che questi erano i migliori ma nel senso che erano i più ricchi.
Storicamente, la Democrazia fu sperimentata per la prima volta in Grecia, ad Atene, dove essa si alternava all'Aristocrazia.
I suoi eccessi furono tuttavia responsabili della sconfitta di Atene durante la Guerra del Peloponneso.
Pressoché inesistente in Roma antica - dove lo scontro tra Popolo ed Aristocrazia degenerò in guerre civili e disordini fino all'instaurazione dell'Impero - e durante l'epoca medioevale e rinascimentale, la Democrazia s'impose con la Rivoluzione francese, che soppresse definitivamente i privilegi feudali.
Corrotta nel seguito dall'emergente pensiero socialista, essa degenerò verso il caos sociale, fino a produrre i sistemi reazionari del primo '900, cioè il Fascismo e il Nazionalsocialismo.

Esiste una corrispondenza stretta tra il concetto di Democrazia e quello di Repubblica, ma non esclusiva né biunivoca.
Infatti, quanto all'esclusività, se da un lato la Democrazia è integralmente possibile solo con una forma repubblicana, dall'altro sostanzialmente si può avere Democrazia anche in altro regime, poiché l'attuarsi della Democrazia è legato alla concezione dello Stato e non allo specifico regime di Governo.
Quanto alla biunivocità, se Democrazia implica Repubblica d'altra parte non è necessariamente vero che Repubblica implica Democrazia poiché può verificarsi che il potere, apparentemente residente nel Popolo tramite il suffragio e i sistemi rappresentativi, in realtà sia nelle mani di gruppi o addirittura in quelle di uno solo a causa dei meccanismi consociativi tra persone e gruppi che condividono gli stessi interessi economici e finanziari di parte.
Ma c'è un altro aspetto della Democrazia che è ancora più inquietante: nel Sistema democratico come è attualmente inteso, è il parere della maggioranza numerica a determinare il Governo della Nazione.
Maggioranza numerica non equivale a "qualità", anzi, poiché statisticamente la massa si concentra attorno a Q.I. bassi, assolutamente più influenzabili dagli interessi inferiori che da quelli superiori, un criterio di maggioranza numerica è rischioso se non moderato dal principio assoluto che qualunque risultato "democratico" deve poter essere controbilanciato o soppresso nel momento in cui esso si dimostra contrario all'interesse più generale e più lungimirante possibile (Nazione, Continente, Mondo, Galassia, Universo ...).

In conclusione, Democrazia è un concetto relativo e non un valore assoluto.

Naturalmente, demagoghi e falsari d'altro tipo tenderanno invece a venderla come un Assoluto politico per vendere in realtà sé stessi ed i propri interessi di parte o individuali.

Il significato più importante della Democrazia sta nel proporre un'alternativa ampia al potere, sovente rischioso, di pochi o di uno solo; la sua limitazione più grave sta nella possibilità concreta che, dato un basso livello medio d'intelligenza del Popolo, i peggiori, o addirittura il pessimo, governino con una legittimazione popolare alla quale talvolta è possibile opporre solo il ben noto laconico ed inconcludente detto: "ogni popolo ha il governo che si merita!".

 

F.G. Urbon